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IL CIELO SU/SOPRA TORINO
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Se volete capire l’identità dell’Italia dopo l’Unità, ripercorrerne la storia e anticiparne il futuro, se volete sentire cosa voglia dire continuare a essere italiani, prenotate un soggiorno a Torino fra primavera e autunno 2011, quando nella città saranno celebrati i centocinquant’anni di storia unitaria, a far data dal 23 marzo 1861 in cui venne nominato il primo governo del Regno presieduto da Cavour. Nel vuoto di iniziativa delle istituzioni statali, denunciato dallo storico Galli della Loggia sul Corriere della Sera e ieri anche dalla Fondazione Di Vittorio, tale che Ciampi, ex capo dello Stato, minaccia deluso le dimissioni da presidente del Comitato per il 2011, nella pigrizia di gran parte dei politici, nel disinteresse verso una moderna concezione dell’idea di nazione, zitta zitta, attenta al fare, Torino è l’unica città che ha elaborato un progetto per questi 150 anni. Il che incontra resistenze politiche: si teme che l’Italia vista da Torino possa apparire una realtà vista soprattutto da sinistra. «E allora? - dice polemico Paolo Verri, vulcanico direttore del Comitato Italia150 responsabile del progetto - Per vederci riconosciuti dovremmo aspettare che questa città diventi di destra?». Il progetto è pronto e sarà ufficialmente presentato a settembre. La prima sarà lo spettacolo numero uno dell’anniversario: un viaggio nella storia italiana per ricapitolarne gli elementi identitari. Con una chiave fondamentale di lettura: il binomio inclusione o esclusione, per distinguere fra i momenti che hanno avvicinato gli italiani e quelli invece che li hanno separati, dalla lotta al brigantaggio alle leggi razziali. La seconda mostra aprirà invece un oblò sul futuro, intorno a sei temi della quotidianità: abitare, muoversi, studiare, lavorare, divertirsi, curarsi.
L’altra sul cibo, all’avanguardia, affidata a Slow Food, a Carlo Petrini e all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo: pensata soprattutto per un pubblico di famiglie, mostrerà il passaggio dall’orto al prodotto, dalla coltivazione alla consumazione. Sempre nell’ambito degli eventi culturali si prevedono inaugurazioni in quattro musei: nuovi allestimenti in quello del Risorgimento e in quello del Cinema, raddoppio del Museo dell’Automobile (a cura di François Confino) e sale ipogee al Museo Egizio. Per maggio sono in programma i raduni degli alpini, dei bersaglieri e dei carabinieri: tutti prenderanno il via dalle Officine grandi riparazioni, passeranno per il monumento a Vittorio Emanuele II, guadagneranno le piazze San Carlo e Castello e daranno vita a feste in piazza Vittorio Veneto. Crisi e tagli hanno pesato su un solo ambito: le opere pubbliche. Ma una trasformazione dal grande significato simbolico si è salvata: il Parco Dora, area verde dove c’erano Michelin, Teksid, Savigliano e Paracchi. Dalla città delle fabbriche alla città postfordista. Devo aggiungere qualcosa, razza di pigroni? |
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Vostro malgrado, cari i miei "sabaudini" :oD
dee, non gli badare: il tutto ti sarà palesato (nel senso di palo) a suo tempo!
:oD
(almeno lo spero!)