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Ira
Gola
Superbia
Invidia
Lussuria
Accidia
Avarizia
Sono i sette peccati capitali, vale a dire comportamenti che allontanano l'uomo da Dio, rendendolo quindi più assimilabile alle bestie.
Poichè non sono perfetta, ritengo che qualcuno di questi vizi sia in realtà una componente essenziale della mai personalità.
Ad esempio sono superba, quando mi trovo in conflitto con un'altra persona io non penso, ma so di aver ragione e l'altra automaticamente è dalla parte del torto.
Sono irascibile, quando mi arrabbio non mi calmo mai, anzi mi "ricarico" da sola. Però can che abbaia non morde.
Son golosa, adoro il buon cibo!
In realtà sono anche un po' accidiosa, ma alterno momenti di iperattività a momenti in cui ho solo bisogno di ricaricare le pile.
I veri peccati, a mio avviso, tra questi, sono l'avarizia e l'invidia.
Come vi rapportate voi con i sette vizi capitali, quali vi caratterizzano maggiormente?
Come vi rapportate invece con una persona virtuosa?
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IV (PARLA PER ME)
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
Condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
Dei tuo vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
A te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
Sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce e orgoglioso.
V
Fà di me della tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
Delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo ed autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi,
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?
Percy B. Shelley