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Della fantasia e dell'immaginazione

Post n°406 pubblicato il 15 Maggio 2011 da nagel_a


 

Vi sono uomini che lasciano tracce, disseminano indizi. Ciò accade inevitabilmente, con parole, gesti e sguardi. La pericolosità sta nel potere evocativo dei loro segni. La pericolosità che si racchiude in ogni potenziale rapimento. Perchè ogni viaggio comporta il rischio del sovvertimento delle coordinate. Ciò che si richiede alla mente del viaggiatore è la disponibilità alla rivoluzione.
Perchè ogni viaggio, ogni strada, ogni racconto può svelare Copernico.

Vi sono uomini che inseguono tracce e raccolgono indizi. Come segugi dal raffinato olfatto e dalla vista acuta. Sulla inebriante scia di una scoperta che li conduca ove la loro fantasia non giunge, ma dove la loro immaginazione meravigliosamente si abbevera. Il fascino del viaggio li irretisce nella pericolosità radicale della sua portata.
Perchè perdersi è l'ebbrezza più insondata e profonda, potenza visionaria che scioglie i sogni più indicibili e indecenti.
Perdersi è mettersi a nudo, dimentichi dei veli, nella libertà selvaggia della danza.

 

 
 
 
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

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