TorineggiandO

Meglio il carcere che i continui litigi con i familiari. Massimiliano Ambrosio, 32 anni, sottoposto agli arresti domiciliari a Frattamaggiore nel Napoletano, ha personalmente chiamato il locale commissariato chiedendo di essere condotto in cella: gli agenti, giunti sul posto, hanno tentato una mediazione con i suoi parenti, ma l’uomo, in evidente stato di agitazione, ha risposto allontanandosi dalla casa, in modo da commettere il reato di evasione e costringere la polizia ad ammanettarlo.

Il 32enne a quel punto è stato accontentato, ma solo per poco: purtroppo per lui il giudice, nel corso del processo per direttissima, lo ha assolto rinviandolo nuovamente agli arresto domiciliari, nella casa condivisa con la sorella e il cognato. Ambrosio, autorizzato a uscire di casa per recarsi al lavoro, al rientro nell’abitazione si era visto negare da sorella e cognato l’accesso alla casa: da qui l’ennesimo litigio, che ha spinto il 32enne a chiamare la polizia e, poi, alla vana «evasione».

C'è chi vuole uscirne, chi preferisce rientrarci.
Ci sono carceri, come quella di Biella, nella quale alcuni detenuti sono stati trovati in possesso della mappa dell'intero sistema di videosorveglianza.
Nelle carceri di Torino, per sovraffollamento, ci sono detenuti che dormono per terra su una coperta.

In molte di queste strutture gli agenti di custodia vivono in uno stato di abbandono non tanto dissimile da quello dei carcerati.

Questo è il nostro Paese. Che vuole più sicurezza nelle strade, ma non ha luoghi in cui ospitare i delinquenti e se li ha, non ha gli agenti per sorvegliarli. Sono almeno 30 anni che governi di tutti i colori tagliano i fondi destinati alla sicurezza dei cittadini. Esattamente il contrario di quello che i cittadini chiedono. E cosa viene dato loro?

La falsa sicurezza di avere l'esercito per strada. Non stupiamoci se poi esistono le ronde e la gente comincia a pensare di potersi fare giustizia da sola...