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Delitti d'Italia (parte seconda)

Post n°70 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da tanguerocortes
 

A completamento della prima parte di stampo costituzionale, esaminerò brevemente i Delitti d’Italia sotto un’altra veste: quella della cronaca nera.

Alla fine degli anni Ottanta, seguivo su Rai tre un noto programma condotto da Corrado Augias, Telefono Giallo, nel quale venivano ricostruiti tutti quei delitti o atti criminali che non avevano ancora avuto un colpevole da assicurare alla giustizia. Chiunque poteva intervenire telefonicamente in trasmissione per fornire dati, chiarimenti, segnalazioni utili alle indagini e agli inquirenti. A quei tempi non c’era ancora la spettacolarizzazione del fatto di cronaca nera che oggi viene invece propinato alle famiglie come se fosse un tozzo di pane o un piatto di pasta. A volte si riusciva a raggiungere qualche piccolo risultato. Poi la trasmissione, che andava in onda il venerdì sera, non fu più riproposta.

Oggi possiamo dire con certezza che non esiste telegiornale che eviti di speculare sui sanguinosi fatti di cronaca nera, a volte terribili, presentati spesso durante le ore dei pasti proprio quando le famiglie dovrebbero essere riunite al completo per parlare un pò della loro giornata appena trascorsa o perfino alla presenza di figli minorenni. Ogni giorno è un bollettino di guerra, titoli del tipo: “Appena lasciato dalla moglie, la attende sotto casa e la fredda con 5 colpi di pistola; poi con l’auto si reca in una campagna vicina e si toglie la vita” oppure “Minorenne violentata dallo zio per anni. Ora è salva e affidata a un istituto per minori. Lui dichiara di essere innocente”.

Ma perché tutto questo clamore? Perché raccontare proprio tutto o quasi della vita privata di coloro che rimangono coinvolti in tali fatti di cronaca? Perché fare vedere le scene del delitto con la pozza di sangue mentre una famiglia è intenta a pranzare o cenare coi suoi cari? Semplice. Per fare audience, catturare l’attenzione degli spettatori che sono interessati allo scoop, perché più spettatori in un tg significa fare rincarare la pubblicità da mandare in onda in quella fascia oraria, perché andare a fare le indagini con la telecamera significa dare più lavoro ai giornalisti che altrimenti si girerebbero i pollici in ufficio, perché i fatti di cronaca riescono spesso a fare distrarre l’opinione pubblica da alcuni fatti incresciosi della politica italiana e dell’amministrazione locale.

Poi mi chiedo: “Perché le storie dei delitti italiani si consumano in grande quantità all’interno dell’ambiente familiare?”. Risposta: “Perché la famiglia è in crisi e dato che la famiglia è la cellula della società…. anche la società è in crisi!”.

Perché questi delitti in grande quantità accadono nei piccoli centri (v. Foligno, Garlasco, Avetrana, Gravina di Puglia, Erba, Novi Ligure, Cogne, Mazara del Vallo, Cassibile, Brembate, etc)?

Avete notato che quasi mai viene ritrovata l’arma del delitto e che se non c’è la prova schiacciante entro 2 o 3 settimane di indagini, diventa tutto molto più complicato e l’assassino/a se la fa franca?

E’ giusto che i giornalisti debbano per forza entrare con le telecamere dentro casa delle persone coinvolte o attenderle fuori per rivolgere le solite domande idiote?

Perché per arrivare a completare tutti i gradi di giudizio di un processo si deve aspettare troppo tempo, oppure perché le pene previste dal nostro codice penale sono spesso sproporzionate in base al tipo di crimine? Risposta: “Perché ogni giorno si uccide un pezzo dell’Italia che fu”.

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simona_77rm
simona_77rm il 03/01/11 alle 16:35 via WEB
E' evidente, si cerca di far spettacolo su tutto perchè il ritorno economico è molto consistente, come hai ben spiegato tu. Oggi tutto è un "affaire"...e il business è l'obiettivo prioritario dei media. Non dimentichiamo che è quanto mai attuale l'effettivo dominio del "quarto potere"... mai indebolito, sempre in costante crescita ...
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