« Messaggio #20Messaggio #22 »

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 10 Agosto 2005 da unaqualunque_s
Foto di unaqualunque_s

Buttai la biancheria nel cesto dei panni sporchi e m'infilai nella doccia.
Ridiscesi in accapatoio lasciando impronte d'acqua sui gradini, cercai gli occhiali da sole e uscii sotto il pergolato.
Il mare attraverso le lenti scure era di un azzurro più intenso e vibrante del vero.
Ero a casa mia, nel profumo delle cose note, lo spavento era altrove, lontano.
Mi ero lasciato un incendio alle spalle, sentivo ancora le fiamme nel volto.
Guardavo, e cercavo di mettere a fuoco lentamente le cose.
Dovevo riabituarmi a quell'uomo che credevo di conoscere e che si era perso dentro un bicchiere di vodka dietro un sordido richiamo, liquefatto come quei luridi cubetti di ghiaccio.
Mi portai una mano sulla bocca per annusarmi l'alito.
No, non puzzava d'alcol.
"Ciao, amore."
Elsa posò la mano sulla mia spalla.
Mi girai e la baciai immediatamente.
Il mio bacio cadde male, non c'entrò le labbra.
Indossava la sua camicia di garza, sotto la trama s'indovinavano i capezzoli scuri di sole.
Il suo sguardo era ancora pieno di sonno.
La spinsi di nuovo verso di me, per un bacio migliore.
"Hai fatto tardi."
"Ho avuto un intervento rognoso."
Avevo mentito d'istinto, e adesso ero lì saldo nella mia menzogna.
Le presi la mano e ci incamminammo sulla sabbia verso la riva.
"Vuoi uscire per cena?"
"Se vuoi..."
"No, come vuoi tu."
"Restiamo a casa."
Ci sedemmo.
Il sole cominciava a essere più clemente.
Elsa allungò le gambe, spinse le punte dei piedi fino all'acqua e rimase a guardarsi le unghie che scomparivano e riapparivano nella sabbia bagnata.
Eravamo abituati a stare così, l'uno accanto all'altra in silenzio, non ci dispiaceva.
Ma dopo qualche giorno di lontananza bisognava forzare le nostre intimità viziate dalla solitudine.
Raccolsi la mano di tua madre e la accarezzai.
Aveva trentasette anni, forse mancava anche a lei quella ragazza dal cappotto di casentino arancione, che dondolava ubriaca fuori da quel ristorante e rideva piegata sul molo dove il vento spruzzava mare.
Forse la cercava lì, sulla punta dei piedi, dove una spumetta chiara andava e riandava.
Ma no, ero io il desaparecido.
Io, con il mio lavoro senza orari, parsimonioso nel dare, frettoloso nel ricevere.
Ma non ci saremmo certo messi a scavare nella sabbia per ricercare le reciproche manchevolezze.
Il coraggio non dimorava più tra di noi.
Il coraggio, Angela, appartiene agli amori nuovi, gli amori vecchi sono sempre un pò vili.
No, non ero più il suo ragazzo, ero l'uomo che l'aspettava in macchina quando entrava in un negozio.
La mano di Elsa scivolava più morbida dentro la mia, come il muso di un cavallo che riconosce la sua biada.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

errebertapestifero83gregia8880alexx45can8acedicon10mgdan_mat_1322olly911ferrari.eleonora87laggettomariaalede1986zoda_melaniamostocotto.ltiamossigenoMarty7949
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963