Come non parlare di questa ferita ancora aperta, di un’anima congiunta alla mia da qualche centinaio di pagine di romanzi che leggevamo insieme. Preferisco parlare delle cose belle che ci univano, della gioia di passarti qualche libro da me letto ed osannato, aspettando un tuo parere, spesso diametralmente opposto al mio, ma anche questa è vita, energia spesa nello scambio di vivificanti opinioni, che spesso si traducevano in pareri discordanti.
Eppure sono nata attraverso di te, io, che per miracolo riesco a scrivere queste parole con lo sguardo appannato. Già ho in mente la dedica che scriverò sul mio prossimo romanzo, se mai riuscirò a finirlo, la cui stesura sta attraversando una delle pagine più dolorose della mia vita. Un dolore iniziato qualche mese fa, quando hai deciso di vivere sospesa tra due dimensioni, scegliendo alla fine quella verso la quale eri ormai indirizzata. Credo che dalla dimensione da cui tu mi stai guardando vivere certe volte sorriderai delle mie goffaggini abituali, altre volte invece, non capirai perché mi comporto così, tu che mi avevi insegnato come. Oppure no, dall’universo dal quale tu mi stai seguendo, improvvisamente hai tutto ben chiaro: è come se di colpo tu comprendessi tutto quello che in questa vita ti arrovellavi di non poter capire, e ti appaia così puerile, facile e risolvibile. Così immagino l’onnipotenza di chi ha oltrepassato il confine labile di questa nostra misera e limitante dimensione terrena.
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il 24/07/2019 alle 12:44
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