Creato da ferraiolidomenico il 16/11/2011
politica cultura tradizioni natura

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

ermisavipleadi3clara08pierpaolocitron.pasculliluna.ferbocciaoneandrea.marziani1980sunpower66fiordaliso2324dario.fotiachiatamonbound4funlu.volper.salomonemegna
 

Ultimi commenti

 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« GLI ULTIMI FUOCHI DEL PR...GLI ULTIMI FUOCHI DEL PR... »

GLI ULTIMI FUOCHI DEL PRODE CAMOMILLO (BANDIERA FOSCA LA TRIONFERA') di HS (2 Parte)

Post n°131 pubblicato il 03 Maggio 2012 da ferraiolidomenico
 

Non ho dubbi, signor presidente e signori della Corte, l’imputato qui presente, si è tanto ingegnato a costruirsi la reputazione di uomo politico e delle istituzioni riformista e progressista, sia pure armato della necessaria misura e moderazione, ma nel suo profondo intimo e nella sostanza dei fatti l’uomo è accanitamente conservatore, garante di uno status quo che mai si modifica se non in peggio e in una sola direzione. E noi, illustrissimi giurati e signori della Corte, ben conosciamo la situazione disastrata di questo paese la cui sovranità è costantemente umiliata dagli occupanti – e non saprei come definirli altrimenti – americani, il cui rinnovamento viene insistentemente impedito dai poteri forti – Vaticano e Confindustria in primis – e la cui ricchezza viene concentrata nelle mani dei corrotti, dei millantatori, dei parassiti, dei mafiosi, dei cortigiani, dei saltimbanchi e dei buffoni di corte ! Perdonate la foga impressa in questa mia arringa, ma è il dovere morale e l’ineludibile afflato etico che mi inducono a non tacere e a esporre l’essenza dei fatti. “Cambiare perché nulla cambi”, potrebbe essere il motto della nostra sfortunata nazione… Noi non possiamo più tacere, perché l’accusato ha tenuto a battesimo la Seconda Repubblica e, facendosi garante del nuovo ordine, imponendosi come uno dei più autorevoli e stimati uomini del nuovo corso, egli ha consolidato uno status quo dai connotati criminali e ha concorso ad impedire che si facesse giustizia, aprendo così realmente le porte al rinnovamento e agli uomini di buona volontà e onesti che, signor Presidente, pure sono presenti nel nostro paese.

Mi permetta, illustrissimo signor Presidente, di rivolgermi all’imputato chiamandolo affettuosamente prode Camomillo, perché, vedete signori giurati, sono convinto che il bel mondo del Potere, della politica e delle classi dirigenti, di coloro che riescono a strappare proditoriamente applausi gratuiti e immotivati, sia popolato di personaggi dotati di superpoteri. Non si capisce altrimenti, come mai individui mediocri, rozzi, ignoranti e in alcuni casi intellettualmente limitati, riescano a ingraziarsi il consenso di masse. E’ il trionfo e il segno di una società in cui il virtuale ha imposto il suo imperio al reale, in cui i mass media e lo spettacolo hanno tracciato il significato delle nostre vite reali, come ebbe modo di scrivere Debord. Siamo circondati da personaggi dell’assurdo, della fantasia, figure da romanzo fantastico o a fumetti… Esseri che si giovano di oscuri poteri che sopperiscono alla limitatezza di argomenti e di risorse intellettive o spirituali. Così per me il Cavalier Silvio Berlusconi sarà sempre l’Omino di Burro che guida un intero popolo verso un immaginifico paese di divertimenti e di attrazioni, un Paese dei Balocchi e creare una nuova genia di ignare bestie da soma. Così Walter Veltroni è la versione anziana del maghetto Harry Potter, l’uomo della “sinistra impossibile e assurda” capace di riassorbire le più incredibili contraddizioni e illogicità. Per quel che riguarda il professor Monti - beh ! - lui è l’Uomo Transistorizzato, la creatura di Frankenstein della postmodernità, l’ultimo ritrovato in fatto di ingegneria tecnica, frutto dell’assemblaggio dei programmi del più logoro neoliberismo. E sia detto quasi in confidenza, gli deve essere partito qualche fusibile o fuso qualche microchip…

In quanto a lei, Presidente e prode Camomillo, ho avuto modo di osservare quali sono le sue nascoste qualità degne di una nuova progenie di X Men... Quando parla lei, chi l’ascolta comincia ad avvertire gli stessi inspiegabili sintomi… Le palpebre si fanno pesanti, le membra si abbandonano e il capo cala dolcemente per abbandonarsi al mondo dei sogni più meravigliosi… Bello scherzo fa la sua autorevole e flautata voce !!! Quando lei finisce di parlare, il sonno termina e il pubblico rinviene senza ricordarsi nulla di quel che lei ha detto se non la piacevole sensazione di abbandono e la visione di un celestiale mondo incantato. Così può ricevere uno scroscio d’applausi e l’unanimità dei consensi indipendentemente dal contenuto dei suoi non memorabili discorsi.

Perché prendersi ancora la briga di parlare di lei, Mounsieur prode Camomillo ? Perché rivangare in suoi trascorsi e le sue memorabili imprese ? Il suo italico, troppo italico trasformismo ? Il suo antico zelo stalinista e veterocomunista ? La sua conversione a centottanta gradi al più spudorato filoamericanismo neoliberista e neocapitalista con venature guerrafondaie ? Il “migliorismo” che ha trascinato schiere di onesti militanti del PCI nelle secche di una “palude” ideologica e politica ? Il suo costante e mai smentito dialogo con il craxismo e la sua “tolleranza” riflessa verso il berlusconismo ? Il suo tranquillo e indisturbato passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica ? Le sue competenze securitarie al Ministero degli Interni quando gli amici “piccini”/pidiessini/diessini si esercitavano nell’applicazione delle ricette della “Zero Tolerance” importate dagli USA e dal sindaco repubblicano di New York Rudolph Giuliani ? La sua smaccata capziosità nonostante il ruolo di garanzia costituzionale che dovrebbe ricoprire come Presidente della Repubblica ? L’aver tollerato a lungo e a lungo sostanzialmente appoggiato senza fiatare un governo incompetente, logoro e inadeguato come quello dell’Omino di Burro che, da buon edonista e viveur, da fautore del consumismo senza freno, non poteva certo solo ammettere il grave stato di crisi economica nel paese ? Aver aspettato che l’uva maturasse al punto giusto per poter insediare l’Uomo Transistorizzato, il Goldfinger Sachs gradito all’alta finanza internazionale e alle banche “creditrici” nei confronti del nostro paese ? L’aver sprezzantemente voltato le spalle ai promotori del movimento No Tav, incurante delle loro ragioni e dei loro argomenti, come se si trattasse di cittadini di serie Z o, peggio una masnada di eversori dell’ordine costituzionale e costituito ? La rappresentazione quotidiana che lei propone di un paese che esiste solo nella sua testa e di quella di chi si sorbisce le sue “camomille mentali” ? Non ci sarebbe molto da aggiungere su di lei e non varrebbe neanche la pena di tenerla in gran conto, se non fosse il Presidente di questa Repubblica disgraziata… Sarebbe solo l’ennesimo esempio di una politica istituzionale trombona e fanfarona se non complice di chi vuole affondare il paese se non dovessimo occuparci della funzione e del ruolo che lei va ricoprendo. In questo senso veniamo ora al vero succo delle accuse che noi le muoviamo e dell’equa condanna che noi richiediamo a questa illustre e immaginifica Corte…

Ogni anno cerco di partecipare come posso alla celebrazione di quel 25 aprile, di quella Liberazione che avrebbe dovuto donare finalmente a noi italiani la democrazia, la libertà l’uguaglianza e i fondamentali diritti sociali, politici e civili che dovrebbero riempire di contenuti qualsiasi autentico discorso sulla civiltà e sul progresso. Anno dopo anno il mio entusiasmo va scemando ed esaurendo lentamente e progressivamente… Signori della Corte, giustamente noi celebriamo i valori che fondano la carta costituzionale e avrebbero dovuto scendere nella realtà dei fatti. Per poter vedere realizzati questi diritti, giovani, uomini e donne, socialisti, comunisti, cattolici, liberali, repubblicani, azionisti e financo conservatori hanno dato la vita, immolandosi per combattere le nefandezze del totalitarismo nazifascista, ma cosa dovremmo poter rivendicare oggi noi, con orgoglio, con la fierezza di chi si è incamminato su quella strada ? Signori giurati, guardiamoci negli occhi e allo specchio… Quegli uomini non sono stati traditi una ma mille volte: la Costituzione che il mondo dovrebbe invidiarci è rimasta in gran parte solo sulla carta… L’Italia ha dovuto sottostare alle condizioni degli Alleati, dei vincitori del conflitto, mossi certo molto di più da ragioni economiche, geopolitiche e militari che da afflato democratico. Non è un mistero per nessuno che questo scalcinato stivale sia diventato la grande portaerei americana e NATO nel Mediterraneo, il grande strumento offensivo – perché tale è la sua funzione – e suggello dell’egemonia occidentale a guida americana, inglese ed israeliana. Sotto quell’ombrello si sono riparati quei ceti che già si erano abbondantemente sporcati le mani nel ventennio fascista, togliendosi la camicia “nera” dopo aver fiutato il vento che cambiava. Dovremmo chiederci perché il Duce, in possesso di documenti compromettenti, è stato giustiziato in maniera sommaria andando incontro ad una fine paragonabile alle più recenti di Saddam e di Gheddafi, altri dittatori scomodi e, a seconda dei casi, anche utili. Mi sto riferendo, naturalmente alla solita genia di illustri finanzieri, grandi imprenditori ed industriali, ceti agrari e parassitari, ecc…

A ciò si aggiungano i potentati che nella massoneria – istituzione notoriamente egemonizzata da potenti e stimati personaggi americani ed inglesi – e Cosa Nostra, l’organizzazione criminale che, gettando una solida rete fra America e Italia e guadagnandosi attestati “democratici” di antifascismo e anticomunismo, si avviava a raccogliere i lucrosissimi profitti del mercato della droga sotto gli occhi compiacenti dei mai nominati alleati e soci. Per consolidare meglio l’assetto dei nuovi equilibri internazionali, Washington, Londra e tutti gli amici e soci che si sono raccolti poi nei vari consessi del Bilderberg e della Trilaterale, hanno “inventato” la “Guerra Fredda” esagerando volutamente i pericoli di un presunto espansionismo sovietico. A tal fine, nel nostro come in altri paesi si è fatto in modo di recuperare tutta la “fascisteria” utile, tutto l’anticomunismo fanatico, tutta la soldataglia e i professionisti specializzati nelle operazioni terroristiche, di provocazione, di violenza, squadrismo e teppismo politico e pseudopolitico. La manovalanza inconfessata delle operazioni “sporche” reclutata in certa misura nelle reti atlantiche della STAY BEHIND. Siamo alle radici della strategia della tensione, delle stragi, dei golpe da ricatto, delle mattanze mafiose e degli anni di piombo. Dovremmo tutti leggerci gli sconfortanti dati che, a partire dall’immediato Dopoguerra, riguardano il trend delle uccisioni e dei morti soprattutto durante le manifestazioni sindacali e di sinistra, dei falcidiati e mitragliati dalle forze dell’ordine. Per non parlare delle stragi, degli attentati, degli assassinii a danno di esponenti comunisti, socialisti e sindacali per mano della mafia siciliana e di criminali complici come il bandito Giuliano !!! Era veramente necessario mettere in piedi un golpe militare in un paese del genere, signor Giudice ? No, e infatti i più avveduti strateghi nazionali ed internazionali della tensione se ne sono presto resi conto. Il golpe è permanente, strisciante, invisibile e, piano piano, erode tutti i residui di democrazia e di libertà, a favore del dominio dei signori del Mercato. Convinti e fieri anticomunisti come il fascista principe “nero” Borghese o il partigiano “bianco” e atlantico Sogno, strenui sostenitori di improbabili progetti golpisti, non sono stati altro che ubbidienti soldatini agli ordini degli americani, degli ambienti confindustriali, vaticani e massonici e dei più potenti personaggi della politica e diplomazia italiana. Forti del presunto sostegno, incoraggiati dalle influenti amicizie, inesorabili nella loro fierezza di soldati di una guerra che non esisteva se non in forme ingannevoli canagliesche, terroristiche e banditesche, di gangsterismo e di conflitto per bande, i tapini non hanno capito che per i loro padroni era molto più conveniente agire sotto mentite spoglie… D’altronde questi idioti della “Guerra Fredda”, questi teppisti di alto bordo non sono mai stati certo dei geni della politica. La loggia P2 avrebbe portato avanti un progetto molto più sofisticato, basato sulla penetrazione in profondità nelle istituzioni e sulla manipolazione attuata attraverso la stampa e la televisione. Ne siamo ormai consapevoli: ferita più volte mortalmente, sostanzialmente esautorata e sostituita da un “regime” che, alle istituzioni preferisce concretamente l’arbitrio dei rapporti personali e nel quale l’esecutivo ha preso il sopravvento rendendo il consesso parlamentare niente più che la sede in cui ratificare i provvedimenti stilati e decisi altrove. Un processo certo lungo e inesorabile, ma che a partire da Craxi fino ad arrivare al professor Monti passando per il solito Berlusconi, si è fatto in qualche modo tangibile. Inutile aggiungere che la lunga demolizione dell’assetto costituzionale – del quale il compianto ex Presidente della Repubblica, “gladiatore” e difensore della P2 e del piduismo Cossiga si compiaceva – è stata accompagnata dalla stagione della deregulation, delle mani libere in economia e della voluta confusione fra pubblico e privato. Se lei, onorevole Presidente e prode Camomillo, non fosse complice e partecipe di questa disgraziata situazione – mai denunciata e mai affrontata – potremmo concludere che in fondo non è altro che il Presidente della Repubblica che non c’è, ma noi crediamo ai valori costituzionali e, perciò, crediamo sia giusto ed equo processarla ed eventualmente condannarla…

Signor Presidente, signori della Corte, signori giurati, devo confessare tutta la mia costernazione, la mia frustrazione, la mia afflizione e – perché no ?- il mio dolore… Nel giorno della Liberazione abbiamo assistito ad esibizioni abbastanza penose, da vero teatro dell’assurdo. Il professor Monti ha paragonato la sua disastrosa politica per – presumibilmente – affrontare la crisi e il debito pubblico alla Liberazione, senza tema di cadere nel ridicolo. E, effettivamente, l’Uomo Transistorizzato è riuscito a farmi scompisciare dalla risate come ai tempi del buon vecchio Omino di Burro. Sarà forse anche un tecnico, ma sul piano delle corbellerie è difficilmente battibile. Ve lo immaginate Monti abbigliato da partigiano, con il fazzoletto rosso e il mitra in spalla ? Molto più probabile vederlo annientare i nemici con i raggi fotonici… Saremmo alla barzelletta da caserma, alla serie “Armiamoci e partite” se non fosse per la Crisi che incombe…

Glielo concediamo, Mister Presidente (and warrior) Camomillo… Qui, in quest’aula, io, l’avvocato che sta patrocinando la sua difesa, l’onorevole signor Giudice, la Corte, i giurati tutti, e questa folla che altro non pensava che ad imbastire questo processo, siamo solo presenze immaginarie ed illusorie, kafkiane presenze di evanescente consistenza. Questo processo non esiste, semplicemente per il fatto che lei è il Presidente della Repubblica che non c’è, retta da una carta costituzionale che non è altro che sogno… E per definizione, il Presidente di una Repubblica che non c’è, è lui stesso inesistente e, di conseguenza, improcessabile. Lei non potrà mai avere un riguardo per noi così come non ha autentico occhio per scrutarsi allo specchio. Ma io le chiedo comunque di prestarci orecchio e rispetto, perché ora lei sta effettivamente popolando questo suo sogno o incubo a dir si voglia e, quindi, di rivestire quell’alto ruolo per cui lei è stato chiamato in giudizio. Lasciamo perdere le scempiaggini dell’Uomo Transistorizzato che non sono oggetto diretto ed effettivo di questo dibattimento, ma prendiamo, invece, le parole che ha pronunciato durante le celebrazioni del 25 aprile, in circostanze che avrebbero richiesto quella moderazione e quella misura che lei predica ipocritamente per poi contraddire nella maniera più clamorosamente. A giudizio del collegio dell’accusa le sue dichiarazioni costituiscono intrinsecamente la prova provata che lei ha tradito e calpestato quella Costituzione – che, per carità, è illusoria e immaginifica – che lei era stato chiamato a tutelare, osservare e rispettare. Furbescamente – e in maniera subdola – ha insinuato al cospetto della cittadinanza che il “nuovo” – rappresentato dal movimento di Beppe Grillo, ma, evidentemente, non solo da quello… -, i nuovi movimenti e le opposizioni extraistituzionali ed extraparlamentari recano i pericoli della demagogia, del populismo e, evidentemente, del qualunquismo. Bisogna riconoscerle una bella dose di scaltrezza: difficile non accostare le sue parole all’evocazione di pericoli e rischi relativi a un fascismo rinnovato o sotto mentite spoglie. Un richiamo suggestivo, nel giorno della Liberazione… Si è inteso che il suo monito riguardasse sicuramente il solo Grillo e il movimento che “sponsorizza”, ma è molto più probabile che i suoi strali avessero, per così dire, una portata più generale… Che, poi, attualmente il Movimento Cinque Stelle costituisse il bersaglio principale per i mal di pancia che sta seminando nelle stanze della (im)politica ufficiosa e ufficiale, è realmente un altro paio di maniche: noi dobbiamo attenerci alla reale percezione di significato della sua arte retorica e oratoria… Di fatto lei non ha fatto che ribadire la litania già espressa da autorevoli esponenti della politica preoccupati della perdita di consensi e dell’emorragia di voti, conferendole una maggiore incisività. E’ venuto smaccatamente e sfacciatamente in soccorso ai partiti della Seconda Repubblica rammentando che non c’è politica possibile al di fuori di quella che, ormai i cittadini hanno imparato a conoscere, forse più a ragione che a torto, come casta o cricca… Si deve supporre – dalle sue sempre autorevoli parole di integerrimo rappresentante massimo delle istituzioni (che non sono) – che oltre i confini dei partiti, partitini, gruppi e gruppuscoli personali o “pigliatutto”, alberghi solo l’antipolitica e quell’avversione dei partiti che si derubrica con troppa facilità come nuovo fascismo o populismo. C’è troppo spreco di Resistenza, troppo spreco di Liberazione, richiamandosi ai valori dell’antifascismo dei padri costituenti e dei partigiani da brandire contro i propri avversari politici. Per legittimare politiche sbagliate, fallimenti, giustificare gli errori diabolici, quelli che si “ripetono” mille e più volte. Così lei e l’Uomo Transistorizzato, potete reiteratamente bestemmiare il nome della Resistenza cercando di mobilitare i cittadini più sprovveduti in comode crociate da legittimare dietro una sorta di malinteso “antifascismo” sviandoli dalle autentiche responsabilità dell’odierna Crisi economica, morale, sociale, civile, intellettuale e culturale nazionale e – anche – internazionale. Peccato per voi che ce ne siamo accorti in tempo ! La parziale correzione di tiro con l’ovvia menzione del marcio dei partiti non cambia niente e dimostra l’assoluta inadeguatezza: di fronte allo scandalo di “partiti fantasma” che usufruiscono di rimborsi elettorali e rispetto alle numerose inchieste giudiziarie che vedono coinvolti nugoli di politici che hanno piegato la loro funzione con il profitto privato, il business, la rendita e il benessere personale non si può mai gridare abbastanza. Il cittadino è stato gravemente defraudato e ingannato da una classe politica inguardabile e dai loro complici negli altri settori delle classi dirigenti. Se fosse possibile riformare i partiti non sarebbe stato atteso tanto, troppo tempo. La situazione è ben più grave di come la si vuole dipingere, ma dalle orecchie il Presidente (e prode) Camomillo non vuole sentire…

Con la sua codina di paglia, Grillo ha risposto piccato che non altro siete che un corteo di salme suscitando le prevedibili reazioni. Non è questa la sede per discutere sul Movimento di Grillo come del suo discusso leader, come non è la sede per discettare delle proposte politiche delle altre componenti dei nuovi movimenti rivitalizzanti dall’ondata dell’indignazione nei confronti della finanziarizzazione dell’economia. Qui non interessa stabilire quanta anarchia, quanto libertarismo, quanto fascismo, quanto populismo, quanto comunismo, ecc… permei le nuove opposizioni… L’eleganza verbale del comico (?) genovese è ben nota, ma suvvia, signori della Corte e signori giurati, cerchiamo di essere seri !!! Nella sua essenza Grillo stigmatizza la (im)politica in maniera non troppo diversa da quanto fece Pasolini quando accusava i democristiani di essere sostanzialmente dei cadaveri che camminavano, perché il vero Potere stava altrove. Da quanto emerge dai suoi articoli sul “Corriere della Sera” il poeta friulano riteneva che, in realtà, il nuovo Potere della società neocapitalista, edonista e consumista, risiedesse nei grandi network dell’economia, della finanza e dei mass media. Non a caso si era convinto che fra i responsabili della morte del Presidente dell’ENI Mattei, dei “tentativi” golpisti e delle stragi, vi fosse il già menzionato Cefis, uomo gradito all’establishment angloamericano e atlantico, personalità di spicco della loggia “Giustizia e Libertà” – la stessa in cui era stato “iniziato” il compagno tesoriere Cervetti -, poi migrata in massa nella P2. Secondo un’informativa dei servizi segreti militari, sarebbe stato Cefis il vero promotore della loggia coperta P2 che poi sarebbe stata “offerta” a Gelli e Ortolani, uomini con trascorsi nell’intelligence di casa nostra… Perdonate le mie divagazioni, signori giurati… Vi starete chiedendo dove sono le prove dell’”alto tradimento” perpetrato nei confronti della Costituzione e starete pensando che, in fondo, l’imputato non stava facendo altro che esercitare le sue legittime prerogative istituzionali. Permettetemi di citare quell’articolo 49 che è spesso citato e quasi sempre a sproposito…

“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”

I nostri illustri antenati costituenti hanno inteso conferire al testo un significato molto preciso, con una semplice e limpida frase. Io vi chiedo, signori giurati, a chi ritenete che si riferissero… Alla DC, al PCI, al PSI, all’MSI o al gruppo di partiti laici ? Al PDL o al PD ? A Forza Italia o ai DS ? All’UDC o alla Lega ? Nossignori, queste semplici parole sono vergate per essere comprese al millimetro !!! I partiti sono legittimati in quanto espressione della cittadinanza e della società civile che si dota delle organizzazioni più consone a poter partecipare e concorrere alla formazione delle politiche pubbliche del paese. Il ruolo della cittadinanza non si limita semplicemente a delegare la sovranità a realtà separate della società, ad inquilini che, per chissà quali fortunate circostanze, possono occupare il Palazzo in pianta stabile, acquisendo rendite e privilegi. Il cittadino diventa protagonista, soggetto della vita pubblica, associandosi liberamente… E’ altrettanto chiaro che i “partiti” citati nell’articolo 49 sono da intendere nel senso più ampio del termine, anche come movimenti allo “statu nascenti”. Difendendo chi si è arrogato il diritto di monopolizzare un potere che, peraltro, si crogiola in panciolle nella corruzione alimentata dall’autentico Potere, il Presidente (e prode) Camomillo ha denigrato quei movimenti che, pure, sono espressione delle istanze dei cittadini almeno quanto gli altri, ed in tal modo ha gravemente offeso e umiliato lo stesso concetto di cittadinanza quale fonte sovrana di diritti e obblighi. Egli ha affondato la sua lingua tagliente nell’essenza democratica della carta costituzionale ! Sulle spalle dei cittadini – e non sopra quelle di un presidente plebiscitario – grava il compito di sostanziare la democrazia, traducendo istanze, domande e richieste politiche nelle concrete proposte di organizzazioni, partiti e movimenti. Ai cittadini spetta dotarsi delle strutture ritenute più idonee al perseguimento delle finalità democratiche. Ai cittadini viene riconosciuto il diritto/dovere di legittimare i partiti attraverso il consenso… Non credo sussista molto spazio per l’equivoco. Attaccando inusitatamente Grillo e gli altri movimenti – anche attraverso altri atti e comportamenti – l’imputato ha attaccato la forma partito come sostanza della democrazia, la cui autorevolezza promana da me, da voi, da tutti noi… In definitiva è lo stesso prode Camomillo a condannarsi alla più vieta antipolitica, in linea con la progressiva demolizione e dello smantellamento della Costituzione nata dalla Resistenza e dall’antifascismo ! Sul punto non credo che l’accusato possa accampare molte attenuanti…

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963