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La Nuova Alleanza

Creato da AnbassaYehuda il 28/02/2010

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« STORIA D'ETIOPIA IN SINTESI

MITOLOGIA? L'ARCA DELL'ALLEANZA E LE ORIGINI DELLA DINASTIA SALOMONIDE

Foto di AnbassaYehuda

Da questo punto in poi si parla di quella Storia d'Etiopia e dei suoi misteri che gli storici non vi racconteranno mai

chiesa di san giorgio a Lalibela

 

Le origini della Casa Imperiale dell’Etiopia, anche conosciuta come Dinastia Salomonide, possono essere ricercate nel libro Kebra Negast (Gloria dei Re). Tale libro è spesso considerato una leggenda, ma è invece accettato senza dubbio da molti, come dalla Chiesa Ortodossa Etiope Tewahido, una fonte abbastanza dettagliata di eventi che altrimenti non avremmo mai conosciuto.
Nel Kebra Negast è raccontato che Makeda, Regina di Saba (raccontato anche nel libro dei Re della Bibbia) di aver visitato il Re Salomone. Si dice che Salomone fu grandemente impressionato per la sua grazia e bellezza e si pensa che il famoso Cantico di Salomone sia dedicato proprio a lei. Si racconta che Makeda si lasciò sedurre dal Grande Re.

Rientrando ad Axum, Makeda diede alla luce un figlio a cui diede il nome di Darwit (David) che presto venne conosciuto col nome axumita di Menelik. Darwit fu mandato dalla madre nel regno del padre quando raggiunse l’età giusta per poterlo incontrare.
Secondo il Kebra Negast, i nobili dell’antico Regno del Padre Salomone, i cosiddetti Patriarchi, non videro di buon occhio l’arrivo di Darwit. Così fecero molta pressione su Salomone affinché questi lo rimandasse nelle sue terre. Salomone quindi, visto anche il desiderio del giovane Darwit di ritornare ad Axum, permise che egli rientrasse in Etiopia, ma volle che fosse accompagnato. Ordinò quindi alla nobiltà e alle famiglie dei sacerdoti che mandassero i loro primogeniti in Etiopia con Darwit per fare da consiglieri al giovane erede di Axum. Si dice quindi che furono costoro i primi antichi Falashà o Bete Ysrael, nucleo originale di quella elite che portò la credenza prima del Dio senza Nome conosciuto dal Regno di Salomone. In sostanza il primo regno etiope era di religione ebraica.
Il Re Salomone fece anche in modo che una copia dell’Arca dell’Alleanza custodita nel suo tempio fosse creata e portata in Etiopia al seguito di Darwit, in modo da portare nel paese il credo dell’Unico.
Il Kebra Negast, però, ci riporta che il figlio di Zadok, il Gran Sacerdote, quando seppe che doveva seguire Darwit nel suo regno portandosi una copia dell’Arca in terra straniera, ne fu ferito. Questo per lui fu inaspettato, visto che contava di ereditare il posto di Zadok come Gran Sacerdote, e che invece doveva divenire Gran Sacerdote di una copia dell’Arca solamente.
Perciò, la notte prima della partenza di Darwit, il figlio di Zadok si intrufolò nel Tempio e trafugò la verà Arca dell’Alleanza lasciando la copia fatta da Salomone per Darwit, nel Tempio.
Quando si scoprì il fatto, Darwit e il suo seguito erano ormai lontani.

Talune fonti, però, affermano che lo scambio dell'Arca fu un atto deliberato di cui Salomone era a conoscenza e che nessuno scoprì mai il fatto. Si pensa che il motivo risiedesse nel fatto che lo stesso Re fosse preoccupato per il destino dell'Arca una volta che lui fosse morto. Onde evitare che divenisse oggetto di contese o bramosie (come poi la storia dimostrò, avvenne), preferì far sì che la sacra reliquia fosse portata in un luogo più sicuro. Pertanto, si crede che fu lo stesso Salomone a convincere Darwit, affidandogli la vera Arca perchè fosse portata in Etiopia.

L’Arca dell’Alleanza fu portata su un isolotto sul lago Tana, a Tana Kirkos dove oggi è rimasto un piccolo monastero, ma poi fu spostata ad Axum dove fu deposta in una cripta della Cattedrale Illuminata di Bete Mariam di Sion.
Tuttavia, anche su questo punto c'è uno strano mistero. L'Arca, al suo arrivo in Etiopia fu appunto conservata al Tana Kirkos custodita dagli eredi israeliti dei primi ebrei che giunsero nell'impero e resero a tutti gli effetti Axum un regno ebraico. Il suo spostamento ad Axum fu voluto da Hezana, primo imperatore a convertirsi al cristianesimo, su pressione dell'Abuna Salemme nel V secolo aD. E' naturale credere che gli ebrei etiopi (i fellashà) non vedessero di buon occhio questo spostamento di una reliquia così importante di appartenenza (secondo loro) ebraica. Cosa fecero, allora? Esattamente ciò che fu fatto la prima volta; ne fecero una copia e portrono via dall'isola l'originale per nasconderla nelle inaccessibili gole del Cush.

Darwit ereditò infine il regno di sua madre Makeda, ma non assunse il titolo di Re di Axum, bensì il titolo di Imperatore Menelik I, il primo Re dei Re  - Niguse Negest – dell’impero Axumita. Fu dunque il capostipite della dinastia Salomonide che governò per tremila anni con poche brevi interruzioni di rilievo. La Casa Imperiale Etiope è spessissimo associata con la Dinastia Salomonide, o Casa di Salomone. Nella tradizione etiopica tuttavia non esiste alcun cognome di casata tipo per altre grandi casate imperiali del mondo perché appunto regnò quasi ininterrottamente per tremila anni.

Dell'Arca originale, tuttavia non si seppe più nulla, anche perchè il clero copto convinse tutti che quella conservata ad Axum fosse l'originale. A supporto della tesi della chiesa etiope c'era e c'è tuttora, il fatto che l'unico che può avvicinarsi all'Arca è l'Abuna in persona (il cosiddetto papa copto) e quindi nessuno sa per certo cosa sia veramente celata nella cripta della cattedrale di Axum. Di fatti, quando durante il Timkat l'Arca viene portata in processione, la stessa è coperta integralmente da un pesante drappo che ne impedisce la vista. E' probabile che la chiesa copta sia consapevole della falsità della reliquia che hanno in possesso e che per secoli hanno cercato di rintracciare quella originale senza successo. Lo dimostra che in varie epoche i Niguse tentarono anche con l'aiuto di personaggi venuti dall'Europa di rintracciare l'originale. Nessuno però vi riuscì, neppure i Templari che nel X secolo furono chiamati a questo scopo (anche se non esistono prove certe della loro presenza). Infine, smisero di cercare, facendo sì che tale reliquia rimanesse nella leggenda se non addirittura nella fantasia.
La cosa curiosa e anche poco conosciuta è che l'Abuna Paulos (il più recente capo della chiesa copta etiopica) promise, negli anni '90 del secolo scorso, che avrebbe finalmente mostrato al pubblico la famosa reliquia. Questo evento non si verificò mai! Perchè?....

... e la storia continua.

C'è un racconto che gli storici considerano assolutamente fantasioso.

Quando i Fellashà ebbero il sentore di ciò che voleva fare il Niguse Hezana, cotruirono una copia dell'Arca originale. Dodici di loro partirono con l'originale verso le gole del Cush in un luogo che neppure coloro che restarono sull'isola sapevano. I Dodici scomparvero per sempre senza lasciare tracce nè indizi. Si sa infatti che all'inizio della cristianizzazione dell'Impero vi furono delle persecuzioni verso gli ebrei etiopi. Le fonti ufficiali dell'epoca non specificarono certo il perchè, ma possiamo certamente concludere che il motivo fu quello principale di costringere i fellashà superstiti di Tana Kirkos a rivelare l'ubicazione esatta dell'Arca. Tuttavia, nonostante le persecuzioni subite, i fellashà non rivelarono mai nulla, anche perchè non sapevano affatto dove i Dodici avessero condotto l'Arca....

 
 
 
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