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Creato da IlCercatoreDiParole il 17/12/2008

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E' un passo bellissimo questo che citi e che riassume...
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Sillogismo

Post n°18 pubblicato il 21 Maggio 2009 da IlCercatoreDiParole

Le recenti notizie sugli attacchi del Presidente del Consiglio alla Magistratura mi hanno deluso e amareggiato.
Duole dirlo (sono sincero, provo un sentimento di mestizia) - ma in un qualsiasi paese civile, un qualsiasi politico - anche di second'ordine - rassegnerebbe lesto lesto le dimissioni di fronte ad accuse così chiare e infamanti.
In Italia, invece, il massimo rappresentante del governo, anziché dimettersi e farsi processare, accusa i magistrati che lo "perseguitano" di faziosità e propositi eversivi, cercando in ogni modo di delegittimarne la funzione.
L'accusa che gli contestano è chiarissima e di estrema gravità: Tizio ha corrotto Caio. Caio è stato condannato per corruzione. Tizio è colpevole?
Insomma, un banale sillogismo.
Il tutto si consuma d'innanzi al silenzio colpevole del popolo sovrano.

 
 
 

Dov'era la sinistra?

Post n°17 pubblicato il 26 Aprile 2009 da IlCercatoreDiParole

Volevo uscire per il jogging ma il tempo è grigio, scende una pioggia fitta fitta che stimola la mia pigrizia più di ogni altra cosa. Mi sono svegliato e ho fatto una colazione abbondante: the, frutta, fette biscottate al miele.
Ho letto le fiabe delle mille e una notte, ho ascoltato un po' di musica jazz apprezzabilissima (un gruppo di S. Pietroburgo); infine, come sempre, mi sono ritrovato seduto davanti al solito schermo antiriflesso, un po' avvilito al pensiero che domani ricomincerà la settimana.
Ma sforziamoci di essere ottimisti.
Rimuovere il pensiero del lunedì è possibile.
In fin dei conti, lo stress da inizio settimana è gestibile in modo abbastanza semplice: credo sia sufficiente organizzare un buon programma per la domenica sera e proiettarsi mentalmente al martedì.
E soprattutto non pensarci! Cosa che invece sto facendo, dal momento che ne scrivo.
Con mia madre, a tavola, abbiamo discusso di politica. Ho un'amica che vive in Svezia (ormai da quasi due anni), dove si barcamena facendo lavori saltuari: ragazza alla pari, commessa in un negozio di generi alimentari, cat-sitter (mi si passi l'espressione orrenda, ma in italiano non sono riuscito a trovarne una equivalente).
Lavori umili, per una ragazza che si è laureata brillantemente.
Il racconto delle sue ultime avventure ci ha fornito lo spunto per parlare della condizione sociale dei giovani italiani: in balìa di un mercato del lavoro ostile e precario (oppure flessibile, se preferite un linguaggio politically correct), dipendenti dalle tasche dei genitori fino a trent'anni.
Penso, con tristezza, alle persone che in questo periodo sono state ammesse a "beneficiare" della cassa integrazione.
Con altrettanto rammarico, penso a tutti quei giovani che (in forza di un contratto a tempo determinato) sono stati licenziati in tronco, senza indennità e senza tutele.
Ad accrescere l'amarezza, il ricordo che le suddette forme di lavoro flessibile sono state introdotte, nel nostro paese, da un governo di centro-sinistra.

 
 
 

Casa dolce casa

Post n°16 pubblicato il 21 Aprile 2009 da IlCercatoreDiParole

Casa dolce casa.
Ecco la frase - "modo di dire", "luogo comune", chiamatelo pure come vi pare! - che mi ha spinto a compiere l'ultimo, epico sforzo della giornata: scrivere due righe sul blog prima di infilarmi nel letto.
Per impegni lavorativi sulla cui natura credo sia meglio sorvolare, stasera mi è sembrato più comodo rientrare all'ovile, anziché trascorrere la notte nell'appartamento in affitto.
So che la notte sarà breve (come di consueto), eppure pregusto già la comodità che contraddistingue in modo inconfondibile il "mio" letto rispetto a qualsiasi altro.
E pensare che sino a poco tempo fa mi credevo un ragazzo senza radici (una sorta di apolide, senza fissa dimora), sempre pronto ad imbracciare lo zaino e partire all'avventura. Incredibilmente, mi sono scoperto affezionatissimo sia al paese nel quale sono cresciuto che alle vituperate "quattro mura domestiche". Staccare dal lavoro, sia pure per poche ore, e respirare l'aria di casa mia è un autentico toccasana. E' inutile circondarsi dei libri prediletti o delle foto delle persone care: si sente quando non siamo a casa.
Dunque, se dovessi assegnare un nome o scegliere la miglior definizione per codificare il sentimento che stasera mi ha quasi costretto a scrivere, non avrei dubbio alcuno: la parola giusta è nostalgia.
Nostalgia per tutto ciò che rappresenta il nostro passato, le nostre radici, la nostra cultura; l'educazione ricevuta, lo sguardo e la presenza degli affetti a noi più cari; i souvenir che provengono dal nostro passato e insperabilmente lo custodiscono.
Insomma, "casa dolce casa"!

 
 
 

Il tempo di... dormire

Post n°15 pubblicato il 20 Aprile 2009 da IlCercatoreDiParole

Tra le cose che "odio" indicate a suo tempo nel mio profilo figurano, tra l'altro, la domenica sera e il lunedì mattina.
Ad oggi, non è cambiato niente: concordo in pieno con la mia valutazione originaria e ribadisco tutto il mio odio. A pensarci bene, nel momento in cui sto scrivendo (sono appena rientrato dal cinema, all'una e diciannove minuti) è sia domenica sera che lunedì mattina.
Eppure non posso definire questi minuti come odiosi o sgradevoli.
Ho vinto il sonno quasi del tutto e adesso mi trovo in un limbo dolcissimo, in una dimensione atemporale.
So che tra poco spegnerò la luce e mi infilerò sotto le coperte; so anche che la sveglia (non ancora impostata) suonerà in un battibaleno, e in quel momento tutto il mondo mi crollerà addosso (...catastrofista? Può darsi!).
Il pensiero di una persona cara mi rattrista.
La sua voce di solito è motivo di gioia incondizionata, di felicità.
Ho come la sensazione che il proposito di rimuovere ogni pensiero, affidandosi a una specie di relativismo cosmico, non sia stata la giusta soluzione; sento che una tale scelta, pur immunizzandomi (secondo un certo punto di vista) dalla sofferenza, ha offuscato ormai irrimediabilmente la lucidità dei miei ragionamenti.

 
 
 

Le mille e una notte

Post n°14 pubblicato il 16 Aprile 2009 da IlCercatoreDiParole

All'incirca una settimana fa mi è capitata tra le mani un'edizione pregiatissima della celebre raccolta di fiabe d'Oriente delle Mille e una notte. L'avevo regalata a mia zia per le festività natalizie, e da quel momento non ci avevo più pensato, sia per il poco tempo disponibile che per i molti altri romanzi che mi ero proposto di leggere.
E' una raccolta di fiabe piene di magia. Obbietterete: una favola non può che essere piena di magia. Eppure stupisce la ricchezza di particolari, l'universo fantastico nel quale si ha l'impressione di entrare già dopo aver sfogliato le prime pagine. Mi sentirei di consigliare la lettura a tutti coloro che (come il sottoscritto) sono alla ricerca di un qualsivoglia appiglio per lasciarsi alle spalle la cosiddetta realtà. Dimenticarsene, sia pure per pochi illusori minuti. Bisogno di evasione, a ciò dovrebbe rispondere la letteratura e l'arte di scrivere romanzi.
Non credo esista un autore vero e proprio delle fiabe delle Mille e una notte; penso invece che si tratti di una raccolta di novelle orientali tramandate (forse addirittura per tradizione orale) da tempo immemorabile.
Sorrido al pensiero di chi sentenziò la superiorità ("primazia") della nostra cultura su quella araba.
La promessa sposa Shahrazàd racconta ogni notte al suo futuro sposo (crudele e potentissimo sovrano) una storia, per salvare se stessa e tutte le donne del regno. Nella prefazione si paragona la raffinatissima opera ad uno scrigno custode di valori inestimabili, da cui si sprigiona una potente alchimia di immaginazione, amore, filosofia, religione, raffinato erotismo.
Non aggiungo altro: il resto è tutto da scoprire (in primo luogo per chi scrive!).
Chiudo con una battuta, perché proprio non resisto alla tentazione: i cultori della saga de "Il Signore degli Anelli" (molto in voga negli ultimi anni) conoscono le fiabe delle Mille e una notte?

 
 
 
 
 

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