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Barnard: Montezemolo, ultima maschera del vero potere ( un lupo travestito da agnello)

Post n°130 pubblicato il 07 Novembre 2011 da yatri0
Foto di yatri0

Fumo negli occhi: precisamente, «il linguaggio che il Vero Potere usa per dominarci con l’inganno». Mentre ce la prendiamo con la casta politica, che ad ogni famiglia costa 350 euro l’anno, l’élite finanziaria ci sfila di tasca 20.000 euro. Paolo Barnard torna all’attacco contro gli strateghi della crisi, “smascherando” l’ultimo apprendista stregone: Luca Cordero di Montezemolo, autore di una lettera al premier. Attenzione, meglio leggere tra le righe: «L’unica persona a cui di certo non si rivolge è Silvio Berlusconi». Ben altri i veri destinatari: l’alta finanza europea e internazionale. E’ una candidatura, quella di Montezemolo, che secondo Barnard suona così: “Io sono l’uomo dei mercati, al vostro servizio; leggete la mia retorica e apprezzate il modo in cui so elencare le vostre esigenze socialmente criminose, bilanciandole col necessario fumo negli occhi ai cittadini”.

Montezemolo dice che “la politica e le istituzioni devono mettere mano ai loro stessi costi”. Peccato che, secondo Confcommercio, la politica costi ad ogni famiglia italiana appena 350 euro all’anno. «La crisi finanziaria cucinata dalle élite di cui il Cordero è membro e sostenitore ci è costata, secondo la Banca d’Italia, 20.000 euro per famiglia, come ricchezza nazionale perduta», scrive Barnard sul suo blog, in un intervento ripreso da “Megachip”. «Mettere mano alla politica ci fa risparmiare due o tre miliardi di Euro all’anno, che nei bilanci di uno Stato sono il resto del caffè. Per dare una proporzione di cosa sia un bilancio dello Stato, sappiate che l’Italia il prossimo anno dovrà trovare 300 miliardi di Euro per le scadenze sui titoli di Stato. Trecento miliardi solo per quella voce, poi c’è tutto il resto. Ok, abbasso la Casta!, così saranno 297 i miliardi da trovare».

Montezemolo vorrebbe “abolire il novanta per cento delle provincie”, ma «senza dirci dove finisce il reddito di tutte le famiglie dei dipendenti che andranno a spasso». E soprattutto: senza dirci «il motivo per cui lo Stato oggi non può permettersi di pagare stipendi a chi lavora nelle Province». Quei dipendenti ci costano troppo? Macché. Il problema è ben più drammatico: «Lo Stato non ha più una sua moneta con cui pagare senza problemi quegli stipendi, che crucialmente continuerebbero a creare economia quando quei dipendenti li spendono». E il crollo della domanda nei consumi, dopo il taglio del personale e quindi dei redditi? non è proprio montezemolo ad vere a cuore  la “domanda aggregata”, cioè la crescita italiana?

Poi: “Non possiamo più permetterci di avere un fisco che premia rendite e patrimoni”. Giusto, non fosse che, poche parole dopo, ecco come Cordero dipinge un fisco efficace: “Occorre reperire risorse da destinare all’abbattimento delle aliquote su lavoratori e imprese”. Sì, e quindi? “Con l’introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e l’abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera radicale l’Irap”. Che è come dire, replica Barnard, che tassando i pochi grandi patrimoni italiani (non si sa quanto), ma aumentando il carico fiscale indiretto anche sulle tantissime piccole e medie imprese italiane, si può diminuire un’altra tassa sulle stesse imprese. «Non ci vuole un matematico per capire quanti pochi siano i Bill Gates italiani», mentre sono migliaia le imprese, per cui: «Indovinate da chi verrà la massa del prelievo di denaro?».

Montezemolo si ripete: “Vincolando per legge i proventi della lotta all’evasione alla diminuzione dell’Irpef, ad iniziare dai redditi medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di interessi tra chi paga e chi evade”. Sempre più fumo, replica Barnard: «Tassare non è altro che addebitare i conti correnti del settore privato di cittadini e aziende, per cui anche qui si usano addebiti di conti correnti (le maggiori tasse incassate dalla lotta all’evasione) per accreditare gli stessi conti correnti (diminuzione Irpef). A livello aggregato la nostra ricchezza di cittadini non fa distinzione  fra persona fisica e azienda, perché è l’azienda che paga lo stipendio alla persona, e qui di nuovo si toglie e si rimette, in un giro senza senso».

Sempre Cordero auspica “un grande piano di rilancio dell’immagine internazionale dell’Italia”, come “valido argine alla speculazione”. Gli unici motivi per cui la speculazione attacca l’Italia, ribatte Barnard, non hanno nulla a che fare con l’immagine del nostro Paese. I problemi sono due: il vuoto normativo che permette «le selvagge speculazioni degli investitori contro interi Stati» e soprattutto la fragilità monetaria dell’Italia, che «come tutti i 17 Paesi dell’Euro, soffre di una debolezza catastrofica per via della sua totale dipendenza dai capitali privati per ottenere moneta». Nessuno Stato dell’Eurozona, ribadisce Barnard, può emettere Euro; la moneta comune, gli Stati devono elemosinarla dai capitali privati prima ancora di poterla spendere. «I mercati sanno benissimo che questa condizione significa che gli Stati dell’Euro sono sempre a rischio di insolvenza, visto che non possono appunto emettere il denaro al bisogno per onorare i propri debiti, ma devono affannosamente trovarlo. Da qui le speculazioni contro quelli più indebitati, ma che via via si allargheranno anche a Germania e Francia».

Quanto alle “esigenze socialmente criminose delle élite” che sarebbero nascoste nel testo, sempre per Barnard non sarebbero neppure così nascoste: “Bisogna intervenire subito sulle pensioni, abolendo quelle di anzianità e passando ad un sistema interamente contributivo”, scrive Montezemolo. “Una parte consistente dei proventi generati andranno utilizzati per investire in un welfare dedicato ai giovani e alle donne”. Secondo Barnard, il concetto enunciato è addirittura «micidiale», perché consiste nel «ribadire sempre che le risorse per cose vitali come il futuro dei nostri giovani e delle donne vanno reperite dissanguando redditi di cittadini». E non, come sarebbe giusto, «permettendo allo Stato democratico di esercitare le sue prerogative di creazione di ricchezza per i cittadini attraverso la sua spesa sovrana con moneta sovrana», come il giornalista e saggista ha più volte ribadito nel saggio “Il più grande crimine”, che denuncia la demolizione della sovranità pubblica ad opera dell’élite finanziaria mondiale.

Eliminare o comunque diminuire redditi pensionistici? «Le conseguenze sociali di questi dogmi di eliminazione dello Stato e di tassazione indiretta per reperire le risorse di cui abbiamo diritto sono ignobili», dice Barnard: «Infatti sono questi i dogmi che da almeno 35 anni stanno depredando la ricchezza comune ad esclusivo profitto di élite miliardarie. E sono anche la fonte prima della crisi economica che ci sta travolgendo». Montezemolo sostiene che “la liberalizzazione di un settore può dare impulso a investimenti e occupazione”, nonostante “le resistenze della politica per mantenerne il controllo”? «Questa è una menzogna – protesta Barnard – che mira all’esatto opposto: creare finta concorrenza e licenziare in massa. Infatti i maggiori investitori finiscono poi con l’acquisire pian piano le concorrenti minori ricreando pochi monopoli, come nel ramo della telefonia».

Giù la maschera: la «legge divina delle privatizzazioni» prescrive di «imporre una produttività sfrenata ai dipendenti», insiste Barnard: se si pensa che 10 persone possano fare il lavoro di 15 o 20, si avrà minore necessità di assumere. Senza contare che «la necessità degli investitori in questi servizi liberalizzati è di ottimizzare il denaro investito, che deve rendere più di quanto accadrebbe se fosse investito altrove». E attenzione: «Se ciò non accade, il differenziale perduto viene recuperato dall’investitore tagliando proprio stipendi e assunzioni, e aumentando le tariffe ai cittadini». Quanto agli investimenti che “il privato” garantirebbe, sono «una chimera»: dopo quelli iniziali, d’ingresso, il privato investirà «solo se c’è aspettativa di crescita (cioè di far profitti)».

In caso contrario,come ampiamente provato dalla storia «gli investitori destineranno i loro soldi alla finanza speculativa che rende spesso di più».

Agitare speranze di salvezza evocando i miracoli della privatizzazione è «criminoso», perché significa «illudere masse di disperati, di giovani, di disoccupati o sottoccupati con menzogne consapevoli», verso un unico obiettivo: il profitto delle élite. Quello a cui Montezemolo mira, citando «la più classica delle frodi contro il bene comune, come era scontato», parlando anche di una “patrimoniale sullo Stato”, ovvero “una vendita massiccia di cespiti pubblici che vada ben oltre quanto attualmente prospettato dal governo”. In pratica: la liquidazione del patrimonio pubblico a esclusivo vantaggio di grandi gruppi. E’ la ricetta classica della «svendita di beni comuni alle élite», con i danni sociali ed economici gravissimi che Barnard ha elencato nel “Più grande crimine”, svelando un piano partito da lontano: indebolire la politica, svuotare la democrazia e neutralizzare gli Stati, per poter mettere le mani – attraverso la leva finanziaria globalizzata – sul patrimonio pubblico sempre più indifeso.

«Note tragiche», infine, sulla ricetta di Montezemolo per il lavoro, che ammette la necessità di riformare gli ammortizzatori sociali, chiamando in causa la spesa sociale. Attenzione: «Non quella che produrrebbe posti di lavoro e che le élite detestano, ma solo quella che tappa i buchi della devastazione del lavoro voluta dalle élite medesime. Cioè: lo Stato non tuteli i cittadini dandogli occupazione, ma rimedi diligente ai danni dei criminali privati con gli ammortizzatori sociali». Quanto ai “licenziamenti facili” che le élite ormai esigono, anche solo per motivi di crisi economica, Montezemolo si allinea con la proposta del giuslavorista Pietro Ichino, che definisce “del tutto condivisibile e attuabile”. Ichino propone una mobilità assoluta dei lavoratori: se un’azienda è in crisi, li cede a un’altra che ne ha bisogno.

Tutto questo , in piena crisi: «A fronte di licenziamenti in massa dovuti alla crescente implosione economica», replica Barnard, «dove si troveranno tutte queste aziende floride in grado di assorbire orde di disoccupati?».

Nient’altro che fumo negli occhi, «per tenere a bada le opinioni pubbliche a fronte di futuri licenziamenti a raffica». Lavoratori spediti come pacchi postali da un’azienda all’altra? Improbabilissimo, specie di questi tempi. E comunque: «Si rendono conto Ichino e Montezemolo che tutto questo castello sono fregnacce, nel contesto di una crisi economica globale in crescita drammatica che metterà anche le aziende più floride nelle condizioni di non assumere nessuno?». Perché mai si dovrebbe sopportare tutto questo, «solo perché le élite non vogliono che sia lo Stato a creare lavoro dove uno vive, a stipendi di dignità e con formazione continua?». Lo Stato interverrebbe solo per la spesa passiva, facendo il tappabuchi, per togliere le castagne dal fuoco alle élite.

«Il fatto disgustoso – conclude Barnard – è che questi tecnocrati sanno benissimo che le loro proposte sono da una parte aria fritta e dall’altra devastanti, e noi dobbiamo sapere che il linguaggio in codice che si nasconde dietro ad esse è sempre e solo questo: “Signori investitori padroni del Paese, noi siamo quelli dalla vostra parte; tenetelo in considerazione per i prossimi incarichi in politica, accademia e finanza”. Di nuovo ci si chieda: ma perché dobbiamo soffrire tutto questo solo per il desiderio di una élite minuscola di nasconderci il potere di creazione di ricchezza e tutele per i cittadini da parte di uno Stato con moneta sovrana moderna?».

http://www.libreidee.org/2011/11/barnard-montezemolo-ultima-maschera-del-vero-potere/

 
 
 
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Un blog di: yatri0
Data di creazione: 21/02/2011
 

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