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TorineggiandO

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IL CIELO SU/SOPRA TORINO

 

 

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XYZ

Post n°3289 pubblicato il 24 Maggio 2012 da lidermax.mv
 

In principio XYZ creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di XYZ aleggiava sulle acque.

XYZ disse: «Sia la luce!». E la luce fu. XYZ vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

XYZ disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». XYZ fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. XYZ chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

XYZ disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. XYZ chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E XYZ vide che era cosa buona. E XYZ disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: a terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. XYZ vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

   XYZ disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla  notte;
   servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel
   firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: XYZ fece le due luci grandi,
   la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
   XYZ le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra per regolare giorno e notte e
   per separare la luce dalle tenebre. E XYZ vide che era cosa buona. E fu sera e fu
   mattina: quarto giorno.


Il quinto giorno XYZ si alzò con cerchio alla testa e non avendo ancora inventato la cibalgina non sapeva come farselo passare. Rimase a letto per un pò e telefonò che sarebbe arrivato tardi al lavoro, ma in cuor suo aveva già deciso di fare sega, di tagliare, di bigare, insomma. Dormicchiò ancora un pochino e poi, annoiato si alzò. Non fece colazione, che ancora non esisteva e, con la ferma risoluzione di non lavorare quel giorno (venerdì) si mise al balcone a contemplare la sua opera.

Il resto della mattinata lo passò svogliato sull'amaca, facendo esplodere qualche supernova ed incasinando un pò le particelle subatomiche. La prospettiva dell'assenza del pranzo lo innervosiva, ma non avendo ancora concepito gli animali e non essendo ancora arrivati i venditori di Kebab, non c'era nulla da mettere sotto i denti se non qualche tubero o frutto, peraltro acerbi in quanto inventati solo due giorni prima.

Così, molto controvoglia, dovette rimettersi la tuta da lavoro e, con uno sforzo sovradivino, cercò di concentrarsi nella creazione di qualcosa di commestibile.

Non era giornata e lo si vide dall'inizio: l'ornitorinco, il formichiere e il pesce palla e l'elefante, ne pagano ancora le conseguenze.

Faceva fatica a concentrarsi e, diciamolo, oltre a tutto il resto, se era facile lavorare coi pianeti e le montagne, con gli oggetti piccolini, la manualità diminuiva di molto.

Inoltre scarseggiavano le idee: cominciò a fare dei rettili enormi, che però non stavano fermi e si mangiavano l'un l'altro. Niente, fu costretto a far cadere un asteroide in modo che si estinguessero. Creò tutta una bella serie di pesci, pregustando una bella frittura, ma si accorse che non saltavano spontaneamente nella padella e non avendo creato i vermi non c'era modo di farli abboccare all'amo.

Comincio tutta una serie di combinazioni per bestie a quattro zampe: collo lungo collo corto, corna e non corna, pelo liscio o pelo rugoso, manto macchiato o manto uniforme, artigli e zoccoli.

Era esausto. Con le briciole e gli avanzi, lanciati in aria, creò gli insetti, salvo pentirsene alla prima zanzara che lo punse.

Non era proprio giornata. Aveva in testa un progettino di bipede, ma col fango non riusciva proprio a farlo stare insieme. Ed in più gli era venuta l'idea di farlo intelligente, in modo da avere qualcuno con cui parlare, ma anche lì non riusciva a darne fuori.

Aveva pensato di farlo a sua immagine e somiglianza, ma con meno poteri, meno intelligenza e soprattutto con una bella data di scadenza, che non si sa mai che gli si rivoltasse contro. All'ora di cena aveva pronto il modello base, doveva solo scegliere gli accessori: le orecchie sì, perchè potesse ascoltarlo, il naso sì, perchè potesse respirare, gli occhi sì, perchè potesse ammirare il suo lavoro, le mani sì, anche se fu molto indeciso sulla storia del pollice opponibile. Sulla bocca aveva grandi riserve e gliela fece solo perchè non aveva voglia di imparare il linguaggio dei segni.

Nella foga non si accorse di aver fatto anche i denti e la lingua, cose di cui si pentì in seguito. Ma cosa peggiore ed evidente disattenzione, gli sfuggi un'appendice lì in mezzo alle gambe: qualcosa di inevitabilmente diverso dall'Asessuato Divino Originale.

Come cervello gli diede una sola unica piccola cellula. Sottovalutando, alla grande.

Andò a dormire soddisfatto anche se affamato e cadde in un sonno pesantissimo.

Si svegliò alcuni milioni di anni dopo, riposato. E inorridì.

L'esserino bipede si era evoluto in colori e forme diverse, addirittura sdoppiandosi in una versione leggermente diversa, che aveva sviluppato la capacità di riprodursi.

Metà degli animali da lui creati non esistevano più e l'altra metà passava il tempo a sfuggire all'esserino che dominava la piramide alimentare con la clemenza di un faraone incazzato.

Molti fiumi erano stati deviati, i mari prosciugati, le montagne bucate o scavate. L'aria non aveva più quel bel profumo di fiori e pennacchi di fumo spuntavano un pò dappertutto. Le foreste avevano forme e dimensioni diverse da quelle che lui ricordava e, ma non era sicuro, gli era sembrato di vedere anche qualche animale della sua serie originale, modificato nella forma e nel colore.

Udiva nell'aria rumori innaturali, così diversi dal delizioso silenzio pre-creativo.

Cominciarono a prudergli le mani in un istinto che del creativo aveva ben poco, anzi. Solo, dopo tutta quella fatica, gli sembrava brutto annichilire il creato con uno schiocco di dita.

Decise di trastullarsi almeno un pò nell'opera demolitoria.

Cominciò ad agitare l'acqua creando maremoti, ma si accorse che morivano solo quelli che non potevano permettersi le case con la bella vista delle colline.

Puntò allora il Dito Divino creando i terremoti ed i vulcani, ma anche lì a rimetterci eran quelli che non potevano trasferirsi o isoliti poveri cristi in case vecchie o nuove ma rigorosamente prefabbricate.

Seminò distrattamente peste tisi vaiolo malaria ed un paio di malattie che manco Lui riusciva a pronunciarne il nome, ma chi aveva i soldi comprava i migliori dottori e le migliori stanze dei migliori ospedali e, spesso, di riffa o di raffa, se la cavava.

Ci voleva qualcosa di più letale. Di lento ma inesorabile. Di equo ma rigoroso. Di serio e inarrestabile.

E creò Mario Monti.

Poi si allontanò alla chetichella, con un valigia piena di soldi, chè sarai anche XYZ, ma quello se vuole beccarti ti becca. E anche a XYZ, la patrimoniale fa male dove non batte il Fulgido Astro.

 
Rispondi al commento:
tiffany2021
tiffany2021 il 24/05/12 alle 18:30 via WEB
aaah ma sei a Parigi ora??? Bello...bellissimo...come questo post...io sono assolutamente convinta che tutti sti disastri abbiano esattamente questa spiegazione che dai tu. Monti...bah...i bocconiani non mi sono mai piaciuti...
 
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