Creato da nagel_a il 27/12/2008

la finestra

gli scenari dell'anima

 

« Guerra fratricidai mostri »

La porta

Post n°453 pubblicato il 13 Ottobre 2011 da nagel_a



L’uomo uscì sbattendo la porta ed ella rimase lì, senza nemmeno il fiato per piangere. Quante volte si era immaginata quella scena, percorrendo mille possibili sfumature. Sguardi arroganti, parole taglienti, gesti d’orgoglio e di ribellione. Ogni espressione portata al limite del suo significato, all’estremo della sua durezza. Come fosse una battaglia da siglarsi senza prigionieri.

Aveva, nelle sue false premonizioni, reagito sdegnosamente a insulti e minacce, racchiusa intangibile in un silenzio impenetrabile, mentre fuori avrebbe infuriato una nube di accuse dalle punte acuminate.

Ogni variabile era stata scandagliata dalla sua mente, la posizione di ogni movimento, persino la luce che avrebbe illuminato ogni parola.

Ora rimaneva lì. Annientata. Muta. Spenta ogni sua immaginazione. Ogni eroica pretesa di superiorità. L’uomo se ne era andato senza una parola, senza un gesto che anticipasse la porta sbattuta. Solo uno sguardo fondo come la notte. E in quella notte lei era rimasta smarrita, perduta come una bimba nel bosco. Nessuna battaglia e nessun prigioniero.

Giaceva lì, sul letto sfatto, marionetta immobile nel corpo e nella mente, i fili recisi da quel colpo secco.

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/spigoli/trackback.php?msg=10705625

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
zahalia
zahalia il 13/10/11 alle 21:14 via WEB
Per quanto ci si possa preparare all'abbandono, quando arriva, non si è mai preparati...
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/10/11 alle 10:58 via WEB
Non sono riuscita a sapere cosa accadde prima e cosa sia successo dopo... sembrerebbe anche più di un abbandono. A volte, dicono, si corre incontro alla propria distruzione e allora si dovrebbe essere preparati...
 
ebenezer.le.page
ebenezer.le.page il 13/10/11 alle 22:27 via WEB
Càpita. Più passano i giorni e più mi rendo conto che quello che succede in una certa situazione o campo o settore, è estensibile e capita a tutti (senza distinzione di sesso o età o razza) in momenti solo apparentemente di genere diverso.
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/10/11 alle 11:00 via WEB
Sì... credo che gli ambiti possano essere intescambiabili, certo alcuni sono più sensibili e toccanti di altri...
 
archetypon
archetypon il 14/10/11 alle 08:44 via WEB
pensiero sincronico... :)
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/10/11 alle 11:02 via WEB
... se non ci fossero porte da sbattere... :)
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 14/10/11 alle 10:32 via WEB
Si era preparata alla guerra e non si aspettava la resa. E adesso è smarrita, sgomenta.
Non sta piangendo ciò che ha perso, sta semplicemente compiangendo il suo fallimento. Tra poco troverà una giustificazione a tutti gli “errori” e quelli smetteranno di essere errori. In realtà non lo sono mai stati.
Gli eroi muoiono sempre di sé, Nagel: io sto col vigliacco vivo. E se vivo per qualcuno non chiamatemi eroe. Se vivo per qualcuno è perché PER ME ne vale la pena
TRADUZIONE:
Sono poche le porte che sbattono all’improvviso, Nagelina. E’ che noi siamo sempre troppo occupati a curare le nostre ferite per accorgerci del sanguinare altrui. A volte, pensa, siamo addirittura troppo felici da credere che sia impossibile che chi ci sta vicino non lo sia altrettanto. Altre, più prosaicamente, tendiamo semplicemente a mantenere lo status quo. E nel farlo crediamo anche di essere stoici. Eroici, quasi. Forse lo siamo, chissà.
Ci sono cose e persone per cui vale la pena lottare e soffrire, Nagel, ma più fallimenti si accumulano nel corso del vivere, più i limiti di tolleranza si abbassano e la corda si spezza facilmente, improvvisamente.
E’ una questione di sopravvivenza, Nagel, e certe volte è un piacere, altre, un dovere. A volte, entrambi.
P.S. Questo era perfetto per giocarci su, ma anche no: oggi prevale il “ma anche”. Sarà l’autunno che entra :-)
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/10/11 alle 11:07 via WEB
E' complessa la casistica credo. Ognuno che abbia vissuto, è probabile che sia passato da qualcosa di simile. Io non so cosa sia successo... ho solo "visto" la scena e non so cosa l'avesse scatenata, dove stessero le colpe o le intolleranze. Certo la pietra definitiva l'ha posta l'uomo. Il silenzio dietro una porta sembra senza appello. Una guerra lascia ancora spiragli, può essere anche una provocazione pur estrema pur stupida e infantile o più facilmente disperata. E' solo un'immagine, e ognuno la interpreta... p.s. credo l'autunno sia arrivato anche qui :)
 
Sylvia.P
Sylvia.P il 14/10/11 alle 19:09 via WEB
mi sono "risentita" in quello che hai scritto. Davvero un dolore incredibile. Io se fossi il "basilico" qui sopra non mi immischierei in questioni di anima con una romanzina... un abbraccio, S.
 
 
nagel_a
nagel_a il 15/10/11 alle 11:11 via WEB
Cara Sylvia, sanno di vissuto certe scene, che siano traslate o meno... e rinnovano quel che si è provato, spesso sovrapponendo anche più situazioni, più uomini e più porte. Credo che basilico abbia fatto la "romanzina" perchè ha vissuto anche lui una scena simile dalla parte della marionetta o dalla parte del silenzio.. e certi ricordi sono come cicatrici quando cambia il tempo... (ti abbraccio anche io)
 
   
Sylvia.P
Sylvia.P il 15/10/11 alle 14:48 via WEB
sì immagino, ma ogni vissuto è una storia a parte ed è questa la magnificenza del sentire. Ad esempio quando leggo dei libri in cui ritrovo le mie stesse sensazioni, sono semplicemente felice oppure mi intristisco. Provo empatia e non ho parole: mi sento semplicemente molto vicina alla mia anima. Grazie della tua precisazione e buon fine settimana, Sylvia :-)
 
     
nagel_a
nagel_a il 21/10/11 alle 21:20 via WEB
Anche a me fa lo stesso effetto leggere certi libri, anzi riesco persino a innamorarmi di certe pagine e a sentire nostalgia non contando il tempo di andare avanti nella lettura... Credo ci sentiamo così vicine quando riconosciamo qualche scorcio di noi stesse e forse questo ci commuove... (attraverso i miei ritardi cronici arrivo in tempo per augurarti di rimando un buon fine settimana Sylvia :))
 
giginosco
giginosco il 16/10/11 alle 20:58 via WEB
Io sto col Maestro Basilico: le porte non sbattono all’improvviso. E preferisco pensare che, da parte di lei, si sia trattato solo di incapacità di cogliere razionalmente i segnali, ma che “dentro” sapesse esattamente cosa stava per succedere. Perché, altrimenti, qualche esperto di cervelli femminili (se ne esistono….. di esperti, dico….. ahahahah, come sono simpatico..... ehm) mi spieghi perché, se “l’uomo se ne era andato senza una parola, senza un gesto che anticipasse la porta sbattuta”, la donna si era immaginata la scena così tante volte, e con tale dovizia di particolari. Così, per portarsi un po’ di sfiga da sola? Missione compiuta, allora. Ma sai che io lo renderei illegale, il pensiero femminile postdatato?
 
 
nagel_a
nagel_a il 21/10/11 alle 21:25 via WEB
Ma potrei mai avere dubbi sulla solidarietà della confraternita maschile che ogni tanto mi pregio di ospitare? :))) ... dunque ora dovrei inventare un prologo alla scena sopra per dare risposta adeguata. Potrebbe esserci stato davvero un motivo di scontro, forse la donna avrebbe desiderato un'altra reazione a testare il coinvolgimento dell'uomo... forse l'uomo non aveva bastanti energie ad affrontare una guerra... forse domani si riparleranno o forse è un sipario definitivamente chiuso... non so: quando immagino, raccolgo sprazzi, spesso inconcludenti e inconclusi :)... ma senza il brivido dell'illegalità come fareste voi a non annoiarvi?
 
   
giginosco
giginosco il 25/10/11 alle 15:23 via WEB
Mah..... i tuoi prologhi mi fanno tutti pensare al sipario definitivamente chiuso. Aspetta che te lo do io un prologo di stampo ottimista..... mumble mumble..... ho trovato: lui era in ritardo per il calcetto e ha pensato “minchia, guardala com’è concentrata..... è la solita trappola della marionetta sul letto sfatto..... ma oggi davvero mi frega, se vado a salutarla attacca una pippa che mi tocca la panchina pure stavolta”. Beh, che te ne pare, non è ottimista, come prologo? No, dici? Scherzi? Che ne sai, tu, di quante volte, da ragazzo, sono arrivato in ritardo al poker con gli amici, perché sempre e comunque c’era qualcosa di cui discutere proprio in quel momento? Che ne sai di quante partite di Champions League ho visto solo il secondo tempo perché era sopravvenuta una tostissima crisi esistenziale proprio mentre le squadre scendevano in campo? Mi è bastato qualche piccolo accorgimento (tipo non dire MAI “ho un impegno”) e alla fine l’ho pure sposata.
P.S. Confesso, ho fatto un po’ lo sborone perché il post è ormai datato, e nessuna donna di sesso femminile (non è un refuso, è un rafforzativo) verrà a leggere. Nel caso, mi appello alla clemenza della corte.
 
     
nagel_a
nagel_a il 26/10/11 alle 13:29 via WEB
caspita quasi ho rischiato di lasciarmi sfuggire questo commento qui giù solo soletto!... rido... ma caro... devo insegnarti tutto proprio eh! se il problema fosse stato il calcetto o il poker o la partita, lei non l'avrebbe atteso in odor di guerra, ma... con piglio suadente e audace... certo che se mentre lei è ammiccante e con sguardo languido e sensuale e tu preferisci la partita... beh... come dire... ben vengano le porte! :))) ... p.s. nessuna clemenza e nessuna pietà, chè mica possiamo smentirci così e rivelare i nostri lati teneri NOI! :)))
 
basilicojamaicano
basilicojamaicano il 17/10/11 alle 11:34 via WEB
Premessa: quello che segue è uno scritto sereno, senza pretese di verità assolute né ragioni o torti nei confronti di alcuno.
Mi rendo conto che nel commento sono forse stato un po’ categorico e mi sento di rassicurare Sylvia sul fatto che la mia non fosse una ramanzina, soltanto un personalissimo punto di vista.
Io quella porta l’ho chiusa, più di una volta, ma l’ho anche vista chiudere e in entrambi i casi ho sofferto. La mia non era né un difesa del maschio bastardo né un’accusa alla femmina isterica e, sembrerà strano, il mio punto di vista è maturato proprio dopo aver subito l’abbandono.
C’eravamo promessi amore e non è andata così. Una storia come tante, e quando lei se ne andò io soffersi il mio dolore per tutto ciò che avrebbe potuto essere e non sarebbe più stato, e in quel dolore non sentivo più. Avevo chiuso ogni canale.
Poi il tempo passò e mi resi conto che tanta sofferenza era solo uno sconfinato altare al mio ego ferito. La persona in cui avevo riposto tutto me stesso, quella del cui unico parere mi importasse, mi aveva giudicato inadatto a sé e io non potevo darmene pace.
A distanza di anni posso dire con serenità che fece bene ad andarsene: la vita che le offrivo l’avrebbe distrutta.
Però non si riduce tutto a questo, ne do atto. Ogni fallimento chiede un pegno. A vent’anni lo si paga con le forze fresche che uno ha. Si cade, si soffre, ci si rialza ed è ancora tutto là, intatto; ma c’è un tempo per ogni cosa, e a quaranta (anni) le forze non bastano più. Si deve alleggerire il carico, lasciare il sogno fallito al passato o il suo peso (e non la mancanza della persona amata) ci schiaccerà. La persona amata era solo “la possibilità” di realizzare quel sogno, e quando ci rendiamo conto che il tempo ci ha chiuso in faccia le porte e non avremo altre chances, fa male.<br< Quando la volpe resta con la zampa intrappolata nella tagliola la stacca a morsi per permettere a tutto il resto di sopravvivere. È indubbio che faccia male, ma se non si impara a far così, il fallimento si trasforma in ossessione e quando il tempo sarà passato immerso nella sofferenza per il non avuto, ci si accorgerà di non aver vissuto neanche quello che rimaneva.
…Ma è una questione di scelte: a ognuno la sua.
P.S. per Gigi:
Gigi, l’esperto di cervelli femminili esiste, si chiama esorcista.
Per quanto riguarda il rendere illegale il pensiero femminile, non si può proprio. Mettiti nei panni di un giudice costretto a giudicare una donna per “aver pensato”. L’unica sentenza possibile sarebbe:
Assolta perché il fatto non sussiste.
(P.P.S. Si capisce che sto scherzando?)
 
 
nagel_a
nagel_a il 21/10/11 alle 21:30 via WEB
Mi chiedo cosa deve succedere perchè la figura della persona sia sostituita dall'immagine dell'occasione perduta. E mi chiedo anche se cadendo in un'ossessione alla memoria, la cosa faccia differenza o se la consapevolezza salvi almeno un po'... Mi dà l'idea che in quell'ossessione che nasce sulle ceneri di una storia ci sia il non aver conosciuto nè l'altra persona nè, forse soprattutto, se stessi... p.s. sinceramente che tu stia scherzando è un fatto tutto da dimostrare.. Come dire un'accusa di misoginia? ... SI' :))))))))))
 
vocevera
vocevera il 18/10/11 alle 20:26 via WEB
non ho più voglia di aprire porte, forse per timore di doverla chiudere in faccia a qualcuno o, viceversa, di vedermela sbattere nuovamente davanti. Sto cercando il coraggio, l'occasione giusta... magari una porta socchiusa, che mi faciliti il compito, che mi lasci intravedere ciò che nasconde dietro di sé. Un abbraccio
 
 
nagel_a
nagel_a il 21/10/11 alle 21:34 via WEB
Forse ci sono porte alleate, non solo quelle che sbattono crudamente. Ci sono quelle che assomigliano al coperchio di un forziere e servono solo a proteggere un tesoro segreto. Su una cosa credo che Basilico avesse ragione: il litigio o la scenata sopra dà solo indizio di chiusura dell'uno verso l'altro. Forse con una maggiore disponibilità le porte non sbattono. Ti abbraccio anche io :)
 
Lolablu7
Lolablu7 il 18/10/11 alle 23:32 via WEB
E' il predatore che,seppur sazio,caccia la preda e poi l'abbandona.E' una dura legge sancita da falsi insani concetti che mai moriranno.Moriranno le prede nell'anima.Un abbraccio,Grazia:-)
 
 
nagel_a
nagel_a il 21/10/11 alle 21:37 via WEB
Stavolta non so Grazia. La cosa è stata immaginata così senza capo nè coda. Io posso solo dirti di aver provato entrambe le sensazioni: la ricerca di una guerra che mi testimoniasse la volontà di superare i dissapori, e anche la stanchezza rassegnata di non aver più risposte... non saprei in quali panni sono stata peggio. Un sorriso.. buona serata :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

ULTIME VISITE AL BLOG

La_mia_partecassetta2g1000kerRosecestlavienagel_aLaFormaDellAnimaVirginiaG65argentino.cagninNarcyssesilenziodoro2010boezio62falco20050PerturbabiIemariomancino.mPlastyco
 

AREA PERSONALE

 

ULTIMI COMMENTI

Quando mi dicono "Siamo tutti sulla stessa...
Inviato da: cassetta2
il 26/10/2020 alle 16:45
 
Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 21/07/2020 alle 11:30
 
Ciao, Nagel_a. So che non me ne hai voluto, ma io sono...
Inviato da: TANCREDI_45
il 22/08/2018 alle 21:38
 
... (buon viaggio A.)
Inviato da: archetypon
il 17/05/2013 alle 18:29
 
Non sono immune da questi momenti anch'io....e la vita...
Inviato da: boezio62
il 12/05/2013 alle 23:42
 
 

IL REGNO DEL SENSO PROFONDO

"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro -  bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963