Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Mi scrivi una poesia?Non sono mai stato Charlie »

Ars Moriendi

Post n°428 pubblicato il 02 Settembre 2016 da hieronimusb



Eleonora Bottaro è la bella ragazza nella fotografia, aveva 18 anni ed è morta di leucemia.

Il suo caso sta tenendo banco sui giornali in questi giorni perchè aveva rifiutato di sottoposri alla chemioterapia che, (forse), avrebbe potuto salvarli, pare che i suopi genitori siano seguaci di alcune teorie poco fondate scientificamente e che per questo abbiano preferito seguire cure alternative che non hanno dato risultati.

Sul giornale stamattina leggo che uno stato dovrebbe difendere  i suoi cittadini dai ciarlatani e che questa ragazza è morta a 18 anni perchè nessuno ha saputo spiegarle che la sua era una scelta sbagliata, scientificamente sbagliata.

Io ho vissuto, con la mia madre biologica, con la mia madre sociale, con mia moglie, la trafila medica ortodossa. Diagnosi del tumore, cura con relativi effetti collaterali.
In tutti i casi, (ed in altri ancora), il risultato è stato lo stesso : decesso del paziente.

Sarà anche scienza, ma nei confronti dei tumori siamo ancora al livello dell'apprendista stregone, pensare che si possa combattere una malattia avvelenando l'organismo, nella speranza che le cellule cancerogene , più voraci delle altre, si avvelenino di più mi è sempre parsa pura follia.
Se aggiungiamo che molte cure più efficaci risultano troppo costose per il SSN e quindi si ripiega su farmaci minori, viene da chiedersi se vale davvero la pena sottoporsi a questo tormento.

Qui entrano in gioco due aspetti del discorso. Il diritto che ognuno ha di decidere il suo destino ed il rapporto che questa società ha con la morte.

Personalmente se mi diagnosticassero una malattia incurabile, lascerei fare alla natura il suo corso, guarderei la vita spegnersi  con quel misto di emozione, meraviglia e commozione che si ha guardando un bellissimo tramonto.

C'è però questo nostro mondo che invece rifiuta l'idea della morte e ciò che mi lascia più perplesso è che i primi ad opporsi a questo fatto naturale siano quelli che parlano di una vita ulteriore.
"La vita è un dono di Dio e deve essere salvaguardata ecc...."

Ma come non pensare che Dio stesso ha decretato che questa nostra esistenza debba avere due estremi , come posso pensare ad un Dio buono a cui offrire le mie sofferenze come atto d'amore verso di Lui?  Nessun padre godrebbe delle sofferenze dei suoi figli e non desidererebbe altro che alleviarle.

Invece oggi non siamo più capaci di morire, non riusciamo ad accettare la morte, la madre di una mia amica e le sue sorelle hanno piantato un casino in ospedale perchè la loro madre 90 anni, è morta.


Un tempo si moriva in casa, tra i familiari, oggi in un ospedale dove, ti chiudono tra due paraventi affinchè gli altri non vedano e questo va ancora bene perchè iniziamo ad assistere anche alla morte come spettacolo, da parte di quegli idioti dell'ISIS, ma anche di tanti programmi trash nostrani.

Non parliamo poi di Halloween che è l'incarnazione stessa di un idea distorta della morte, orribile raccapricciante.

Ed invece la morte è  perfino bella, la morte è parte di noi, è parte integrante della nostra vita, è lo sfondo su cui ci muoviamo, agiamo, riempiamo i nostri giorni della bellezza che c'è in questo mondo.

Credo ci sia bisogno di imparare di nuovo l'arte di morire, ritrovare il nostro rapporto naturale con questa amica che ci aspetta al termine della nostra strada .
Mi piacerebbe fare volontariato in questo senso, incontrare chi si sta spegnendo e aiutarlo a mettere la sua anima in sintonia con l'intima musica di questo nostro universo, che sempre nasce, muore, si rinnova.

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Commenti al Post:
moon_I
moon_I il 02/09/16 alle 16:59 via WEB
...credo che sia un discorso ampio...è corretto quello che dici, l'accettazione della morte come atto finale della nostra vita terrena, ma se per un attimo si pensa ad una giovane mamma o ad un giovane papà che sanno di dover lasciare qualcuno che ancora ha bisogno di loro, di dover lasciare qualcosa di incompiuto l'accettazione non è così semplice...certo sappiamo che questo è il nostro destino, ma è il quando che ha particolare incidenza sull'accettare la morte...e poi anche chi resta spesso non si rassegna, il distacco è un dolore fisico, il sapere di non poter più stringere mani, sentire voci, vedere volti, lacera dentro...e che sia presto o tardi è comunque un distacco doloroso...onestamente credo che se dovesse succedere a me una possibilità di poter sopravvivere me la darei...l'accanimento terapeutico no, ma un tentativo si...in questo momento si...ciao :)...
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 02/09/16 alle 19:03 via WEB
E' assolutamente giusto quello che dici ed io stavo parlando della mia situazione In generale non parlo di non curarsi, ma di accettare , quando accade, l'inevitabile.
Purtroppo la malattia non tiene conto nè degli affetti, nè della situazione familiare, ciò che si può fare è semplicemente accettare ed essere pronti.
Questo serve anche ad affrontare il dolore
Mia madre non voleva morire, mia moglie ha lottato fino all'ultimo sottoponendosi a ogni cosa, il suo ventre era viola a causa di tutte le punture di eparina e le braccia erano massacrate dalle flebo, ma ha lottato fino in fondo, ed io con lei.
Poi però può arrivare un momento ineluttabile ed è di quello che parlo , quando non ci sono speranze e l'unico modo è accettare serenamente il proprio destino.
Mia moglie ha chiamato la pettinatrice, si è fatta fare i capelli, ha passato l'attività alla figlia, ha chiuso conti e utenze e si è messa ad attendere che venisse il suo momento.
Io le sono stato accanto fino alla fine , abbiamo fatto grandi partite a carte in cui mi batteva sempre ed alla fine se ne è andata, lasciandomi a gestire la sua assenza.
 
   
moon_I
moon_I il 02/09/16 alle 20:46 via WEB
...mi dispiace molto...
 
     
hieronimusb
hieronimusb il 02/09/16 alle 21:33 via WEB
... è parte della vita e porta a riflettere
 
unafatastrega
unafatastrega il 02/09/16 alle 21:49 via WEB
Ho appena scritto dello stesso argomento. Difficile farsi una ragione per la morte di una persona. Ancora più difficile prendere le parti di uno o dell'altro.Mi tornano in mente persone care perse per questa malattia. Il dolore è un aspetto della vita che non siamo mai pronti a gestire.
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 02/09/16 alle 22:08 via WEB
Da alcuni tumori si guarisce, da altri no , in questo post sostengo che, oltre all'autodeterminazione, sia necessario un approccio diverso alla morte
 
alexandra68a
alexandra68a il 03/09/16 alle 09:05 via WEB
Un bel tema leggero per iniziare la giornata
 
lula.lewis
lula.lewis il 04/09/16 alle 07:44 via WEB
Mi piace il modo in cui descrivi la morte, avrei tanto da dire, per esperienza naturalmente.. Anche se potrebbe sembrare inverosimile. Ci farò un post, ne parlo raramente perchè non ho voglia di convincere le persone, che se ci penso faccio fatica a crederci anch'io, eppure sono esperienze che ho vissuto e che vivo, e mi reputo una persona fortunata... La vita non finisce con la morte, nel frattempo ti mando un abbraccio!
 
 
hieronimusb
hieronimusb il 04/09/16 alle 09:33 via WEB
Bene, verrò a leggere volentieri :o)
 
   
lula.lewis
lula.lewis il 06/09/16 alle 07:05 via WEB
Farò il post presto, siccome è un pochino lungo, devo avere il tempo per riuscire a spiegarlo in modo semplice.. Premetto che sembrerà inventato, ma non lo è... La mia fantasia è grande, ma non così grande da inventarmi il tutto!! Ciao Bbbello, prometto di parlartene appena possibile!!
 
     
hieronimusb
hieronimusb il 06/09/16 alle 15:18 via WEB
Bene, rimarrò in ascolto :o)
 
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INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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