Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 15/11/2016

Sulle orme di mio padre

Post n°484 pubblicato il 15 Novembre 2016 da hieronimusb

Dopo quindici giorni da girovago su e giù per il NordItalia sono ritornato qui nel mio "cantuccio romito", come direbbe il Pascoli.
La Camelia sembra leggermente sciupata, non so se sia stato il dolore per la mia assenza o per il fatto che qui dentro c'erano 4, (dicesi quattro) gradi.

Ho subito acceso la stufa e programmato i termosifoni per gestire queste temperature soprattutto al mattino quando si passa dalla dolcezza del sonno alla dura realtà del risveglio ed uscire dalle copertucce calde nel gelo di una stanza sarebbe una tortura inutile.

La risposta che attendevo è arrivata, ma come avevo previsto, l'offerta economica deve essere ridiscussa, in fondo non c'è fretta ed è meglio fare le cose per bene.

Invece oggi mio padre mi ha fatto un'altra proposta, ossia quella di sostituirlo nell'accompagnare le persone nelle gite turistiche che da circa cinquantanni è il suo hobby.

Quando ero bambino non si andava molto in giro, ma la comunità dei salesiani che era al mio paese organizzava, una volta all'anno, un pellegrinaggio da qualche parte, che per molti era l'unica occasione per andare fuori dal paese.

Quando i salesiani si sono trasferiti, anche questo momento di evasione era svanito ed allora i miei genitori, hanno deciso di provare, hanno fatto girare la voce, hanno preso un po' di prenotazioni, noleggiato un pulmann e si è partiti per il santuario di Belmonte, che dal nostro paese dista non più di un paio d'ore.

Partiti sotto una pioggia torrenziale, tornati sotto una pioggia torrenziale c'erano tutti gli elementi per l'insuccesso ed invece la gente si era divertita.
Così ne hanno organizzato un'altra, questa volta un po' più lontano, in Liguria con sosta per la colazione a Mondovì e cena al santuario di Vicoforte, (me la ricordo bene perchè c'era una ragazzina che mi piaceva tanto).
Per sicurezza siamo andati in avanscoperta qualche settimana prima ed avevamo trovato anche un ristorantino che ci avrebbe preparato il fritto di pesce.

Questa fu un vero e proprio successo.
I miei erano una perfetta macchina organizzativa, mia madre la fantasista sceglieva i luoghi, le cose da andare a vedere, mio padre stabiliva itinerari e percorsi, mi amadre faceva la pubblicità, (con il passaparola), mio padre stabiliva le quote, ritirava i soldi, pagava i ristoranti ed il noleggio del pulmann.
C'è da dire che spesso il noleggiatore veniva lui stesso a guidare il mezzo portandosi dietro la moglie ed erano diventati parte della comitiva a cui ormai non interessava più dove andare, bastava partire.
"Segnami per la prossima gita",
"Ma non sappiamo ancora dove andremo"
"Oh, non importa mica, io vengo comunque".

Poco per volta i miei genitori presero coraggio ed andarono sempre più lontano.
La prima gita di più giorni fu a Pompei,  e fu in quell'occasione che presi la mia prima sbronza mangiando un babà al rum.
Avevo dodici anni,  eravamo stati invitati a casa dei genitori di uno degli operai di mio padre, (che tra l'altro faceva la guida agli scavi). Ci offrirono un vassoio con dei dolci. Io ne presi uno, ma al primo morso, sentendo il liquore, probabilmente feci una faccia strana.
Mia madre che non tollerava le brutte figure, mi sibilo un "mangia! Non sputare" e così mi sbocconcellai tutto quell'enorme montagna di pasta imbevuta di rum.
Dopo non ricordo più nulla.

Sono passati tanti anni ed i miei sono andati un po' ovunque, vincendo gli ancestrali timori hanno anche preso l'aereo, (mio padre aveva fatto testamento prima di partire) ed hanno portato in giro, prima gli anziani del paese, poi via, via un numero sempre maggiore di gente,  sempre per hobby, sempre senza lucrarci sopra.

Adesso mio padre ha ottanta anni, mia madre da tempo non c'è più, eppure lui continua perchè.. altrimenti non c'è nessuno e le agenzie di viaggio sono troppo complesse e troppo care per molti per cui è già uno stress dover scegliere.

E allora, va bene, l'ho già fatto un paio di volte, posso farlo ancora, in fondo viaggio già tanto per lavoro, si tratterà di smettere per qualche tempo il vestito da orso solitario e ritornare ad essere  quel personaggio un po' estroverso che da troppo tempo mi manca.

Alex

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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