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Butta giù le caramelle di Fabio Musati

Post n°39 pubblicato il 17 Dicembre 2009 da Tanysha
Foto di Tanysha

Fabio Musati, in una delle sue ultime conferenze - alla quale ho preso parte anche io - mi ha colpito con un'affermazione. In sostanza sostiene che "la scrittura è sempre fantastica, non esiste la divisione in generi genere fantasy o realista, nel momento in cui si scrive si crea e quindi si fantastica". Tanto per riagganciarmi al post precedente, uno scritto artigianale è un lavoro speciale, con qualche piccola  particolarità che lo rende unico. 

In questo nuovo lavoro di Fabio Musati, Butta giù le caramelle, edizioni Centoautori,  romanzo breve (e non  racconto lungo, che è una cosa diversa. Musati ha la capacità di scrivere romanzi brevi, sempre, anche in poche pagine, tanto la sua scrittura ha il potere di evocare molti argomenti con poco). Si chiama efficacia narrativa, è quella mano felice con cui, senza tanti giri di parole, si riesce a  rendere non solo un’idea, ma anche un’ambientazione, uno stato d’animo, un ricordo, una sensazione. Senza perdersi inutilmente per strade periferiche capaci di allontanare dal tema centrale, anzi, richiamandolo di continuo, senza rischio di prolissità. Equilibrio narrativo, si può definire.

            E’ la storia di una rinascita, ma anche il rimpianto per una vita che non c’è più.

            Il seme, prima di poter germogliare, deve morire, diceva qualcuno. Senza allusioni religiose, ovvio. In questa storia c’è un incontro che a prima vista sembra andare a parare in qualcos’altro. Invece no, come in ogni trappola narrativa sapientemente costruita, Musati ci prepara un epilogo sorprendente, montato pezzetto per pezzetto, con il suo tipico sguardo analitico  che è alla base di ogni buon lavoro di narrativa.

           

 

 
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