Creato da donnesudestbarese il 28/07/2006
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La solitudine delle famiglie

I dati confermano che nel nostro paese il peso dell'assistenza alla popolazione che invecchia ricade quasi del tutto sulla famiglia. O meglio, sulle donne e in particolare sulle figlie adulte. Che sempre più ricorrono ai servizi delle immigrate.
Le nuove norme sull'immigrazione sono un'ulteriore conferma che lo Stato italiano è poco attento ai veri problemi delle famiglie. Non solo le abbandona sostanzialmente a se stesse, ma rende anche più difficile e complicato il ricorso alle risposte che, con difficoltà, tentano di darsi da sole.
Per esempio, tramite le cosiddette "badanti".

Shoji Ueda. Papa, mama, children. Nippon Kobo

Shoji Ueda - Papa, mama, children (1949)
"Nippon Kobo. Sguardi sul Giappone"
Forma - Milano luglio-settembre 2009

L’indagine Galca, Gender Analyses and Long Term Care Assistance, realizzata nell’ambito di un progetto promosso dalla Commissione europea e coordinato dalla Fondazione Giacomo Brodolini, ha confrontato Italia, Danimarca e Irlanda, analizzando costi, strutture e responsabilità familiari. Nei primi due paesi, più del 90 per cento degli anziani viene assistito a domicilio o in appartamenti attrezzati, mentre l’Irlanda registra una quota di assistiti in “istituti” – case di riposo o residenze sanitarie – superiore al 20 per cento. Quando l’assistenza è a domicilio, però, in Italia è quasi esclusivamente un familiare, prevalentemente donna, che si fa carico degli anziani, mentre in Danimarca è il servizio pubblico.

I dati confermano come nel nostro paese il peso dell’assistenza alla popolazione che invecchia ricada quasi per intero sulla famiglia, o meglio sulle donne, e in particolare sulla generazione delle figlie adulte. Queste ultime si avvalgono sempre più dei servizi delle immigrate. In Italia troviamo infatti il maggior numero di lavoratori stranieri impegnati in quelli che statisticamente vengono chiamati “servizi alle famiglie”: il 10,8 per cento del totale, contro l’1,2 per cento del Regno Unito e l’1,9 per cento degli Stati Uniti.
Secondo stime prudenti, le sole badanti (escluse le colf) sono complessivamente 700mila, delle quali almeno 300mila senza permesso di soggiorno. Va detto che larga parte degli stranieri che lavorano nel nostro paese, a causa dei vincoli della legge vigente, entra comunque in Italia in modo irregolare. La successiva regolarizzazione per chi trova un impiego presso una famiglia non è però né semplice né scontata. Una condizione che rimane quindi problematica e instabile, a svantaggio di tutti. Molte famiglie si trovano da un lato con un problema apparentemente risolto, ovvero con una persona che svolge l’attività di cura necessaria, ma dall’altro con un nuovo problema, ovvero la lunga e complicata procedura per sanare la situazione di irregolarità della colf o badante attraverso la lotteria del decreto flussi che fissa quote limitate.

Ora, il Ddl sicurezza rende le cose, se possibile, ancora più dolorose e complicate con la norma che punisce a titolo di reato l’ingresso e il soggiorno illegale degli stranieri.

 

Fonte: lavoce.info (continua >>>)


 
 
 
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