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A tramutare i desideri in realtà?
Intanto uno dovrebbe averceli dei desideri, possibilmente originali, o comunque Km 0.
Dovrebbero essere autoprodotti e soddisfacenti bisogni reali. L'esperienza insegna che desiderare roba d'altri o donne d'altri (e tacciamo su quelli per cui le donne sono roba) sono entrambi peccati mortali che portano dritti all'inferno. Qualunque esso sia.
Ma quello che è certo è che desiderare cose di cui non abbiamo bisogno, che è poi in fondo quello che la pubblicità ci spinge a fare, è una cazzata macroscopica. Oltre ad essere un'attività antieconomica e poco pratica.
Quindi il punto di partenza è avere un bel desiderio nuovo di palla, possibilmente politically correct e, quanto meno, non irrealizzabile.
Ecco, questo è il punto. Dovendo desiderare, tanto vale spararla un pò grossa perchè un desiderio piccolo piccolo che possiamo facilmente realizzare, in realtà è solo un capriccio.
Conosco tante persone che si dicono felici perchè con la loro forza di volontà realizzano i loro desideri, ma poi scavando scopri che avevano qualcuno che pagava per loro o che il desiderio era in svendita e l'avevano comprato coi saldi all'outlet.
Quindi bisogna superare il proprio orizzonte quotidiano e dare un minimo di sfogo all'immaginazione. Consigliabile sarebbe inoltre evitare desideri puramente materiali, se non altro per non rischiare di desiderare in due lo stesso pezzo unico. Con i desideri immateriali, magari attinenti alla sfera dei sentimenti, è più difficile che accada. Per quanto poi in realtà succede.
A questo punto, identificato il desiderio, dovrebbe partire tutta una strategia per realizzarlo.
Dovrebbe.
Se non ci si è incagliati prima, è su questo scoglio che si naufraga, normalmente.
O, come i veri naufraghi si comincia a sperare nell'intervento divino, nella botta di culo, nel giro della ruota o in una concatenazione di eventi che ci vede puramente come spettatori e non come parti attive.
Oppure ci rimbocca le maniche e si comincia ad inseguirlo quel sogno. Si comincia a costruire qualcosa che possa avvicinarci a realizzarlo, si fanno piani, si creano i presupposti.
E magari non si realizza lo stesso ciò che abbiamo desiderato. O per eccesso di aspettativa o per ineluttabile impossibilità. Ma almeno abbiamo profuso uno sforzo, orientato le nostre forze, messo sotto pressione i nostri limiti.
Ci siamo messi in gioco insomma.
E tante volte, scopriamo che era proprio quello il desiderio che non conoscevamo ma che volevamo realizzare.
Cosa volevo dire con questo bel castello di parole?
Che a non desiderare mai niente si muore poveri. Poveri dentro.
E che desiderare aiuta a sentirsi vivi, ad essere vivi. vivi dentro.
La scelta è ovvia, direi. Ma l'importante è farla.
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