Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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Messaggi del 11/12/2016

Nebbia

Post n°498 pubblicato il 11 Dicembre 2016 da hieronimusb

"Soltanto un idiota verrebbe a passeggiare sulla spiaggia con qusta nebbia e questo freddo", pensavo con malcelata soddisfazione stamattina mentre, impacchettato nel mio giaccone  c con le mani in tasca lasciavo impronte sulla sabbia umida

L'aria fredda mi faceva lacrimare l'occhio destro che è sempre il più delicato ed a lungo andare quel bagnato sulla pelle è diventato doloroso da sopportare, il gelo brucia come il caldo.

Però non c'era alcun rumore, solo il plonfff, plonffff delle onde di un mare liscio come l'olio ed in lontananza, persa nella nebbia, il suono della sirena del porto che chiamava le navi.

L'orizzonte era ridotto dalla nebbia, chissà perchè a forma di ellisse, più aperto davanti, più corto ai fianchi dove da un lato il grigio del cielo si confondeva con quello del mare e dall'altra copriva gli hotel ed i palazzi che si affacciano sulla spiaggia.

"Il mare d'inverno lascia poveri relitti", cantava Guccini e la spiaggia d'inverno è costellata da questi piccoli naufragi, oggetti che il mare ha raccattato in ogni dove e poi, dopo averci giocato un po', li deposita su qualche spiaggia.
Boe strappate chissà dove, tronchi d'albero, cassette, una scarpa, un asse colorato...

E stamattina, avvolto dalla nebbia mi sentivo Robinson Crusoe, padrone di un mondo che lo tiene prigioniero, io unico abitante del mondo conosciuto e sconosciuto, naufrago nel mare dei pensieri che non mi abbandonano mai.

E' stata una sttimana faticosa, nonostante ci fosse il ponte ho lavorato sia Giovedì che Sabato.
Quando Gibi mi ha aprto il cancello dell'azienda Giovedì mattina mi ha chiesto "Tu non fai festa oggi?".
No, non avevo voglia di fare festa. Da sempre l'8 dicembre era il giorno in cui a a casa si faceva l'albero ed il presepe.
Con il primo anno di matrimonio avevo proposto di fare da noi le statuine, avevo comprato il Das ed i colori ed una sera Liliana ed io ci eravamo messi a modellare.
Nè io nè lei eravamo artisti, quella madonna e quel SanGiuseppe non passeranno mai alla storia per le pregevole fattura, diciamo che potevano essere messi correttamente a destra ed a sinistra del bambinello ed essere riconsciuti per via dei colori degli abiti.

Però era il nostro presepe,

Con i bambini poi era una festa ogni anno portare in casa dal garage lo scatolone con gli addobbi e li,  scartare ad una ad una statuine, palle dell'albero, la capanna, i dinosauri che secondo Matteo vegliavano che Erode non si avvicinasse troppo, ochette e pecorelle.

E per la mia malinconia era gioco anche prendere in mano quei ritagli di giornale di un anno prima a ricordare che le cose passano per non passare mai.
Il periodo di Natale per noi iniziava quel giorno.

Oggi con la famiglia sparsa più che allargata, si fa forte quel senso di nostalgia, quell'idea di un tempo ormai finito e consegnato al passato, quindi nessun rito, nessuna luce esteriore per dire che sono in attesa.
Preferisco uscire, andare a sera nlle città illuminat, mescolarmi alla gente che si affretta, godere di quell'atmosfera di gioia condivisa che si nutre di luci e di suoni, etrovare ancora il senso dell'attesa del Natale nei visi dei bimbi, arrossati dal freddo, con gli occhi che spuntano da sotto i betterri a calza in lana e in quelle piccole mani strette nelle mani della mamma ritrovo il gusto del nostro Natale



 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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