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Tumore al seno

Post n°916 pubblicato il 25 Settembre 2015 da squalonero68
 
Foto di squalonero68

 

Frequentando i campeggi naturisti in Croazia, si può imbattersi in persone che hanno svariati problemi, ad esempio il sottoscritto è senza una gamba, ma ci puoi trovare persone in carrozzina con problemi ben maggiori del mio, ci puoi trovare anche qualche donna che ha subito una mastectomia. E' da qua che voglio partire.  Di imbattermi in questa situazione mi era capitato qualche anno fa, non avevo mai visto, non ci avevo manco mai pensato e a mala pena sapevo cosa fosse. La signora in questione era una donna tedesca sulla sessantina, tutta super abbronzata e che prendeva il sole nuda come tutti noi. Nulla di che, si va nei campeggi naturisti anche per il motivo che si può stare tranquilli e nessuno sta li più di tanto a guardare alle tue sfighe, si accetta la persona per come è, magra, grassa, giovane o anziano è tutta una famiglia.

 

Non potevo sapere che nel ottobre 2014 anche mia moglie avrebbe dovuto superare questa situazione. Guarda caso eravamo in un campeggio naturista di Parenzo in Croazia, quando ci siamo accorti che dal capezzolo del seno sinistro fuoriusciva una piccolissima goccia di un liquido scuro, al momento non ci facemmo più di tanto caso, pareva sangue e si pensava che magari o allestendo il campo o chissà in quale modo si fosse fatta un mini taglietto. Passarono le vacanze e la goccia ogni tanto si faceva rivedere, finché a metà settembre 2014 decidemmo di andare a fare anticipare la mammografia di un paio di mesi. L'esame risultò negativo e dopo un'altro esame specifico con liquido di contrasto le dissero che aveva il dotto mammario infiammato e si doveva togliere. Una piccola operazione in anestesia generale e tutto si sarebbe risolto. Arrivò il giorno dell'operazione fatta all'ospedale di Negrar, venne tolto il dotto e si pensava fosse finito tutto li. Una settimana dopo, alla visita di controllo per la medicazione, la dottoressa chirurga senologa fece accomodare mia moglie e le disse che c'era un problema. Il dotto era si infiammato ma per un carcinoma maligno chiuso nel dotto mammario. Si poteva guarire solo ed esclusivamente in un modo: "Mastectomia". Si lasciarono con la promessa di rivedersi di li a qualche giorno per fissare la data dell'intervento. L'unica buona notizia era stata che non avrebbe dovuto fare nessun tipo di terapia aggiuntiva. Infatti solitamente in questo tipo di tumore, chiuso nel dotto mammario non c'è bisogno di fare terapie in quanto il linfonodo sentinella risulta spesso sano e non intaccato da cellule. Pochi giorni dopo eravamo di nuovo davanti alla dottoressa che ci mise davanti a due opzioni. La prima era la mastectomia e tutto sarebbe finito li. La seconda la quadrantectomia centrale, avrebbe comunque perso il capezzolo, ma il seno sarebbe rimasto li al suo posto. In un secondo momento si sarebbe proceduto con la ricostruzione. Prima però sarebbe toccata la radioterapia. Dopo un'ora e mezza di discussione, assieme alla dottoressa decidemmo per l'opzione due, quadrantectomia e radioterapie. Di li a pochi giorni mia moglie era di nuovo in sala operatoria. Altra operazione, il giorno dopo era già a casa. Ora rimaneva da aspettare il risultato degli esami che di solito arriva dopo una settimana dieci giorni. Passati i giorni la dottoressa ci chiama, le notizie non furono per nulla buone, il tumore era arrivato a un millimetro dai tessuti ancora sani, il margine di sicurezza non era per nulla rassicurante e sufficiente quindi: Mastectomia. Ad un certo punto eravamo quasi sollevati, le radioterapie non sono questa gran bella cosa e possono comunque dare problemi, meglio levare tutto. A saperlo si poteva fare già da subito, però si è provata la strada che pareva più semplice e alle volte si sbaglia. A descriverci l'operazione questa volta fu il dottor Masocco in persona. Ci rassicurò sul fatto che dall'operazione sarebbe comunque uscita con la protesi in silicone oppure una ADM già impiantata quindi il trauma sarebbe stato meno forte.

In questo periodo di tempo cominciarono anche le testimonianze di altre persone che ci stanno vicino e che a loro volta avevano subito direttamente o avevano parenti che avevano avuto lo stesso problema. Noi dovremmo ringraziare a vita queste splendide persone, donne, mariti, famiglie che con i loro racconti ci hanno dato coraggio e serenità e conoscenza. Perfino gli amici in palestra mi sono stati vicino mettendomi a conscenza di quello che era accaduto anche alle loro consorti.

Arrivò la metà di gennaio 2015 il giorno dell'operazione, fu la seconda ad essere operata quel giorno. Mia moglie è un eroe, non si è mai lamentata ne ha mai ceduto allo sconforto, la situazione era quella e ci si doveva comunque far fronte, inutile disperarsi. Era più incazzata perché stava perdendo tutta la stagione di sci, mentre io potevo andare a sciare tranquillamente. L'operazione questa volta superò le tre ore, ritornò alla camera dopo l'operazione pareccio più provata delle altre due volte, però già sapevo che tutto era andato benissimo perché la dotoressa era risalita in reparto prima e mi aveva raccontato tutto, compreso il fatto che non le avevamo messo la protesi ADM, ma bensì quella in silicone perché il pettorale era già dilattato a sufficienza per farla entrare, mi rassicurò ancora e ancora sul risultato. Nelle ore seguenti l'intervento parlai con i team di chirurghi che l'aveva operata e questa volta li vidi molto rilassati, mi garantirono che il linfonodo sentinella era più che ok e che la protesi mammaria era andata al suo posto perfettamente, insomma era tutto ok.

Ora a distanza di ormai un anno dalla prima operazione, posso dirmi contento per come stanno andando le cose, senza esagerare abbiamo fatto nuovamente le nostre uscite in bici da corsa e mountain bike durante l'estate, per lo meno finché non ha cominciato a fare 40 gradi. Si è tornati al campeggio naturista a prendere il sole naturalmente nudi e ha ricominciato appena possibile a lavorare.

Stiamo aspettando che dal reparto di chiriurgia estetica chiamino per proseguire la ricostruzione con il lipofilling e la ricostruzione del capezzolo, anche se già così come è ora è un capolavoro. In pratica una volta ricostruito il capezzollo non si dovrebbe neanche più vedere la cicatrice, ma anche se si vedesse un poco, pazienza.

Perché ho scritto questa cosa che ci è capitata? Semplicemente per rendere a mia volta testimonianza a chi nel momento del bisogno si trovi ad affrontare la stessa cosa. Vero che ogni caso è a se stante, non ce nè uno uguale, magari si assomigliano certamente, ma ogni donna ha la propria situazione. Per rassicurare anche i mariti, vero il boccone è amaro e indigesto. Il seno è una delle parti più erotiche del corpo, più in vista, più particolari, quella parte che per noi uomini è per piccola che sia più, forse preziosa e ci si rimane male, malissimo. Però bisogna essere forti e aiutare la donna, perché se per noi è praticamente solo una cosa che colpisce l'estetica della nostra compagna, per lei è una vera e propria mutilazione da superare ed uscirne vittoriosa. Sopratutto se poi dovrà fare altre terapie tipo chemio e radio e magari anche ormoni. Un calvario completo da vivere in due, come poi la vittoria e il ritorno alla normalità.

Spero di aver reso un poco l'idea senza essere indelicato.

Una raccomandazione, donne, ragazze controllatevi ben prima dei 40 anni canonici, se il male viene preso per tempo è risolvibile e si guarisce.

Grazie.

 
 
 
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