LA VOCE INTERIORE

Buon Natale

Essere sinceri con se stessi e ammettere di non percepire il significato profondo e ideologico di alcune festività,come quella natalizia, dovrebbe essere il primo passo da fare per ritrovare il senso e la percezione della sacralità che alcuni eventi dovrebbero accendere in ognuno di noi. Non si tratta infatti di essere o meno dei religiosi praticanti, bensì di prendere consapevolezza che l'esistenza umana è caratterizzata da vari passaggi esistenziali: nascita-vita-morte. Ognuno di questi passaggi ha il segno del sacro e andrebbe ricordato il valore delle propria scelta di vita al di là della propria religione e se nelle chiese non affluisce lo stesso numero di gente che affluisce nei negozi è forse perchè crediamo troppo spesso che la vita sia una banale rincorsa all'oro e un semplice accaparrarsi cose e benevolenze per uscire vittoriosi da ogni situazione. Riprendere la percezione del “sacro” in un momento di transito come quello che stiamo vivendo aiuterebbe molto e molti. Dunque, dire “auguri” o dire “buon Natale” per tante persone ha lo stesso valore che dire “buon giorno e buona sera” perché si è scelto di vivere ad occhi chiusi, senza distinguere ciò che è da ciò che appare, senza trovare la bellezza e l'importanza della semplicità della vita, ma cercando di complicarla e di dare valore solo a ciò che è difficile e astruso, a ciò che non c'è e non ci appartiene e nell'esaltazione dell'insoddisfazione si innalzano canti di lamentele e non di gratitudine per ciò che siamo e ciò che potremmo essere. Nella ricerca di vivere la vita che si desidera si finisce con il non vivere la propria esistenza, quella vera, quella fatta di piccole ma grandi cose, come il sorriso delle persone care o come l'affetto di chi ci cerca e mostra la propria presenza senza “ma” e senza “se”.

Auguro a tutti di vivere un nuovo Natale, in cui possa nascere l'amore per ciò che si vive, per quello che si è, per ciò che si ha, in cui si possa celebrare la nascita dell'uomo nuovo, segnato dalla croce del dolore ma in grado di superare quella croce e andare oltre i propri limiti per ritrovare il contatto con la propria spiritualità. In ogni momento potremmo ricordarci di essere creature sacre, i “figli di Dio”, ma esistono momenti in cui è più semplice farlo, basta guardare il cielo, le stelle e ricordarsi di quanti secoli ha la nostra Terra e quanti ancora ne avrà per ritrovare un po' di lucidità e riprendere in mano la propria esistenza e riconoscerla per ciò che è: sacra e benedetta.

Buon Natale a tutti.