Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Non valgono una sega, ma se qualcuno volesse copiarli da un'altra parte mi farebbe piacere saperlo.

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A cosa serve l'Amore

Post n°554 pubblicato il 04 Giugno 2017 da hieronimusb

Ho letto anni fa un libro di Piero Angela "Ti amerò per sempre" dove l'illustre divulgatore spiegava che poeti, letterati, cantanti, scrittori che per decine di secoli  avevano cantato l'Amore non avevano di fatto capito nulla.
L'amore, l'innamoramento è solo un fenomeno biologico, un processo elettrochimico per cui un enzima, di punto in bianco si sveglia, zompa addosso ad una proteina, se la inchiappetta e da quella relazione nascono dei catalizzatori che hanno come effetti collaterali un regredimento delle facoltà mentali, ansia, euforia, farfalle nello stomaco.

Il dr. Angela però non ha saputo spiegare perchè, quell'enzima si attiva e perchè con quella determinata persona e non altra, oltretutto l'esimio membro del CICAP, non si è accorto che con questa spiegazione sic et simpliciter, si sdogana la possibilità che esistano i filtri d'amore, se uno conoscesse gli ingredienti che fanno attivare l'enzima.

Dunque, perchè esiste l'amore?, Perchè esiste l'innamoramento?
I più cinici diranno che è per la perpetuazione della specie, una sorta di programma inserito dentro di noi che riguarda il "crescete e moltiplicatevi" di biblica memoria.
Ma se così fosse a cosa servirebbero quelle emozioni, ansia, gioia, sofferenza, delusione, illusione, senso di esaltazione, senso di fallimento, abbattimento, prostrazione, (caspita mi vengono di più quelli negativi che gli altri)
perchè devo avere il sorriso da ebete quando lei mi telefona e quello ansioso-incazzato-isterico se lei non risponde al mio TVTTBTAI in una frazione di tempo in cui la luce dice buh!

Perchè, molto semplicemente, non potrei avvicinare la donna che mi interessa ed annusarle il culo? Se a lei va bene alza la coda, facciamo e poi resto con lei ad allevare la prole fino a che i marmocchi siano autosufficienti
Se non le vado a genio semplicemente tiene la coda abbassata, pazienza vado a cercare altri culi da annusare.

Perchè invece mi devo innamorare, perchè devo sperare che , tra sette miliardi di persone, due individui si incontrino, si piacciano, si scelgano, rincretiniscano improvvisamente e CONTEMPORAEAMENTE?

Non venitemi a dire che è perchè le donne non hanno la coda!

Ci deve essere qualcosa di più che fa si che io mi innamori di quella persona e soltanto di quella, ci deve essere qualcosa di più che mi porta sull'ottovolante, che mi fa sentire l'intestino come se un reparto di scout si allenasse alla gara nazionale di nodi.

Ci deve essere qualcosa di più che riempie le pagine dei libri, i racconti dei poeti, le serate degli innamorati.
Ci deve essere qualcosa di più che mi porta a sentirmi uno straccio quando lei se ne va.

Ma perchè quel fottutissimo enzima non smette il suo lavoro? gli concedo di appoggiarsi sui cuscini, accendersi una sigaretta e chiedere alla proteina "Ti è piaciuto Baby?

Esiste un flltro del disamore?
Se qualcuno lo brevettasse diventerebbe miliardario

 
 
 

I'm back

Post n°553 pubblicato il 01 Giugno 2017 da hieronimusb

I'm back, under an Italian sky

Il viaggio di ritorno da Telford a Milano è andato bene, il tassista era in anticipo, come me del resto, non c'era traffico e così alle 9.40 ora locale ero all'aeroporto, ho fatto velocemente le pratiche al check in per mollare la valigia e l'unico intoppo è stato ai controlli di sicurezza dove un inserviente stava facendo il training ad un collega e, per ogni valigia ci mettevano due minuti buoni intasando i nastri.

In ogni caso, molto per tempo erao al Gate.

Nonstante abbia viaggiato ovunque per il mondo, abbia preso centinaia e centinaia di aerei, abbia girato aeroporti su aeroporti, abbia noleggiato auto, guidato un po' ovunque, non mi sia mai perso , ogni volta che devo prendere un aereo mi viene l'ansia.

Innanzitutto tutti gli aeroporti si assomigliano ed una volta varcate le porte ti ritrovi in un mondo più o meno sempre uguale, voci dai megafoni, gente con i trolley, inservienti, gente che non ha un tubo da fare e sta li perchè c'è l'aria condizionata ,(e che di tanto in tanto trovano un portafoglio, una borsa "smarriti" dai legittimi proprietari).

Terminate le analogie iniziano le differenze, dove caspita è il mio banco del check in? Come pispolo posso mollare la valigia visto che ho fatto il check in online?

E qui ogni aeroporto rispecchia la fantasia del suo progettista, non c'è n'è uno uguale e non ce ne sono due che funzionano alla stessa maniera, quindi prma cosa, tabellone Departures e cercare il nostro volo, vedere da che terminal parte, quindi capire in che terminal siamo.

Qui devo essere sincero, preferisco spostarmi a piedi anzichè con quei bus senza conducente che ti arrivano davanti, aprono le porte, ti ingoiano e si infilano in tunnel scuri che dici Oddio, se c'è un guasto mi troveranno gli archeologi tra duemila anni.

Alla fine, sudato fradicio dopo aver attraversato un sahara di marmo e vetro, arrivi al tuo terminal, non senza prima esserti trovato a camminare in corridoi assolutamente deserti chiededoti se sia la strada giusta, anche in quel caso lasci i saluti agli archeologi del 4000 dc, non si sa mai!

Trovato il terminal, trovato, il check in ti assale il dubbio che la valigia sia troppo pesante, un amica di mia figlia ha viaggaito indossando varie maglie e pantaloni sovrapposti che pareva l'omino Michelin, solo perchè aveva stipato troppe cose in valigia.

Passato anche il trauma del check in, ci si avvia ai controlli di sicurezza dove le situazioni diventano assurde, veri e propri strip-tease perchè quell'infernale macchinetta continua a fare beep ed allora via scarpe, camicie con i bottoni di metallo,

"I pantaloni? Come i pantaloni?"

Anni fa ho visto una splendida signora piuttosto alterata levarsi tutto ed attraversare altezzosa lo stargate in biancheria intima pure piuttosto ridotta.
Per cavalleria noi maschietti ci siamo astenuti dall'applaudire la performance.

Di solito io arrivo già pronto, via il laptop dalla borsa, la cintura l'ho levata prima, le monetine sono nel borsello che va nel cesto insieme al giubbotto, attraverso lo stargate tenendomi su i pantaloni con le mani, arrivao dall'altra parte abbranco le mie cassette e mentre i pantaloni tendono criticamente a scendere mi ficco in un angolo a ricompormi.

A questo punto spesso il gioco è fatto, vado a cercare il gate e dopo averlo individuato posso rilassarmi al bar, leggendo o cazzeggiando in giro.

Altre volte rimane da passare il controllo passaporti , ma con quelli digitali biometrici è ormai una pura formalità 

...a meno che l'aeroporto sia sotto attacco terroristico. Mi è capitato anche quello !

 

 

 
 
 

Diario di un viaggio mancato

Post n°552 pubblicato il 28 Maggio 2017 da hieronimusb

Sono in Inghilterra a Telford, amena cittadina nello Shropshire, letteralmente "inventata", negli anni 60-70 e dedicata ad un ingegnere che progettò moltre strade in questa contea.

Pur essendo la città più estesa dello Shropshire, conta solo 155.00 abitanti, più o meno come Pinerolo), che però non so dove vivano perchè di case non ne ho viste.
Il centro geografico della città è un gigantesco centro commerciale, nuovissimo ed ancora in fase di ampliamento, e tutto è costruito per dare l'idea di spazio ed ariosità, con grandi strade, grandi marciapiedi e rotonde che sbocciano come petali l'una dall'altra tanto che alla terza ti gira la testa e non hai più idea della direzione  anche perchè intorno non c'è assolutamente nulla, tanto, tanto verde e basta.

Anche il parco cittadiono rispetta i progetti megalomani degli ideatori con un'area bambini che è quasi un luna park ed un laghetto corredato di anatre selvatiche che è bellissimo da lontano, soprattutto nelle belle giornate di sole, ma perde il suo fascino da vicino quando si scopre che le passerelle che lo circodano sono ricoperte di guano e l'acqua è fetida perchè stagnante.

Dovendo spendere qui il weekend, mi ero organizzato invece per andare a Liverpool che dista circa due ore di treno, per andare sulle tracce dei Beatles e così mi ero preparato per tempo, la mia collega Amber mi aveva fornito le indicazioni sugli orari e le percorrenze ed io avevo deciso di andarci ieri, Sabato, per potermi poi riposare oggi, ma per quello strano tipo di clima che vige nella terra della perfida Albione, mentre venerdì c'era un sole da spaccare le pietre ed un cielo limpido e azzuro, ieri mattina pioveva ed il meteo di Liverpool prometteva temporali a iosa.

Ora andare a spasso sotto i temporali, per uno che si sposterebbe prevalentemente a piedi non è proprio il massimo, così ho deciso di rimandare ad oggi quando il meteo prometteva una tregua.

Detto fatto ieri mi sono organizzato, acquistato scarpe comode, uno zainetto, (ne avrò una mezza dozzina a casa, ma mi dimentico sempre di cacciarli in valigia), una cintura che altrimenti i pantaloni mi cascano e quella che avevo aveva fatto ormai il suo tempo, e mi sono attrezzato ad aspettare che venisse domenica mattina leggendo, informandomi sulla storia, luoghi e aneddoti da ricordare e visitare.

Sull' I pod ho caricato le canzoni dei beatles per camminare nelal loro città circondandomi della loro atmosfera.

Tutto erfetto ... o quasi...

Non mi sono preoccupato per l'orario del treno in quanto, guardando sul timetable, c'era un treno ogni dieci minuti circa...
... al sabato però! La domenica nisba!

Così stamattina, quando per tempo mi sono recato in stazione a fare il biglietto, ho scoperto che c'era un unico treno che partiva alle 8.15, ma ci avrebbe impiegato quattro ore in quanto doveva andare prima a Manchester e poi a Liverpool.

Nessun autobus

Mi sarebbero rimaste due-tre ore per visitare qualcosa prima di affrontare un altro viaggio di quattro ore per tornare indietro con tre/quattro cambi.

Ora, i luoghi Beatlesiani sono lì da sessanta anni e più, possono ancora aspettare qualche tempo, la prossima volta mi organizzerò meglio raggiungendo Liverpool il venerdi' pomeriggio e ritornando a Telford la domenica sera pronto per ricominciare il lavoro al lunedì.

Tanto qui ci dovrò tornare ancora, c'è la sede europea del gruppo per cui lavoro.




 
 
 

Parlando di cimiteri

Post n°551 pubblicato il 21 Maggio 2017 da hieronimusb

Stamattina giornata luminosa e fresca, un cielo spettacolare di un blu intenso faceva riplendere le diverse tonalità di verde della montagna.
Sovrastata dalla chiesa parrocchiale la piazza del paese iniziava a colorarsi per il mercato dei fiori, aiole rosse, fucsia, gialle, screziate, mettevano allegria, così mi sono avviato con un cuore insolitamente leggero nella mia camminata mattutina, colazione al bar e poi i miei passi mi portano sempre dove riposa Liliana.

Strada facendo conversavo al telefono con un'amica che sapendo che a quell'ora di mattina, quando in giro c'era ancora poca gente , stavo andando al cimitero è rimasta un po' perplessa.

In realtà ho con i cimiteri un rapporto molto sereno, soprattutto girovagando in quello del paesello mi sembra di tornare indietro nel tempo ed i visi sono gli stessi che incontravo per le strade del paese.

Mi piace molto, d'inverno, quando fa buio presto arrivare all'ultimo minuto e farmi chiudere dentro. Il silenzio, i lumini mi danno una grande pace e, di solito in quel caso , faccio il giro lungo a trovare le persone più importanti per me, poi pigio il pulsantino apri porta ed esco.

Stamattina raccontavo queste cose alla mia amica, ma il mio tono era probabilmente così rilassato che abbiamo finito per parlarne in allegria.

Lei è un po', come dire, perplessa di fronte a tutta questa faccenda della morte, dei cimiteri, fiori e tutto quell'ambaradan che è collaterale, per me, avendo vissuto bambino in un rione di vecchi, la morte non è mai stata una nemica.
Li vedevo per strada, li sentivo parlare, poi li vedevo stesi nel letto o nella bara con indosso i loro vestiti migliori, un sorriso sereno sul viso e l'aria soddisfatta di chi ha terminato il suo lavoro ed è consapevole di averlo fatto bene.

Non c'era da aver paura.

C'è da dire che in altri casi, con ogni probabilità mia madre non mi portava, impiccati, annegati o morti in circostanze drammatiche ci sono stati, lo so, ma non li ho visti.

Quando a scuola dai salesiani, ci facevano recitare l'esercizio della buona morte, una roba a metà tra il gotico e l'horror scritta direttamente da Don Bosco, a me veniva da ridere, "non è così!" Pensavo.
E così sono arrivato a questo punto della vita che la morte non mi spaventa e proprio per questo non la cerco e non la sfido, apprezzo ogni cosa della vita al massimo con la curiosità di sapere cosa c'è di là.

Ma stamattina , la mia amica diceva anche che nessuno dovrà vederla stesa e non vorrà essere seppellita.
Ora , sono d'accordo che le tombe di famiglia, i loculi siano orribili, non ho mai abitato in condominio, non vorrei doverlo fare per l'eternità, èerò, la sepoltura nella terra ha una sua poesia e non capisco perchè la gente si indebiti per acquistare un loculo, quando il riposo nel grembo della madre Terra è gratuito.

Liliana aveva chiesto cosa avremmo fatto di lei e noi, scherzando le avevamo detto che l'avremmo imbalsamata e tenuta in casa su una sedia con un braccio alzato in segno di benedizione, ma già allora sapevo che l'avrei affidata alle braccia della nostra madre, perchè ciò che è materia deve ritornare alla mater, ciò che è spirito tornerà al padre.

Noi nasciamo da una madre ed un padre, sia biologicamente che spiritualmente, ritornare ad essi è il chiudersi di un ciclo di un cerchio, che permette di ritornare alla vita.
Ogni cosa affidata alla terra ritornerà vita, sarà un filo d'erba, sarà un fiore accarezzato dal vento e poi, per altri stadi salirà la scala della vita stessa.

Inoltre, dove c'è Liliana è un grande prato dove gli uccelli cantano ed una famiglia di leprottini scorrazza indisturbata .
Lo sguardo poi si apre sul paese e sulle montagne...
Io credo che lei sia felice li.

Restituitemi alla terra
quando verrà il mio giorno restituitemi alla terra
non lasciatemi in una costruzione di uomini
non pensate all'integrita del mio corpo
perchè io non sarò più quella figura esanime
 
non accendete luci sul mio corpo
per allontanare la notte,
ma lasciate che mi copra
premurosa con il suo manto di stelle
 
Restituitemi alla terra
perchè mi possa fondere in essa
e ritornare finalmente alla madre
percorrendo per diverse vie
le strade del mondo
 
La madre genera e divora i suoi figli
nel cerchio eterno della vita
tutto si scioglie e tutto si lega
in questa ruota che gira e gira e gira
 
Restituitemi alla terra dunque
e dimenticatevi di come ero
mi riconoscerete
nel soffio delicato del vento
che vi accarezza il viso
nella pioggia che porta la vita
nella neve che cade silenziosa
 
Alex

 
 
 

Quel batterio nella mia testa

Post n°550 pubblicato il 14 Maggio 2017 da hieronimusb

Se riuscissi ad accendere tuti i neuroni del mio cervello, ad un batterio minuscolo che si trovasse nella mia testa questo apparirebbe come un grande cielo stellato e magari, se questo batterio avesse fantasia, tracciando linee immaginarie tra un punto e quell'altro potrebbe vederci dei disegni, magari animali fantastici, creature mitologiche, o magari un'arciere mentre scaglia una freccia, una mamma che culla il bambino, tutto questo senza curarsi che i punti appaiano soltanto vicini, ma nella realtà siano separati da quelle pieghe che gli scienziati chiamano circonvoluzioni.

Ma il batterio che c'è nella mia testa è molto piccolo, qualche milionesimo di millimetro, non è mai stato individuato dai microscopi, neppure da quelli più potenti perchè in fondo si fa i fatti suoi, non infetta, non crea malattie, si limita a guardarsi intorno piluccando qua e là quel che trova nella mia testa, (sarà per quello che mi dimentico delle cose), ma soprattutto pensa!.

Adesso è lì con la sua maglietta a righe, masticando un filo d'erba e sta guardando in alto verso quell'infinità di punti luminosi sopra la sua testa un po' stupto ed un po' meravigliato e si sente ...piccolo.

Lui pensa che quei punti luminosi siano infiniti, in realtà, essendo nella mia testa sono un numero finito, molto grande, ma finito, ma lui così piccino e lontano non ha la voglia, nè abbastanza spazio nella sua testolina per contenere quell'informazione.

Si sente piccolo ed insignificante e si chiede cosa ci stia a fare lui li, se la sua esistenza è solo rosicchiare i miei ricordi oppure c'è dell'altro, facendo questo non si è neppure accorto che ha pensato a se come entità, separandosi dal mondo al di fuori di lui, ed in questo modo ha acquisito una coscienza di se.

Lui esiste è lì con le gambe accavallate menter  fa dondolare pigramente un piede, guarda un cielo stellato e pensa a se stesso ed allo scopo della sua vita, perchè in quel momento si rende anche conto di essere vivo , che è nato da qualche parte e in qualche tempo e che un giorno...

... già un giorno cosa?  Resterà per sempre li a masticare un filo d'erba oppure ...

... oppure cosa?

Sono domande grandi, importanti, che tengono tanto posto nella sua testa così piccola, cercano di entrarci e gli danno l'emicrania ed allora ad un certo punto non sorride più e si lamenta, "Ma Dio, cosa vuoi da me?"

Improvvisamente la testa gli si svuota dal guazzabuglio di informazioni ed un nuovo concetto prende forma, ma allora...
... allora è così, sono un minuscolo batterio nell'immensa mente di Dio

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRò

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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