Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Vorrei sapere

Post n°559 pubblicato il 25 Giugno 2017 da hieronimusb

Vorrei sapere se in questo mondo, in questo mio tempo esista ancora una donna vera, capace di vivere una storia vera, capace di gioia, di allegria, di voglia di vivere.

Ultimamente mi imbatto in personaggi, donne all'apparenza, ma che oltre all'apparenza non hanno nulla di più, che pretenderebbero di vivere in una fiction, in un mondo virtuale dove loro sono libere ed indipendenti, per fuggire da una realtà che invece le vede solo oggetti, proprietà di uomini a cui di loro non interessa nulla.

Come si può essere così falsi?
Come si può credere che un'illusione possa riscattare una realtà?

Ma poi, se ognuno si limitasse a vivere le storie nella sua testa, potrebbe essere quasi comprensibile ed invece no, invece loro vogliono coinvolgere altri, pretendere che altri vivano le loro stesse emozioni, salvo poi , quando la realtà esige il suo prezzo, scappare senza preoccuparsi del dolore che infliggono.

Ed allora vorrei sapere se esiste ancora una donna VERA, capace di mettersi in gioco completamente per un sogno che possa diventare realtà, un sogno da vivere insieme, un piccolo progetto, anche solo piantare un campo di pomodori, ma che sia qualcosa da fare insieme.

Ovvio, ci deve essere qualcosa di più, ci dev'essere un battito d'ali, una vibrazione, un'armonia, altriment le cose non hanno senso.
io voglio volare, voglio vivere, voglio provare ancora gioia ed emozione e non mi importa dei problemi che ci possono essere, quelli sono abituato ad affrontarli, ma per favore, se non avete coraggio, se preferite la vostra cuccia infelice ad una prospettiva di vita, lasciatemi in pace, io cerco una donna VERA

Se questa donna esiste e se per un miracolo della vita riuscissimo ancora a vibrare insieme sono disposto a mettermi in gioco con lei ogni singolo giorno che mi resta da vivere

 
 
 

Diario minimo di sopravvivenza canicolare

Post n°558 pubblicato il 24 Giugno 2017 da hieronimusb

E' estate e su questo, purtroppo, non ci piove!
Non ci piove in tutti i sensi sia per la siccità che per l'ovvietà del concetto: siamo in estate  e a caldo.
Quando dico che è la stagione che mi piace di meno, tutti mi assalgono, "Ma come? E' la stagione delle ferie, mare, caldo, sole".

Già, ma quando io parlo dell'estate penso a questo particolare periodo dell'anno in cui un sole feroce si alza molto presto al  mattino  e spadroneggia per il cielo tutto il giorno fino a sera inoltrata, irradiando calore arroventando automobili, strade, case, calore che poi, nelle poche ore di buio non si riesce a dissipare per cui stamattina alle 7.00 c'erano già , (o ancora), 27 gradi.

La casa dove abito è sistemata bene, ha aperture sia verso mare che verso monte e solitamente tenendo le finestre aperte l'aria circola sempre garantendo un'ottima vivibilità, ma in questo periodo anche qui le certezze vacillano.

A parte momenti come questi che, seduto sul terrazzo , mi godo di un ottima brezza essendo il sole dall'altra parte della casa, con il procedere della giornata il sole le girerà intorno rosolandola come un pollo allo spiedo ed allora dalle finestre lasciate inopinatamente aperte entrerà aria rovente che attenderà paziente fino a tarda sera quando sarà ora di andare a letto e mi tormenterà per tutta la notte.

Ho il condizionatore, ma non mi piace dormire tenendolo acceso, così sono due notti che mi rotolo tra le coperte sudato con il rischio che un'improvvisa brezzolina notturna mi geli improvvisamente le terga causandomi un gran bel mal di schiena.

Va bene, passerà anche questo periodo in cui fa troppo caldo anche solo per pensare , piuttosto sto pensando che dovrei anche stirare.... lo rimando a domattina oggi  proprio non ho voglia

 
 
 

Sabato 17 Giugno

Post n°557 pubblicato il 17 Giugno 2017 da hieronimusb

Strada facendo il blog si è regolarizzato ed è ormai un settimanale, e non perchè accadano poche cose, anzi, tutto il contrario, la vita reale va, occupa spazio, riempie le giornate e scopri che , senza rendertene conto, un'altra settimana è passata.

Andando per settori, il lavoro latita, le cose si muovono lentamente, ho avuto un paio di discussioni con gli inglesi che lamentano un'eccessiva aggressività nell'affrontare le situazioni mentre loro sarebbero più flemmatici e si crogiolerebbero in quel bel stabilimento che ho frequentato alla fine di maggio, facendo le loro cosine con muchiiiiiiiiiisssima calma.

Peccato che fuori di là il mondo corre e rotola in avanti ed io che vorrei vedere maggior grinta sbatto tutti i giorni la testa contro un muro di gomma.
Non mi faccio male, ma la frustrazione aumenta.

Ho deciso che ad Ottobre tirerò le somme e, nel caso le cose non siano cambiate tornerò a guardarmi intorno.

Lato casa tutto procede a meraviglia, dopo essere tornato single mi sono riappropriato degli spazi che prima mi erano negati, ho messo su il mio studio-laboratorio-antro_dello_scienziato_pazzo e mi piace sia il colpo d'occhio che starci a lavorare ed è stato stupendo oggi alzare gli occhi e scoprire che erano già le sette di sera ed il tempo del dopo pranzo era volato.

L'applicazione a cui sto lavorando è venuta bene e necessità solo di piccole limature, quindi anche qui le soddisfazioni arrivano.

Anche l'aria è cambiata, giovedì sera quando sono arrivato c'era un afa opprimente e le zanzare col kalashnikov che ti assaltavano ad ogni passo , adesso sono seduto fuori sul terrazzo, c'è una deliziosa brezzolina che ha spirato tutto il giorno mitigando la temperatura ed asciugando il copriletto in lana che ho lavato con grande sforzo e che metterò via fino a dopo l'estate.
Le termocoppie di guardia mi dicono che ci sono 27 gradi, da farci la firma.

Anche oggi, per pranzo sono andato in spiaggia portandomi il libro ed è rilassante in questo periodo di poca gente scambiare anche due parole con Matteo e Mirella, gestori del bagno.

Io sono ancora bianchino ed il massimo che mi sono permesso finora sono i pantaloncini e l acanotta,  ma già sulle sdraio si notano corpi perfettamente abbronzati, lucidi di creme e luccicanti al sole.
Sarà il caso che mi decida anche io a colorarmi un poco per non dover recitare la parte del fantasma nel Macbeth della spiaggia.

In questo settimanale manca il suppplemento sportivo essendo estate, vogliate scusare, tornerà a breve, però è tempo di concerti all'aperto ed a me stasera piacerebbe tornare a vagare per feste e sagre cercando quella musica che riesce a sciogliere anche un orso come me.
Chissà che con la compagnia giusta...

 
 
 

Ci sono volte....

Post n°556 pubblicato il 10 Giugno 2017 da hieronimusb

Ci sono volte in cui la vita , quasi per scherzo, ti apre una nuova  strada davanti e ti offre l'opportunità di  abbandonare la strada vecchia che sta diventando sempre più arida, sempre più vuota.

Certamente è un rischio, in fondo le cose conosciute ci danno tranquillità ed anche se ormai ci troviamo male , anche se camminiamo curvi sotto il peso di fallimenti e delusioni, è comunque una strada che non riserva più sorprese , nel bene e nel male ed a volte un po' di abitudine, un po' di monotonia possono aiutare a mettere in fila i giorni.

Per cui si guarda la strada nuova con un po' di sospetto, si storce il collo per guardare cosa c'è al di là della prossima curva, ci si alza in punta di piedi per sbirciare il più lontano possibile...
Ci si misura anche per vedere se abbiamo la forza di cambiare strada ed intraprendere una nuova avventura, un nuovo volo che potrebbe anche essere lungo e felice , ma potrebbe anche concludersi con un atterraggio disastroso ed ormai abbiamo esaurito i cucchiaini per raccoglierci dopo.

Così si fa finta, di niente, si tentenna, si cazzeggia, si butta una voce per vedere se oltre l'orizzonte qualcuno risponde...

E la Vita inizia a spazientirsi...
"Oh insomma, ti vuoi decidere?"
"Si, vabbè, mo' decido, ma che garanzie mi dai?"
"Nessuna"
"Ah beh, sicuramente è incoraggiante" ti viene da dire ironicamente.
"Ma tanto cosa hai da perdere?"
"Che ho ancora i cerotti della volta scorsa ed i lividi fanno ancora male"
"Che vuoi che sia, passerà!"
"Si grazie, ma intanto i lividi li ho io mica tu"
"Oh quante storie, ti è ben piaciuto all'inizio"
"E' quello il fatto , comincia sempre bene, però una volta che sei partito mica è facile fermarsi"
"E tu non fermarti"
"Non hai capito, ci fosse almeno il paracadute"
"Niente paracadute e niente rete, per me solo gente che ama il rischio"
"Gente idiota dunque"
"Per questo ho pensato a te"
"Simpatica!"
"Beh, puoi sempre entarre nel gregge di quelli che si fanno storie virtuali per sfuggire alla vita reale, che prendono dai sognatori per riempirsi la testa di bugie a cui credono ed a cui pretendono gli altri credano, poi quando tutta quella bellezza potrebeb diventare realtà si spaventano e distruggono tutto"
"Si conosco qualcuno, ho avuto esperienze"
"Pensa invece, una nuova strada, un nuovo cammino, qualcosa di nuovo da costruire, ritrovare la bellezza, la gioia l'allegria e poi... la merce più preziosa, qualcosa da ricordare e di cui sorridere domani"

Si, è vero, ogni occasione è un'opportunità, qualcosa che è nelle nostre mani, creta, plastilina da modellare, uno spazio vuoto in cui costruire, una realtà da vivere e se si fallisce è sempre un'esperienza, si impara a fallire meglio.

Ho deciso che vado ed è stata una decisione rapida, così come deve essere, pronti via, abbandonati zaini e zavorre ci si mette in tasca un po' di speranza, un pizzico di illusione , follia quanto basta e da domani si cambia passo.
Ho il sorriso dei giorni migliori



 

 
 
 

Leggenda

Post n°555 pubblicato il 09 Giugno 2017 da hieronimusb

Premessa
Avevo scritto questo racconto molti anni fa, nel 2000, era inizialmente destinato al figlio di un'amica, Antonio, detto Antonito, ed avrebbe dovuto essere una storia di draghi e cavalieri senza paura, poi il racconto mi prese la mano, la storia uscì da sola come altre storie ed altri racconti dopo di essa.
Oggi la ripropongo qui dopo una giornata in cui si è parlato di draghi , di timori, di  speranze e di nuovi incontri

Abito a ….., un paese a 20 Km da Torino.
Chi arriva da fuori non può fare a meno di notare come le montagne che sovrastano il paese (San Giorgio e San Valeriano) paiano cullare in un abbraccio poderoso le case come una mamma premurosa culla un bambino.
Ai piedi del paese inizia la pianura padana, che in un susseguirsi di campi , prati e boschi accompagna il Po fino al mare.
C'è molto verde e molta quiete tutto intorno, i boschi ci forniscono legna per il fuoco d'inverno e fresco per le passeggiate d'estate...

Ma non è sempre stato così.

Una volta, molto tempo fa, quando le case erano molte meno di adesso, i castelli non c'erano ancora e molta parte della storia che si studia a scuola non era ancora stata scritta, sul monte S. Giorgio arrivò un drago.
Il paese era abitato da contadini, povera gente che allevava qualche animale e che viveva con il raccolto dei campi.
La prima volta che lo videro rimasero terrorizzati, il Drago Rosso era gigantesco, due grandi corna gli ornavano i lati della testa, mentre altri aculei più o meno lunghi e appuntiti lo coronavano. Gli occhi erano due pozzi neri di malvagità. L'intera testa era ricoperta di spesse squame ossee e dalla bocca poteva emettere fuoco e fiamme.
Le zampe poderose terminavano in lunghe dita munite di artigli, due enormi ali gli permettevano di volare. Dalla testa alla punta della coda una serie di spuntoni contribuivano a rendere ancora più orribile la bestia.
La sua fame era enorme e si avventava su qualsiasi essere vivente avesse la sfortuna di capitargli a tiro.
La sua prima vittima fu una mucca, che divorò in un attimo mentre il padrone terrorizzato restava a guardare.
La seconda fu il padrone della mucca
Poi via, via, pecore, maiali, altri uomini e animali.
La gente non aveva più il coraggio di uscire di casa, nei campi i raccolti marcivano, gli animali venivano portati a mangiare vicino a casa, ma ben presto l'erba ed il fieno furono terminati e si prospettò per gli abitanti l'ombra terribile della fame e della carestia.
Una sera si riunirono tutti in una stalla per decidere cosa fare. Uomini e donne, ragazzi e ragazze anche i bambini erano raccolti per parlare, farsi coraggio a vicenda e trovare una soluzione.
Alcuni dicevano che si doveva abbandonare il paese, "Non è possibile lottare contro il Drago, è una creatura dell'inferno e ci ucciderà tutti, e se non lo farà lui moriremo di fame".
Altri pensavano di andare a chiedere aiuto al Re perchè mandasse i soldati, "Già così almeno per qualche tempo non mangerà noi ma i soldati" ridacchiò qualcuno, ma fu subito zittito dalle occhiate degli altri.
"Io dico che dobbiamo uccidere il Drago! ", chi aveva parlato era un giovane alto e muscoloso con i capelli neri e lunghi ed occhi  fieri, era il figlio di una signora che abitava alla periferia del paese, del padre non si sapeva nulla, la donna era arrivata in paese pochi mesi prima che il bambino nascesse, e subito molte male lingue avevano malignato sul fatto che fosse una di quelle...
La donna e il bambino avevano condotto la loro esistenza in modo riservato, coltivando i campi come tutti gli altri, e molti si accorgevano  solo adesso della sua presenza alla riunione.
Tra questi alcune ragazze che sospirarono improvvisamente innamorate.
"E come conti di uccidere quella creatura del demonio?" gli chiese il mugnaio che era anche il potestà del paese.
"So dove è la sua tana, per entrare e uscire deve rannicchiarsi e chiudere le ali. , in quel momento è molto lento e quindi più vulnerabile, Essendo in tanti potremmo colpirlo stando al riparo da sopra l'imboccatura della grotta. Dietro alla testa, dove finisce la corona ossea le squame sono più deboli e possiamo perforarle con le spade, le lance ed i forconi."
"Non se ne parla neanche!", era il prete che aveva parlato , "quella creatura è un castigo di Dio, per i nostri peccati, e tu vorresti sfidare Dio e le sue punizioni?, dobbiamo invece pentirci e il drago se ne andrà da solo!"
"Da quando in qua Dio usa strumenti del demonio per mandare messaggi agli uomini?", ribattè il giovane, " hai notizie di quanto durerà questa punizione o cosa dobbiamo fare per pentirci? e soprattutto... DI COSA CI DOBBIAMO PENTIRE?, tutte queste persone lavorano onestamente, e lavorano duro, rispettano gli altri e santificano le feste, di cosa ci dobbiamo pentire?"

Tutti annuirono , quanto aveva detto il giovane era vero, forse qualche alzata di gomito, qualche rissa durante le feste, ma sempre in allegria e mai con cattiveria, per che cosa avevano meritato quella punizione così dura?

"Come fai a conoscere le cose che ci hai detto del Drago", domandò una ragazza seduta accanto al podestà. Era una giovanetta di circa sedici- diciassette anni, che tutti consideravano la pià bella ragazza del paese , sapevano anche però che era di carattere estremamente forte che rifiutava i lavori tipici delle ragazze per aiutare il padre nel suo lavoro e, un giorno, aveva preso a ramazzate un giovanotto di città che si era presentato al padre chiedendola in moglie e, vantando le ricchezze e la nobiltà della sua famiglia, aveva presentato un discreto gruzzolo come dote.

"Puoi comprarti una mucca o una gallina come moglie con i tuoi soldi", l'avevano sentita gridare mentre con la ramazza di saggina inseguiva il malcapitato finchè questi attraversato il ponte sul Sangone non era risalito sulla sua carrozza e ripartito a precipizio.
Qualcuno aveva riso apertamente alla scena, qualcun'altro scuotendo la testa aveva sentenziato "quella lì non si sposerà mai!"

Erano fatti di pochi mesi addietro , ma quanto sembravano distanti adesso alla luce fioca delle candele, ammassati in quella stalla a decidere di un futuro che mai era parso più nero.
Guardando la ragazza come si guarderebbe chiunque altro, il giovane disse con semplicità , "Sono stato più volte a guardare il drago quando entra o esce , conoscevo la grotta già prima che il Drago ne facesse la sua tana e conosco bene la zona per sapere dove nascondermi e quale strada seguire per non essere scoperto."

"Molti potrebbero perdere la vita in questo tentativo", obiettò il podestà.
"Non lo escludo" disse con calma il giovane, "Ma è l'unica possibilità che ci rimane, se siamo uniti sono sicuro che ce la possiamo fare."

"Ogni opportunità deve essere vagliata, metteremo ai voti la tua proposta e vedremo se ci sono dei volontari , ovviamente non posso obbligare nessuno." poi rivolto agli altri chiese "C'è qualcuno che si offre volontario per tentare questa impresa?"

Nuovamente il prete prese la parola "E' una pazzia, non potete mettervi contro Dio e le sue punizioni, vi dico che chi morirà in questo tentativo sarà dannato per l'eternità, non ascoltate questo folle, anzi secondo me è a causa della condotta di sua madre che abbiamo questa punizione." poi rivolgendosi al giovane lo apostrofò con rabbia, "se vuoi andare vai, MA DA SOLO! perchè tu e tua madre che ti ha avuto senza essere stata unita in matrimonio siete i responsabili di questa situazione, non trascinerai nessun altro di questo paese nella dannazione che voi avete meritato!"

Le parole del prete sembravano dure, ma toglievano tutti dall'imbarazzo del tirarsi indietro, "Se Dio vuole così è inutile opporsi." pensavano in molti ipocritamente, pur senza crederlo veramente.

Il giovane sembrava annientato da queste parole così dure , ma strinse i pugni e stava per replicare quando...
"Che argomenti hai per parlare così prete?" la figlia del mugnaio si era alzata e si era venuta a frapporre tra il giovane ed il sacerdote, "Sai qualcosa di questo giovane che noi non sappiamo forse? Se non sbaglio da quando sono nata, non ho mai sentito nessuno lamentarsi per la condotta di queste persone!  E  poi perchè la punizione divina avrebbe dovuto aspettare tutti questi anni ? perchè avrebbe dovuto coinvolgere noi che non c'entriamo niente? Cosa vuoi? Vuoi che uccidiamo questo giovane e sua madre per salvare le nostre vite ? Sei sicuro che questo sarebbe utile alla nostra causa?"

Poi rivolgendosi agli altri disse "In tutta questa sera l'unica proposta che ho sentito è quella di questo giovane, è una pazzia certo, ma è L'UNICA PROPOSTA, allora c'è qualcuno che si offre o che ha una proposta migliore ?"

Nella stalla scese un silenzio innaturale, tutti guardavano a terra o desideravano ardentemente essere da un'altra parte.
Passarono lunghissimi minuti in cui il solo rumore era quello delle bestie che mangiavano quel poco di fieno rimasto, anche chi si era portato qualcosa da fare, gli utensili da affilare, un cesto da riparare rimaneva immobile sperando che lo sguardo degli altri non lo cercasse.

"C'è ancora un'altra possibilità mia signora", il giovane si rivolse alla ragazza, "andrò da solo, ma se non dovessi tornare vorrei che qualcuno si occupasse di mia madre."
"Ti chiedo perdono per questi vigliacchi, veloci di lingua, ma con il coraggio di un ratto" disse la ragazza  girando lo sguardo sui presenti, " Ma come conti di riuscire nella tua impresa ? mi sembra veramente disperata!"

"Avevo previsto questa opportunità, e ho studiato un piano differente. Come ho già detto andrò da solo,  ma voglio l'assicurazione che mia madre sarà aiutata se io non dovessi tornare, è ormai anziana e non può coltivare i campi da sola!"
"Padre?" la ragazza si volse con sguardo interrogativo sul potestà che si alzò e appoggiò la mano sulla spalla del giovane "Hai la mia assicurazione", disse, "a tua madre non mancherà nulla se tu non dovessi tornare, sia che la tua impresa abbia successo , sia che fallisca" e aggiunse in tono più sommesso "Ti chiedo perdono per quanto ti è stato detto questa sera, e ti ringrazio per ciò che ti appresti a fare."

"Una cosa ancora signore" disse il giovane "Avrò bisogno dell'aiuto del fabbro per realizzare il mio piano."
"Tutto ciò di cui hai bisogno lo avrai figliolo!".
La riunione si sciolse e ognuno tornò alla sua casa cupo e pensieroso, di lontano il ringhio del Drago si fece sentire come un monito.

La mattina dopo di buonora il giovane si presentò all'officina del fabbro e gli espose il suo piano, si trattava di costruire una specie di grossa trappola costituita da una molla che doveva spingere all'infuori i rebbi di una specie di forchetta.
Un grosso perno di metallo che scorreva in una serie di anelli avrebbe trattenuto i rebbi in posizione di riposo, a questo perno era poi unito un anello collegato ad una catena e fissato ad un grosso piolo, sempre in ferro con degli inserti che si aprivano verso l'esterno.
Una volta piantato il piolo in terra, qualora si fosse cercato di estrarlo gli inserti si sarebbero allargati aumentando a dismisura la resistenza all'estrazione, nel frattempo il perno scivolando verso l'esterno avrebbe fatto scattare la molla.
"Due sono le cose importanti per il successo del combattimento", aveva pensato il giovane "evitare il fuoco dalla bocca, e limitare i movimenti del Drago".

Così aveva messo a punto una strategia, un'esca a cui il Drago avrebbe dovuto abboccare, una falsa mucca, ripiena di erba bagnata per soffocare il fuoco, e nascosto nella falsa mucca il morso che scattando avrebbe trafittto la bocca della bestia, che sarebbe stata quindi trattenuta a terra come un pesce preso all'amo.
Restavano da rendere innocui gli artigli e la coda, ma se fosse riuscito a colpirlo da dietro il collo avrebbe avuto qualche possibilità di riuscita.
I lavori durarono due giorni interi . Due coppie di buoi vennero usate per tendere la molla, e alla fine tutto fu pronto.

Nonostante il sole non fosse ancora del tutto sorto, tutto il paese era presente , pur facendo finta di essere lì per caso, alla partenza del giovane.Le ragazze sospiravano nel vederlo così bello andare verso la morte certa.

Il giovane non aveva indosso alcuna armatura, non sarebbe servita contro quegli artigli, e poi non ne possedeva nessuna, aveva però con sè la spada di suo padre, cavaliere, morto prima che lui nascesse , morto per difendere una donna dall'assalto dei briganti e lasciando così la sua sposa sola ad aspettare il loro figlio, altro che figlio illegittimo o figlio della colpa.

Aveva poi una lunga lancia preparata con cura scegliendo un frassino e lavorandone la punta alla forgia del fabbro.
Si issò in spalla la falsa mucca , e si incamminò faticosamente verso la montagna arrancando sotto il peso, si trovò a passare tra due ali di folla silenziosa , ma tra essi non vide la ragazza che era intervenuta in sua difesa due sere prima, vide invece il podestà che lo guardava con aria triste ed il prete.

All'uscita del paese,. dove iniziano i sentieri che utilizzano i paesani per andare a raccogliere legna o erba o funghi , scorse una figura che sembrava attenderlo.
Con un paio di pantaloni da uomo, ed una camicia sempre da uomo infilata nelle braghe, ai piedi gli zoccoli della povera gente di paese c'era la figlia del mugnaio.
"Vengo con te!", gli disse decisa, "non potevo partire dal paese perchè mio padre me lo avrebbe impedito!"
"Non puoi venire con me è troppo pericoloso", obiettò il giovane.
Invece di rispondere la ragazza, gli tolse dalla mano la lancia, "Ma guardati", gli disse ridendo ," così conciato ci metterai una vita ad arrivare dove vuoi mettere la tua trappola, nel frattempo il Drago andrà a caccia e si troverà la cena già bella e pronta."

"Non puoi venire ", tentò nuovamente di ribattere il giovane
"Tu non puoi dirmi ciò che posso o non posso fare", la ragazza lo guardò fisso negli occhi, "ho deciso di venire e verrò, che tu lo voglia o no !"
Era un carattere fiero e deciso, lui capì che era inutile insistere, e poi la presenza di lei gli dava fiducia e coraggio.

Acconsentì a che lei si caricasse, oltre alla lancia anche lo spadone e quel minimo di attrezzatura che si portava nello zaino
I due giovani salirono fino al punto scelto per tendere la trappola, era una sella posta tra la rocca ed il San Giorgio da cui lo sguardo poteva spingersi su buona parte della pianura, al di fuori del paese pur essendo abbastanza vicina.
E venne il momento di fissare il piolo nel terreno, Alto un metro e con uno spessore di dieci centimetri aveva una punta acuminata per conficcarsi più facilmente nella roccia.
La ragazza teneva il piolo mentre il giovane facendo  roteare sopra la testa la mazza da dieci chili la abbatteva con tutta la sua forza sulla testa del piolo stesso per conficcarlo nel terreno.
Centimetro dopo centimetro il piolo spofondava nella roccia, avrebbe dovuto sostenere lo sforzo del Drago per liberarsi e non si potevano correre rischi.
Ad ogni colpo di mazza le mani e le braccia della ragazza erano scossi in modo doloroso dalle vibrazioni, ma non mollò la presa finchè non fu sicura che la sua stretta non era più necessaria.

Il ragazzo la guardava con un misto di ammirazione e sentimento, era bellissima, aveva legato in una coda i capelli perchè non le dessero fastidio, il viso arrossato dallo sforzo e le smorfie di dolore ad ogni colpo gli facevano vibrare il cuore.
Non un solo lamento si era levato dalla bocca della ragazza nonostante il dolore e l'intorpidimento della braccia.

Da parte sua la ragazza guardava il giovane e si rendeva conto di vederlo per la prima volta. Si era sfilato la camicia ed il sudore brillava sul suo corpo mentre i muscoli guizzavano sotto la pelle guidando la mazza a compiere il suo dovere, nonostante la sensazione di pericolo non aveva paura, (non molta almeno…).

Alla fine la trappola fu pronta, sul prato della selletta una mucca legata ad un paletto stava brucando l'erba.
I giovani fecero alcuni viaggi fino al ruscello per riempire i secchi di acqua e bagnare l'erba verde di cui era piena la mucca.
Era ormai quasi sera l'ora in cui il Drago andava a caccia e quindi si nascosero poco distante.
Non dovettero attendere a lungo, un ringhio feroce si levò nell'aria e d'improvviso su tutta la scena calò il silenzio, anche gli uccelli si azzittirono e mosche e libellule cessarono di volare.
Il giovane prese la mano della ragazza e le indicò un punto. A metà della montagna, sul versante che guardava verso il paese una testa orribile emerse dalle rocce, poi due zampe munite di artigli, infine con un colpo di ali il Drago spiccò il volo, visto in piena luce era enorme e orribile.

"E' giunto il momento", pensò il giovane. Si era chiesto spesso cosa avrebbe provato nel momento della prova, ora con la mano di lei nella sua, si sentiva tranquillo, aveva un motivo in più per lottare.
Il Drago compì un largo giro e parve allontanarsi, invece girò attorno alla vetta della montagna come a scrutare il territorio alla ricerca di prede, finalmente vide la mucca e si avventò su di essa.
Le sua ali fecero tremare gli alberi come se un vento furioso si fosse abbattuto su di loro.
"Le ali", al giovane si fermò il cuore, non aveva considerato che anche le ali avrebbero potuto costituire una minaccia, come avrebbe potuto avvicinarsi?

Ma ormai era troppo tardi, il Drago aveva azzannato la preda e cercava di risollevarsi in volo.
Il perno scivolò dagli anelli e la molla scattò conficcando i rebbi in profondità nelle mascelle della bestia.
Un ruggito orrendo di rabbia e dolore uscì dalle fauci, mentre un fumo acre si spargeva tutto intorno, l'erba bagnata stava soffocando il fuoco.
La bestia iniziò a strattonare la catena avanti e indietro, ma il piolo resisteva. Era il momento di agire, una calma fredda si impadronì del giovane, che lasciò con riluttanza la mano della ragazza, strinse le mani sull'elsa della spada di suo padre.
"Per te padre mio che non ho mai conosciuto, dammi la tua benedizione in questo momento!" pensò come una muta prghiera.

E uscì allo scoperto, la catena non poteva resistere ancora per molto a quegli strappi formidabili.
La fortuna lo aiutò per la prima parte, mentre si avvicinava alle spalle della bestia, calcolò l'attimo e saltò sulla zampa posteriore fermamente fissa al suolo nello sforzo di liberare la testa , aggrappandosi agli spuntoni ossei e facendo attenzione a non ferirsi (potevano essere velenosi), si diresse verso il collo del Drago, ma proprio in quel momento la catena con uno schianto infernale cedette. L'improvviso contraccolpo fece volare letteralmente il giovane dalla schiena dell'animale e solo per un miracolo d'equilibrio riuscì ad atterrare in piedi.
Ma il Drago lo aveva visto, 
Con le fauci ancora inchiodate dalla trappola ed un inutile pezzo di catena che ne fuoriusciva, la bestia guardò quello che capiva essere la causa del suo dolore e della sua rabbia. Era a portata dei suoi artigli e avrebbe pagato per la sua audacia.

La ragazza aveva visto tutta la scena e aveva capito immediatamente la situazione , il drago avrebbe ucciso il giovane, sarebbe stato libero e tutto sarebbe stato inutile, Era sul fianco della scena e la bestia era distratta dal giovane dinanzi a lei .
Prese con le due mani la lancia  e tenendola puntata dinanzi a se, uscì dal suo nascondiglio e iniziò a correre …
Urlando per farsi coraggio
Urlando per convincere le sue gambe a correre verso quella cosa, mentre loro avrebbero voluto correre dalla parte opposta
Urlando per vincere la paura che le serrava la gola
Urlando per farsi forza sapendo che doveva  appoggiarsi con tutto il suo peso sulla lancia per vincere la resistenza delle scaglie del Drago.
Urlando per non piangere, sapendo che era la sua ultima corsa.

L'impatto la lasciò senza fiato, ma sentì la lancia che affondava nel collo della bestia. non mollò la presa neanche quando si sentì sollevare in alto, poi … l'impatto tremendo degli artigli la scagliò lontano.
Fu un attimo, ma fu sufficiente! Alzando la zampa per colpire la ragazza il Drago si era esposto ed il giovane affondò con tutte le sue forze la spada nel petto della bestia trafiggendone il cuore. Il sangue del Drago lo investì iniziando a bruciargli la pelle, e a rubargli la vita.
Con un ultimo orrendo ringhio la bestia crollò al suolo colpita a morta e stette immobile. Il silenzio piombò sulla scena.
Il giovane sentiva la  vita sfuggirgli velocemente risucchiata dal veleno, ma si guardò attorno per cercare la ragazza.
La trovò poco distante, gli artigli le avevano risparmiato il viso che ora era illuminato dallo sforzo di un sorriso.
"Ce l'abbiamo fatta " disse lei dolcemente.
Si appoggiarono ad una roccia lui le pose un braccio attorno alle spalle lei gli appoggiò la testa al petto.
"Ti avrei chiesto se volevi sposarmi " le disse...
"Ti avrei risposto di si", rispose lei...

Poi il Silenzio
....
Lui si alzò la prese per mano , guardarono quelli che erano stati i loro corpi, un ultimo sguardo al drago e si avviarono verso quella vita che non termina, dove tutto è possibile, dove c’è risposta ad ogni domanda, dove il freddo, il caldo sono solo ricordi, dove anche il dolore è solo un ricordo.
Felici ... insieme.
..........

I paesani , vinta la paura e dopo aver capito che il Drago era stato sconfitto, si avventurarono sulla montagna, e trovarono i corpi dei due giovani avvinti nel loro primo, ultimo abbraccio.
Poco lontano la carcassa del Drago con una lancia nel collo e una spada infilata fino all'elsa nel petto, dalla bocca pendevano gli anelli di un'inutile catena.
Non si poteva far festa, e così tutto il paese fu parato a lutto, i due giovani vennero seppelliti insieme sul luogo del loro sacrificio, una grossa croce venne piantata a memoria per i posteri.
Nell'omelia il prete chiese pubblicamente perdono al giovane ed a sua madre e fu perdonato.
La carcassa del Drago venne bruciata  per bonificare la zona dal suo sangue velenoso, le sue ossa rimasero per lunghi anni a ricordare quello che era accaduto, poi l'erba e gli alberi crebbero, e la memoria diminuì.
Oggi del drago non c'è più traccia , è rimasta la croce e , da qualche parte nel bosco, un'inutile catena.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRò

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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