FONDALI

Alti & Bassi

E' tutto finito. Il mare si è placato. Stasera vedremo cosa rimarrà sulla spiaggia. Per me quello che vedo è già sufficiente. Non un granché: una o due stelle marine, qualche bottigia di plastica, un po' di conchiglie...

Dopo "l'insomnia" di fine febbraio mi sono buttato dentro un'altra sfida. E' la terza da novembre 2012, dopo le elezioni regionali del Lazio, le politiche nazionali, è toccato alle amministrative comunali. Neanche dire che sono partito in salita, con una certificazione di lista in cui non ero stato "nominato". Ci sono voluti circa 2 mesi per venire a capo della situazione ingarbugliata che si presentava con il timore di non poter votare il Movimento 5 stelle in quel di Fiumicino. Invece a un mese dalle elezioni l'operazione chirurgica a son di votazioni telematiche ha avuto il suo esito e si è lavorato ancora una volta senza contare le nottate in bianco...

Non c'è due senza tre, ma per me di certo non varrà il tre senza quattro! L'esito del voto nn è stato esaltante, quel 40% che mi aveva stupito a febbraio si è abbassato al 9% a maggio, sufficiente per eleggere uno o due consiglieri al Comune, non abbastanza per pensare che il lavoro fin qui fatto (soprattutto a livello nazionale - visto il livellamento generalizzato in tutti i comuni) sia stato soddisfacente.

Le divisioni interne pare abbiano maggior peso rispetto all'unità, ed è cosa abbastanza naturale dopo una "sconfitta" percepita. E' vero che il M5S ha raddoppiato i comuni in cui si è presentato, ma quanti di questi hanno la reale coscienza del percorso culturale che il movimento si è proposto di fare, e non sono animati piuttosto da una foga di rinnovamento che ha visto nell'exploit nazionale una concreta possibilità di partecipazione politica?

E il Palazzo ha la percezione di essere sotto la lente d'ingrandimento?

A me a volte pare di no, e questo vale per tutto lo spettro politico, a maggior ragione per i 163 eletti del M5S. Si sono prese finora decisioni di rappresentanza, di comunicazione, di azione politica, di legittimazione delle attività personali di ciascun portavoce che mi lasciano un po' perplesso.

A cominciare da alcune estromissioni e auto-estromissioni. Iniziative di genere assembleare che di fatto hanno estromesso "la rete"... Insomma le premesse per risultare appiattiti alla Casta ci sono tutte, nonostante gli sforzi di alcuni nel non sentirsi isolati, nonostante l'immagine vincente del movimento risulti appannata da una forma di tipo istituzionale che permea anche quella comunicazione che prima di febbraio era all'insegna dell'ironia.

Negare il sentimento di diffidenza che si percepisce nei media tradizionali e in molti elettori del movimento è inutile. Lo si può toccare con mano. Non aiuta di certo un'assemblea di neofiti alle prese con una macchina burocratoica schiacciasassi. E' proprio per questo che le competenze e le collaborazioni vanno meditate.

Se di cambiamento culturale vogliamo parlare, ebbene che sia! Un team di tecnici e intellettuali faccia da supporto alle scelte dei 163. Che si inauguri la tanto attesa piattaforma di connessione fra cittadino e portavoce. Che chi ha contribuito a costruire un successo in ANNI di volontariato (la fantomatica "rete") venga ascoltato. Purtroppo mi accorgo che siamo ancora un paese tremendamente tradizionalista, capace di slanci imprevedibili (ah, la nostra grandezza rinascimentale, quanti slanci vi furono allora!) e di silenzi imbarazzanti...