tittidieci blog

Venerdì 25 luglio 2008



Giovanni Paolo II aveva già detto nel lontano 1981 che i cattolici dovevano prendere coscienza del fatto che la Chiesa non era più ricca come credevano. Negli ultimi tempi Benedetto XVI ha messo poi spesso in evidenza le responsabilità dell'economia di mercato nella creazione di una crescente disparità nella distribuzione della ricchezza.
Nel riflettere su quanto sopra, è lecito chiedersi se queste parole siano sincere o dettate dal timore che gli italiani comincino a rendersi conto che la Chiesa ha abbandonato i derelitti al loro destino.
Il sospetto che sia tutta una manovra per impedire ai meno accorti di capire che essa oramai sostiene apertamente le società capitaliste acquista maggiore credibilità nel leggere l'articolo di un giornalista spagnolo che sostiene coraggiosamente questa tesi.

La notizia che, dopo anni di surplus, il bilancio vaticano è in rosso per un ammontare di nove milioni di euro non può, tuttavia, non contenere una briciola di verità. La fluttuazione delle monete e la debolezza del dollaro nei confronti dell'euro sono, infatti, dati innegabili, che non possono non aver influito sull'andamento delle attività finanziarie dello staterello d'oltretevere. Anzi, il prevedibile acuirsi delle turbolenze del mercato e il tracollo dell'economia americana fanno pensare che il deficit si trasformerà ben presto in una voragine.

Innegabile d'altra parte è anche il fatto che, da quando le economie degli Stati Uniti e del Vaticano hanno segnato una inversione di tendenza, si è avuto un più intenso scambio di visite tra Bush e il Papa, mentre i nostri parlamentari hanno cominciato a offrire al Vaticano la possibilità di evadere le tasse, arraffarsi i proventi dell'otto per mille e regalare denaro pubblico alle scuole confessionali.
D'altra parte i risarcimenti multimiliardari delle diocesi americane e di altri Paesi alle vittime dei preti pedofili, la netta caduta d'immagine del clero e il minor afflusso di fedeli nelle chiese concorrono indubbiamente all'aggravarsi della situazione. L'unico modo per uscire dall'impasse sarebbe quello di indurre i fedeli a contribuire più generosamente alle opere di carità della Chiesa.

Si può legittimamente dubitare, tuttavia, del successo di una iniziativa di questo genere: sette secoli dopo l'istituzione dell'Obolo di San Pietro, i fedeli si saranno avveduti che versare il loro obolo rende la Chiesa sempre più ricca e loro sempre più poveri.

- Trotzky -

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