A VOLTE..RIFLETTO

Una comune Ossezi(a)one…Parte 2.

Ed invece…

            Di questa crisi, di questa immanente minaccia alla quiete di questo nostro mondo minacciato solo dai “terroristi” e dai “Rom”, di tutto questo loro ben sanno…

            Sanno che dietro la crisi c’è un silenzioso braccio di ferro tra gli States e/o la NATO ed il vecchio smembrato impero Russo, il cui nuovo zar Putin, sia pur “amico” dello stimato Cavaliere Insistente non è certo disposto a rinunciare a ciò che può mettere in pericolo il “suo” paese.

            A far da tavolo, da piano d’appoggio su cui far leva, ci siamo al solito noi, la gente, i cittadini a cui i soli scatti d’orgoglio e di reni che vengano permessi sono quelli che si svolgono sui podi atletici e non certo contro i padroni del vapore.

            Di fatto sotto, o meglio attraverso,  questa crisi in Georgia passa ben altro.

            E ciò che si profila non è lo spettro di sbiadite violenze imperialiste del passato, sia pur esse vengano fatte riecheggiare dalla richiesta di aiuto contro “gli invasori Russi”.

            No. Quello che intravediamo, quello che ci aspetta è il preludio delle guerre che verranno…Guerre dove cadranno, almeno, i veli ipocriti dell’ideologia. Guerre che si chiameranno con il loro nome: Guerra dell’Energia, Guerra dell’Acqua, Guerra del Cibo…

            Dicevo attraverso…perché è attraverso la Georgia e l’ Azerbaijan che passa un oleodotto, anzi, l’oleodotto. Millesettecentosettanta chilometri di tubi e stazioni di ripompaggio che uniscono la prospera e venefica Baku sul mar Caspio al porto turco di Ceyhan sulle sponde orientali del nostro Mediterraneo.

            Una Grande Opera, di cui essere orgogliosi, una di quelle che insanguinano il mondo…

            E’ il più lungo del mondo, questo oleodotto e fa capo ad un Consorzio il BTC. Consorzio che come ogni operazione pulita che si rispetti ha sede, guarda caso nelle Isole Cayman. Consorzio di cui, sempre per caso, sono co-proprietarie alcune perle del dominio mondiale sull’estrattivo e non, tra cui la BP, la Unocal, la Statoil e guarda guarda…la francese  Total-Fina-Elf, francese come il solerte Sarkozi accorso subito col suo piano di mediazione e, ma poteva mancare, l’ENI con cui il buon Frattini e tutto l’entourage parlamentare italiano, così accomodante e gentile e pronto, certo non hanno nulla a che fare.

            L’Oleodotto inaugurato nel 2006 fornirà, a pieno regime, il 7 % del consumo mondiale di greggio, pompato fuori da sotto il Caspio, scavalcando del tutto la Russia. Sarà una risorsa strategica importante, affrancando grandemente gli USA dalla dipendenza verso i fornitori medio-orientali e tramite esso anche Israele potrà essere rifornita fornendo al contempo uno snodo armato da cui commercializzare il petrolio.

            Basta per giustificare una piccola crisi, non vi sembra ?