The Cat on The Net

IN CORSA COL TRENO  -  Parte 8 di 8

In strada capii finalmente ciò che Paolo aveva da dirmi: lo avevano trovato presso la pizzeria di Albissola.

- Te l’avevo detto che stasera lo volevo portare in pizzeria! – concluse Paolo, col suo solito sarcasmo.

Ci ritrovammo tutti in ufficio. Zappatore era seduto sulla poltroncina nella stanza del capo dove meno di due ore prima ero seduto io. Sulla sedia a fianco era appoggiato il cappotto cammello. Patrizia stava controllando il contenuto del sacchetto di plastica della Esselunga. L’uomo evidentemente era già stato perquisito. Nel centro della scrivania erano appoggiati un telefono cellulare Ericsson T10, un portafogli di pelle nero, un pacchetto di sigarette Chesterfield, un accendino di plastica trasparente ed un mazzetto di banconote da centomila lire. (Diciotto. Scoprimmo in seguito che erano false. Zap ammise di averle acquistate a Milano pagandole “uno a dieci”, ovvero duecentomila vere per due milioni fasulli, per finanziarsi la vacanza in riviera. Neanche a dirlo, giurò e spergiurò di non conoscere il nome di chi gliele aveva vendute e di non sapere come rintracciarlo. Altrettanto inutile fu cercare di scoprire a chi aveva rifilato le due banconote false che mancavano dal mazzo).

- Perché sei sceso dal treno a Genova Principe? – buttai lì, appena entrato, per verificare se i nostri timori erano esatti.

L’uomo assunse un espressione stupita. - Io… beh… ma come fate a sapere che sono venuto in treno e che ho cambiato a Genova? – chiese a sua volta, con una cantilena lombarda, appena virata da un leggero accento meridionale.

- Rispondi alla mia domanda! – lo incalzai, comprendendo con sollievo che la sua rapida discesa dal treno non era dovuta ad un errore mio o di Patrizia.

- Veramente… - disse lui - …dopo che ci siamo fermati a Genova ho scoperto, parlando con il capotreno sul marciapiede, che quel treno non si sarebbe fermato ad Albissola, così sono sceso, appena in tempo, ed ho aspettato un locale!

Penso che ancora adesso, a distanza di anni, l’uomo si stia interrogando sul motivo della risata liberatoria che si levò tra i poliziotti presenti nell’ufficio in quel momento.

                                 FINE