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Post N° 180

Post n°180 pubblicato il 19 Giugno 2008 da eleperci
 

Lo stupratore di Artemisia. Roma prova a riscattare il “maudit” Agostino Tassi

di Elena Percivaldi


pubblicato mercoledì 18 giugno 2008

Il suo volto ci è noto grazie alla ferma mano di Artemisia Gentileschi, che lo immortalò in uno dei sordidi omuncoli che, nella sua “Susanna e i vecchioni”, guardano lascivi la formosa dama bionda al bagno dandosi di gomito. E del resto, proprio con tale cipiglio doveva Agostino Tassi (1566 - 1644) guatare alla bella e giovane pittrice mentre, a lui affidata dal padre Orazio, le insegnava i segreti della prospettiva. Se ne invaghì al punto che - la storia è nota - arrivò a stuprarla, aprendo in Artemisia una ferita inguaribile non solo nel fisico, ma anche e soprattutto nell'anima. Tutti i di lei lavori avrebbero recato da quel momento in poi e per sempre - e basti il solo esempio delle varie Giuditte e Oloferne - il ricordo della verginità violata, il tabù del sangue, il desiderio di una vendetta terribile e violenta. Ma se la pulzella ci rimise l'onore, e ci volle molto tempo e un esilio volontario per recuperarlo, l'orco ci smenò - stando alla deposizione della stessa fanciulla al conseguente e logorante processo - un pezzo di membro, troncatogli dalla poverina mentre cercava di difendersi alla bell'e meglio. A questo artista torbido e inquieto, “mal huomo, mal cristiano e senza timor di Dio”, sospeso tra le nordiche suggestioni di un Paul Bril e di un Adam Elsheimer e il classicismo del divin Domenichino, Palazzo Venezia dedica una grande mostra con la non troppo celata ambizione di mandarne in soffitta le performance amatorie per metterne a fuoco, invece, le virtù artistiche. Cosa non facile, vista la penuria di lavori a lui per certo attribuiti e un'unica, scarna monografia di oltre trent'anni fa ad analizzare gli anni centrali del suo operato. E dire che Tassi dal 1610 al 1635, a Roma, fu apprezzato da una riga di pontefici - da Paolo V a Urbano VIII - e dalle loro famiglie, che gli commissionarono affreschi nei più importanti palazzi dell'Urbe (dal Quirinale al Vaticano, dalle dimore dei Pamphilj, dei Pallavicini, degli Odescalchi e via enumerando), e che lavorò alla pari di artisti riveriti come Guercino e Lanfranco, insegnando a Claude Lorrain il mestiere e influenzando (non poco) il giovane Nicolas Poussin. La rassegna mostrerà dunque la ricostruzione di molti affreschi andati perduti, ma anche i dipinti di paesaggio, nei quali il realismo più attento ai dettagli si combina ad un onirismo e ad una contemplazione enfatica delle forze oscure della natura che definire addirittura preromantica non è, forse, neppure troppo forzato. Resta comunque, come un'ombra, la biografia “maudit” di questo artista per il quale, come Caravaggio e tanti altri in quegli anni oscuri a cavallo tra i due secoli, in molte cose “più che l'onor potè il digiuno”. Riuscirà a fugarla la Roma delle “Ronde di notte” e dei braccialetti antistupro? (elena percivaldi)


Dal 18 giugno al 21 luglio 2008
Palazzo Venezia - Roma
Info: 0669994219 -
museopalazzovenezia@tiscalinet.it 

[exibart]

PUBBLICATO SU EXIBART:
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=23961&IDCategoria=204#SlideFrame_1

 
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IL MIO ULTIMO LIBRO

E' uscito il mio nuovo libro. Si tratta dell'edizione, con traduzione, testo latino a fronte, commento e ampia introduzione, della "Navigatio sancti Brendani", testo anonimo del X secolo composto con molta probabilità da un monaco irlandese e che narra la peripezie di san Brandano e dei suoi monaci alla ricerca della "Terra repromissionis sanctorum", la terra promessa dei santi.
Un classico assoluto della letteratura medievale. Prefazione di Franco Cardini.

Anonimo del X secolo
La Navigazione di san Brandano
A cura di Elena Percivaldi
Prefazione di Franco Cardini
Ed. Il Cerchio, Rimini
pp. 224, euro 18


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NE PARLANO:

GR2 (RAI RADIO 2): INTERVISTA (9 gennaio 2008, ore 19.30) Dal minuto 20' 14''
http://www.radio.rai.it/radio2/gr2.cfm#

ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALIA MEDIEVALE
http://medioevo.leonardo.it/blog/la_navigazione_di_san_brandano.html

IL SECOLO D'ITALIA 12 dicembre 2008 p. 8 - SEGNALAZIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2008/12-dicembre/081214.pdf

IL SECOLO D'ITALIA  01 gennaio 2009 p.8 - RECENSIONE
http://www.alleanzanazionale.it/public/SecoloDItalia/2009/01-gennaio/090110.pdf

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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23436

 LA STAMPA
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 GRUPPI ARCHEOLOGICI DEL VENETO, p. 12-13:
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1 novembre, Europa tra sacro e profano

1 novembre, Europa tra sacro e profano. Ne hanno parlato al microfono di Giulia Fossà: Elena Percivaldi, giornalista e studiosa di storia antica e medievale; Flavio Zanonato, sindaco di Padova; Marino Niola, Professore di Antropologia Culturale all'Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli; Sonia Oranges, giornalista de 'Il Riformista'; Alberto Bobbio, capo della redazione romana di 'Famiglia Cristiana'; Ennio Remondino, corrispondente Rai in Turchia. La corrispondenza di Alessandro Feroldi sulle politiche dell'immigrazione a Pordenone.

ASCOLTA: http://www.radio.rai.it/radio1/nudoecrudo/view.cfm?Q_EV_ID=230636

 

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I MIEI LIBRI / 1

ELENA PERCIVALDI, "I Celti. Una civiltà europea", 2003, Giunti (Firenze), pagine 192, euro 16.50

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E IN SPAGNOLO (ED. SUSAETA)

 

I MIEI LIBRI / 2

ELENA PERCIVALDI, I Celti. Un popolo e una civiltà d'Europa, 2005, Giunti, pagine 190, euro 14.50

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Elena Percivaldi, GLI OGAM. Antico Alfabeto dei Celti, Keltia Editrice, formato 150x230 -pagine 176, euro 15
brossura, con xx tavole fuori testo in b/n
ISBN 88-7392-019-5


Il libro è il PRIMO saggio COMPLETO in italiano sull'argomento.

L'alfabeto ogamico è un originalissimo modo di scrivere che fu inventato presumibilmente intorno al IV secolo d.C. Il nome "ogam" è stato collegato a quello di un personaggio chiamato Ogme o Ogmios: per i Celti il dio della sapienza. Nella tradizione irlandese del Lebor Gàbala (Libro delle invasioni), Ogma è un guerriero appartenente alle tribù della dea Danu (Tuatha Dé Danann). Un testo noto come Auraicept na n-éces (Il Manuale del Letterato), che contiene un trattato sull'alfabeto ogam, dice: "al tempo di Bres, figlio di Elatha e re d'Irlanda (...) Ogma, un uomo molto dotato per il linguaggio e la poesia, inventò l'Ogham.”

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Volti, cerimonie rituali, frammenti di vita in seno ai templi delineano attraverso la fotografia i segni del ritratto di un mondo in cui le difficoltà morali, il fervore spirituale e la profondità d’animo vanno di pari passo con la gentilezza, l’allegria e l’immensa generosità.  Le suggestive immagini in bianco e nero, fortemente spirituali, della prima parte del volume si contrappongono alle intense fotografie a colori dedicate alla realtà di tutti i giorni (centri commerciali, prostitute) pubblicate nella seconda parte. Il libro è introdotto da un accorato messaggio di pace del Dalai Lama che pone l’accento sulla grande forza d’animo con cui il popolo tibetano affronta continuamente ardue prove nel tentativo di continuare a perpetuare l’affermazione delle proprie idee e della propria spiritualità.

 

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