Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 18/09/2016

Il diritto di morire

Post n°442 pubblicato il 18 Settembre 2016 da hieronimusb

 

Prendo spunto da una frase che lo letto piu' volte anche in relazione alla morte di quel minorenne in Belgio "La vita appartiene a Dio, nessuno ha il diritto di interromperla"

Piu' che un'affermazione mi sembra uno slogan, e come tale nasconde un pauroso vuoto.

Cosa e' la vita?
Perche' la morte dovrebbe essere la negazione della vita e non un suo naturale evolversi?

Perche'  questo slogan?, questa frase che suona come un timore dell'incontro con Dio?

Per il credente non dovrebbe esservi dualita' tra la vita e la morte, ma entrambe dovrebbero essere parte  dello stesso cammino, se la vita e' un dono di Dio, e su questo non ho difficolta' ad essere d'accordo, perche' mai la morte dovrebbe essere la sua negazione?.

Secondo me il delirio di onnipotenza, cosi' spesso esecrato e' proprio nel tentare di sottrarre con ogni mezzo una persona alla sua fine naturale, il tentare di modificare quel ciclo che ci vede parte della terra, poi suoi figli, poi nuovamente terra.

Qualche anno fa si e' spento a Padova un professore in coma da circa 9 anni, da quando un ricercatore entro' all'Universita' ed esplose un caricatore contro le persone che prendevano parte ad una riunione, una mori' sul colpo, altre rimasero ferite piu' o meno gravemente.

Il professore fu colpito alla testa da una pallottola e da quel giorno rimase in un letto collegato ad una macchina che lo alimentava.

Immobile!

Tutto cio' che poteva fare era muovere gli occhi e, molto spesso, piangere!

Non possiamo sapere se fosse un'irritazione dell'occhio o se fosse l'unico modo rimasto per esprimere la sua sofferenza ed il suo dolore, ma per nove anni questo fu il suo solo modo per comunicare all'esterno.

Dopo nove anni, nel silenzio e nel rispetto, la moglie chiese che venisse spenta la macchina.

Non fu' eutanasia!

Eutanasia e' l'abbreviare con qualche mezzo la sofferenza, spegnere la macchina significa semplicemente accettare che la natura riprenda il suo corso, che l'anima, finalmente liberata possa ritornare al suo Dio.

In questi giorni si torna a parlare di eutanasia per il caso di quel minore belga , malato terminale, afflitto da dolori atroci, i cui familiari hanno chiesto che venisse posta fine al suo calvario.
La Cei, come sua consolidata abitudine ha parlato di "Adulti con licenza di uccidere" e mi stupisce sempre che chi parla di un'altra vita, della bellezza nell'incontro con Dio poi pretenda di allontanarlo il più possibile.

In nome di chi o di cosa si puo' far soffrire una persona senza che vi sia speranza. Quale Padre misericordioso desidererebbe  che i suoi figli soffrano inutilmente? Quale Moloch potrebbe pretendere una cosa simile?

Ho sentito un medico parlare di terapia del dolore, di modi per alleviare il dolore.  Certo, significa propinare dosi sempre maggiori di morfina, la persona è costantemente in uno stato di assopimento, di incoscienza, ma è forse ancora vita quella?

Cosa e' la vita se non l'essere consapevoli? Interfacciarsi con la natura ed il mondo, con le persone intorno a noi!

Noi non siamo solo un corpo, ogni religione ce lo insegna ed allora la vita non può essere solo tenere attive le funzioni biologiche di un corpo

Cerchiamo di accettare, come un fatto naturale anche la morte, e' parte di noi, dal momento in cui nasciamo ci avviciniamo a questo traguardo, una delle nostre poche certezze.

Cerchiamo di acecttare che la dignità di una persona ha innumerevoli sfaccettature, una di queste è di poter scegliere quando è il momento di dire basta



Alex

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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