Il mondo di Ivan
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Mestieri che scompaiono
Questo post è stato ispirato da una frase detta ieri da un mio collega, il quale mi raccontava del suo cane che, in un eccesso di affetto mal controllato, gli aveva procurato un bello squarcio nei pantaloni nuovi appena comprati. Dispiaciuto per l'accaduto ha chiesto soccorso all'unica sarta del suo quartiere, una donna di oltre 70 anni che da una vita fa il mestiere della sarta e della orlatrice. Da molti anni è titolare di un piccolo laboratorio di "rammendi invisibili". Sto parlando dei mestieri dalle mani d'oro, quelli per i quali occorre una maestria incomparabile. E' raro che i giovani di oggi imparino tali arti, ed è un vero peccato visto che l'Italia è sempre più affamata di lavoro e che questi mestieri sono anche ben pagati. Può darsi che un ostacolo sia dovuto al lungo apprendistato che occorre fare, pertanto in molti si convincono a fare i baristi, i commessi o i camerieri perchè si guadagna subito anche se non si impara niente. Ma quali altri mestieri stanno scomparendo dalle nostre città a vista d'occhio? Oltre il sarto e l'orlatore eccone altri:
- il riparatore di scarpe;
- l'arrotino (ovvero l'artigiano che affila coltelli e forbici... qui a Palermo ce ne saranno due in tutta la città e ogni tanto col loro megafono disturbano il sonno dei lavoratori a casa di riposo il sabato mattina);
- il maniscalco e il sellaro;
- il manutentore delle carrozze trainate da cavalli;
- il costruttore artigianale di cestini e l'impagliatore di sedie;
- il campanaro;
- il cappellaio;
- il ramaio;
- il calderaio (il produttore di caldaie artigianali);
- il conciatore;
- il materassaio cardatore;
- il funaio (produttore e venditore di funi);
- l'incisore di vetri e metalli preziosi;
- il selciatore (ovvero lo specialista nell'esecuzione a mano di lavori di pavimentazione);
- l'ombrellaio;
- lo spazzacamino;
- il vetraio;
- il fabbro
e poi, dulcis in fundo, ho scoperto che esisteva anche l'assaggiatore di merda! Quando ancora non esistevano le fognature, dopo la seconda guerra mondiale, in alcuni paesi dell'entroterra ligure si conservavano gli escrementi umani in appositi recipienti per essere usati nelle campagne come concime, per non parlare di alcune osterie che nelle loro latrine conservavano gli escrementi dei loro clienti per essere rivenduti ai contadini. Capitava, quindi, che qualche compratore del settore agricolo interessato al prodotto intingeva il dito nella "mer...ce" per assaggiare se fosse stata annacquata (i venditori truffaldini erano diffusi) per aumentarne il volume. E' tutto vero! Basta informarsi nelle zone di Imperia o del savonese.
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