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« Non scordiamoci il mare... | QUALCOSA SUL FUOCO » |
Saper lambire l'àmbito ambìtoParrebbe superfluo ripetere ciò che è passato, se quello per cui si potrebbe fare non lo stessimo già facendo. Le cose che stanno per accadere interessano, tanto gli avvenimenti che l'han generate, quanto le situazioni che stanno ad attenderle. Una goccia non è mai immobile. Se non si sta staccando da quel che ha percorso, torna su se ed asciugando forma. Ha una forza che la spinge, aria che la circonda e interesse ad andare avanti. Questo perchè:" L'acqua che scende dal monte ha una proprietà particolare, la coda le spinge la testa o almeno da questa si fà tirare...". E' l'inizio di una canzone che scrissi pensando all' incertezza del salire o scendere di un animale in cerca d'acqua, diviso tra prospettive lungimiranti come una sorgente o una grondaia, finestre su terra e cielo, oppure facili consumi come gli stagni e i fiumi, polmoni e arterie di un organismo sempre attivo. Cioè ciò che c'ha sfamato o dissetato ieri può non esser sufficiente a quello cui s'ambisce rendendo il trascorrere del tempo, a discrezione dell'interesse e in relazione a questo più che alla realtà. Un progetto si rivela improponibile quando l'orizzonte è ben conosciuto, meno invece se l'obbiettivo è vago, dimensionato alla possibilità disponibile. Se vivi nell'incertezza, in cui non è detto che si riesca a mangiare secondo voglia, tutti i giorni, come fanno le piante che sono in attesa della pioggia,impari ad assorbire altre cose, meno percettibili. Il volere ambire a tutto e subito ci ha portato alle catastrofi naturali dei nostri giorni, percorso obbligato nell'apprendimento di una difficile ma vera coesistenza di specie diverse in un ambiente che sappia accoglierle. Le modifiche che apportiamo all'ambiente hanno valori che non abbiamo ben capito e dovremmo riconsiderarli: un tubo, utile per certi scopi, esclude la possibilità di dar nutrimento alla terra, concentrando energià altrimenti diffusa in maniera più fruttuosa . La forte concentrazione di forme di vita in ristretti spazi ha portato a questo, la proprietà privata ha continuato a dividere il buono dal cattivo, basta un pinzotto di zanzara per segregarci dietro a dei timori...ma possiamo ancora scrivere |
Inviato da: cielostellepianeti
il 26/03/2013 alle 16:36
Inviato da: danbart
il 31/03/2012 alle 21:52
Inviato da: andrew_mehrtens
il 30/03/2012 alle 23:54
Inviato da: PERLASNAKE
il 04/02/2012 alle 18:12
Inviato da: dueoreper1Nick
il 22/01/2012 alle 10:04