di Anima di Amore e di altri luoghi
Quando musica tu suoni, mia musica, su quel beato legno che alle dita gentili replica mentre conduci la vibrante armonia che mi smarrisce, quanto invidio quei tasti che in su e in giù tenendo il cavo di tua mano baciano - e dal raccolto le mie labbra escluse, lì accanto, si fan rosse a tanta audacia. Ben situazione e stato muterebbero, purché tu le sfiorassi, con quei rapidi in danza - e tu scorri sì che lieto fai morto legno più che vive labbra.
W. Shakespeare
La notte è il luogo ed il tempo dove io mi rifugio...
la notte mi adula, mi corteggia, brama la mia anima rendendola ebbra del suo infinito desìo di canti...ed io mi addentro in essa perdendomi nell'interminabile danza dei sogni divenendo così in quegli istanti sublimi, parte lunare di essa...
GCD
La mia tela è un foglio di terra e germogli di vento dove incido il graffio del suono che effonde in me e in questo pieno che quasi trabocca la mia anima si svela aprendosi in volo.
GCD
Post n°58 pubblicato il 23 Gennaio 2013 da poetica_mente
Era da tempo che se lo chiedeva. Cos'era quella malinconia che l'abbracciava e la tormentava ogni qualvolta che la solitudine tentava di trasportarla in quei luoghi ignoti dove la musica accompagnava ogni suo pensiero, dove fotogrammi d'esistenza passati le ritornavano in mente inevitabilmente? Cos'era quel tassello che non riusciva a trovare, quel puzzle mancante che le impediva di veder completato il senso della sua esistenza? Pensieri e ricordi passeggiavano nella sua testa mentre i suoi occhi ammiravano quel Mare che sembrava raccontarle ogni cosa. Il vociferare delle onde che terminavano sulla spiaggia riprendevano a riecheggiare quell'antica melodia di ricordi che riemergevano come conchiglie dalla sua mente. Un silenzio eloquente che la induceva a ripercorrere ogni angolo dei giorni andati. Il vento sembrava accarezzare i suoi pensieri in quegli istanti di surreale danza dei sensi e Alena stringeva la malinconia a sè quasi come se temeva di venirne derubata.Sospiri e respiri altalenavano quegli istanti laceranti dell'anima, quell'anima vagante alla ricerca dell'infinito, ignara di far parte già di quell'immenso quadro che è la Vita.Domande alle quali non riusciva a dar delle risposte, ricordi di un volto che non riconosceva più, ombroso e scuro come le nubi che offuscavano quel cielo che, in quella sera d'estate, voleva afferrare per fondersi con esso.Riflessi non più familiari, la sordità di un tramonto che non voleva ascoltare il saluto di quel giorno.Cos'era?Una lacrima dal sapore salmastro che testimoniava quell'assenza, quel vuoto, la fragilità nel riconoscersi semplicemente "umani".Il coraggio di guardare avanti per potersi rialzare e riprendere a inseguire i propri sogni.Nonostante tutto."La malinconia è come una spina nel cuore che fa urlare all'anima ciò che il cuore cela. Giusy Cancemi Di Maria" |
Post n°54 pubblicato il 22 Febbraio 2011 da poetica_mente
Ci sono delle volte che mi par quasi che nel respirare io non tragga respiro. Ci sono delle volte in cui il cibo non mi sazia e l'acqua non mi disseta... Ho fame e non di tutto ciò ch'è cibo, fame di parole che raccontino e mi raccontino i colori che non riesco a vedere con gli occhi. Ho bisogno di respirare e non aria perché il mio ossigeno è nella poesia che mi fa vivere altrove e mi disseta. Ed è pace. Quella pace che trovo nelle parole stese sulla carta e tra la pioggia delle emozioni che coprono i rumori e m'accompagnano in questa fugace vita. Giusy Cancemi |
Post n°53 pubblicato il 08 Febbraio 2011 da poetica_mente
Strade percosse evocano fotogrammi di attimi ormai passati. Inciampo in buche di rimpianti cadendo in pozzi di ricordi. Intravedo nel riflesso di ieri una giovane che ingenua mi sorride, ha negli occhi la luna e nelle mani le canzoni della sua vita. Intona con la voce del mare i suoi chimerici desideri e suona con le corde del suo cuore la melodia dell'amore. Una stilla dal cielo frantuma l'idea di un sogno disilludendo quel ricordo e la luce di un tramonto preannuncia l'arrivo della sera. Prosegue così il suo sentiero volgendo gli occhi oltre i ricordi. Sognante attende -silente- l'arresa del disincanto.
Giusy Cancemi
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Post n°52 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da poetica_mente
Un pezzo del cielo volevo raggiungere; nel riflesso della luna e dietro l'uscio delle stelle mi sarei nascosta ad attendere il miraggio di un sogno. Sotto la pioggia avrei danzato coi piedi scalzi e sporchi d'illusioni coi desideri bagnati. Ad alta voce avrei urlato la mia anima. Ho dormito tra le stelle, ho avuto visioni, ho vagabondato tra i sogni, ho amato e sono stata amata, sono stata ferita e ho ferito e ho trovato parole più grandi di me, che risuonano dai tempi più antichi dell'anima, parole che mi hanno fatta sentire polvere nella clessidra del tempo parole che mi hanno donato il volo. Non ritornerò più a casa. Quel profumo di mare dal sapore antico fu l'oppio della mia esistenza.
Giusy Cancemi
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Post n°51 pubblicato il 25 Gennaio 2011 da poetica_mente
Ho incontrato un mendicante di stelle,
Giusy Cancemi
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" Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie. Dai diciotto anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. E quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore."
F. De Andrè
"Venite pure avanti, voi con il naso corto
signori imbellettati, io più non vi sopporto.
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada
vi uccido quando voglio."
F. Guccini
"Così di notte in quella stanza
dove mi dimenticavo il tempo,
io stavo ad ascoltarlo di nascosto
mentre lui leggeva
parole di romanzi e versi come cose da toccare
e al frusciare di pagine mi sentivo volare..."
R. Vecchioni
"Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare. "
A. Branduardi
"Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie."
F. Battiato
"Le poesie si scrivono sulle pietre, con le ginocchia piagate"
A. Merini
"Io non credo a quei poeti dalle cui menti, si dice, i versi prorompono già compiuti, come dee corazzate. So quanta vita interiore e quanto sangue rosso vivo, ogni singolo verso autentico deve aver bevuto prima di potersi alzare in piedi e camminare da solo."
H. Hesse
"Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia."
P. Neruda
"Mi illumino di immenso" G. Ungaretti
"Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire."
C. Pavese
"Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima.
Nello svolgersi infinito della sua onda,
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
L’accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore..."
C. Baudelaire
"Che tu sei qui-che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso."
W. Whitman
"...e, alla fine, arrivano sempre i ricordi,
con le loro nostalgie e la loro speranza,
e un sorriso di magia alla finestra del mondo,
quello che vorremmo,
bussando alla porta di quello che siamo."
F. Pessoa
"Ahimè, perché l'amore, di aspetto così gentile è poi, alla prova, così aspro e tiranno?"
W. Shakespeare
"Ma d'un tratto egli si alzò e, chiudendo gli occhi, si pose le dita sulle palpebre come per tenere in sé prigioniero qualche bizzarro sogno da cui temeva destarsi."
O. Wilde
"La stella è pianto rosa al cuore delle tue orecchie,
l'infinito è rotolato bianco dalla tua nuca ai reni
il mare ha imperlato di rosso le tue vermiglie mammelle
e l'Uomo ha sanguinato nero al tuo sovrano fianco."
A. Rimbaud
G. Leopardi
"L'inferno è vuoto... tutti i diavoli stanno qui"
"Mi illumino di immenso"
G. Ungaretti
"Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire."
C. Pavese
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