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Post n°267 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da t_xte
Tempo fa mi hanno raccontato di un tizio che per animale domestico aveva un serpente. Non un pitone, ma appartenente a qualche specie velenosa. Il soggetto in questione alla sera aveva preso l'abitudine di aprire la teca dove alloggiava il rettile e guardava la televisione seduto sul divano in compagnia dell'amato serpente. Un giorno raccontò l'accaduto al veterinario, vantandosi di come il suo amico strisciante si fosse affezionato a lui, stando fermo immobile steso sul divano. Il medico gli spiegò che non doveva più lasciare che il serpente si avvicinasse a lui, poichè quello che il proprietario aveva pensato fosse un gesto di affetto era in realtà un atteggiamento tipico da caccia. I serpenti sono animali che obbediscono fin da piccoli all'istinto di cacciare. Son freddi calcolatori. Sanno benissimo come ingannare la preda. Fosse pure un umano. Non a caso una persona malvagia viene paragonata a una serpe, o ad una vipera. |
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IV (PARLA PER ME)
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
Condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
Dei tuo vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
A te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
Sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce e orgoglioso.
V
Fà di me della tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
Delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo ed autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi,
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley