Creato da BeoComElSol il 27/09/2007

Tramonti e Albe

quando le parole ti scaldano il cuore...

 

 

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Sharm El Sheikparte 1 di 8 

Post n°3 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da BeoComElSol

Ciao a tutti, dopo molte richieste ho deciso di pubblicare anche qui il resoconto della nostra vacanza a Sharm. Questa è solo la prima parte degli otto giorni vissuti li, a breve seguiranno anche gli altri, un po' alla volta.

Spero che possiate appassionarvi anche voi delle nostre disavventure. Forse può sembrare una lettura impegnativa, ma non lo è affatto, e gli errori ortografici sono ovviamente voluti :)

Per ovvi motivi l'ampia sezione di foto che ci ha immortalato per tutto il tempo qui non è riportata, ma c'è qualora qualcuno volesse comprovare qualcosa :)

buona lettura a chi voglia passare 5 minuti con me


Intro
L’uomo in nero fuggì nel deserto, e i pistoleri lo seguirono… a Sharm.

Capitolo 1
Venerdì 14
Sono le ore 8.20 di una fresca giornata di settembre. Il ritrovo era stato fissato per le 8.30 ma incredibilmente erano già tutti li, Abe e Gene probabilmente dalla notte prima e il Pala era appena giunto. Svolte subito quelle poche pratiche necessarie di cui c’era bisogno (biglietti) salimmo sul bus che ci avrebbe portato in aeroporto. Durante questo breve spostamento arrivò una scioccante confessione da parte di Abe… “ragazzi, ho dimenticato la combinazione della valigia…” Quella valigia gli era stata prestata da Gene il giorno prima e lui arrogante e spocchioso decise di cambiare subito la combinazione e per una questione di maggior sicurezza la eliminò anche dalla sua memoria a breve termine.
La fase di preimbarco ci vede infatti con Abe accucciato accanto alla sua valigia intento a cercare A CASO la combinazione, ovviamente deriso dagli altri due bastardi che scommettevano sul quando sarebbe riuscito nel suo intento. Mollata la valigia al check-in il buon vecchio arsenio Lupin inizia già ad importunare qualcuno, ma non una ragazza come avrebbero supposto gli altri 2, ma un ragazzo e pure con la morosa… incominciamo bene pensa il Pala passando più tempo al cellulare che con loro… Gene intanto viene fermato al metal detector e perquisito per un controllo anti esplosivi…
Fase d’imbarco e volo. La prima cosa che ci salta agli occhi sono le 2 ore e mezza di ritardo del volo più un’altra ora di ritardo nel decollo comunicataci dal comandante causa traffico aereo… cominciamo bene.
Finalmente si parte, sono le 12.50 e la compagnia aerea si degna di offrirci il pranzo. Ci viene consegnato un praticissimo cofanetto cartonato stile Happy Meal contenente del riso scaduto in bianco, un qualcosa di dubbia consistenza che nno siamo riusciti a identificare come carne o pesce, ma saporito, dell’ottima verdura riscaldata della consistenza dei mattoncini lego (tegoline per l’appunto) e un ottimo dolcetto al cocco e miele che però ti lasciava in bocca un retrogusto di diesel…
Finito il pranzo si pensa a come far passare il tempo, c’è chi scrive, chi si lascia ipnotizzare dal GPS dell’aereo che ci viene mostrato sui monitor (altro che i vecchi films!) e c’è il Pala che scopre che a 9000 metri di quota ha qualche difficoltà a trovare campo per mandare i messaggi!!! Il tempo passa ma il viaggio non finisce più, il Pala scopre la bellezza di fare la pipì in quota mente l’aereo sta virando e fa strani esperimenti con lo sciacquone ad aspirazione del bagno divertendosi come un bambino cieco in un campo minato mentre gli altri due lottano contro il loro sedile cercando la posizione meno scomoda per dormire in verticale…
Finalmente arriviamo a destinazione (18.30 ora locale, sul crepuscolo) e entriamo in aeroporto scortati da guardie armate… intorno a noi solo la desolazione del deserto. Qui cominciano subito i problemi e il Pala riconferma il suo status di mina vagante. Tutti ottengono il visto senza problemi ma il suo invece non viene vidimato causa una distrazione del funzionario troppo impegnato a parlargli in arabo. Viene quindi rispedito indietro dalla guardia armata che giustamente non lo fa entrare in territorio egiziano (siamo ancora in territorio internazionale) e arrampicandosi sugli specchi dice al cretino che si è dimenticato il timbro.
Non contento torna nuovamente dalla guardia armata mostrandogli il neo-vidimato visto (tutti gli altri stavano già recuperando le valige) il quale però non si limita a lasciarlo passare ma attacca bottone in un alquanto dubbio inglese misto arabo con una pronuncia strettissima e inizia a parlargli del Ramadan, loro pratica religiosa che li vedeva protagonisti proprio in quel periodo. Non capendo un cazzo di quello che dice e ignorando cosa fosse il Ramadan fino a quel momento con un inopportuno inglese da il benservito alla guardia, purtroppo con un giro di parole che, se proprio vogliamo dargli una traduzione avevano più o meno il senso di un “non me ne frega niente”, venendo così a offendere il loro Dio e la loro Religione in una volta sola, appena un metro dentro il territorio egiziano e di fronte ad una guardia armata… Gli amici lo recuperano in gran fretta intimandolo di stare zitto…

Saliamo sulla navetta che ci avrebbe condotto in albergo, un minibus scassato di una marca sconosciuta. Intorno a noi solo palme bruciate dal sole, sabbia, sassi e vecchie Peugeot di 15 anni fa.

Qui facciamo subito la nostra prima conoscenza con la guida spericolata degli autoctoni, forti ed orgogliosi di aver passato anni di gloria nelle Parigi-Dakkar.
Dovete sapere che da queste parti la guida è un po’ diversa dalla nostra. In primis non ci sono incroci. Uno che guida può solo svoltare a destra. E se dovessi girare a sinistra? Giri a destra, segui la strada, anche per diversi km e quando c’è un’apertura nello spartitraffico fai inversione a U e torni indietro!!! Altra differenza sono i sorpassi. Si può sorpassare. Punto. Non importa come o dove. Poi le strade sono solitamente a 2 corsie, tipo una nostra strada extraurbana principale, solo che al centro c’era uno spartitraffico stile marciapiede che separava i sensi di marcia. Ho detto solitamente 2 corsie perché se ci stavano 3 auto affiancate… beh.. ci stavano. E anche 4. Poi i limiti di velocità sono molto soggettivi un taxi nostro faceva in centro i 145, tanto le strade sono a senso unico di marcia. E poi non esistono gli attraversamenti pedonali. No davvero. Noi dovevamo attraversare per andare in città ed era ogni volta una prova di selezione naturale, non si fermavano mica e se uno inciampava era spacciato. I fari poi! Se ci vedi non servono. Neanche a mezzanotte, fantastico!!! Mi chiedevo infatti se anziché consegnare la patente non ti facessero firmare una liberatoria… in compenso invece una cosa si che la fanno meglio di noi (se di meglio si tratta), i dossi dissuasori. Qui sono alti 30 cm e in ghisa. O ti fermi o perdi l’avantreno. Fidatevi che funzionano. cmq…

Appena arrivati in albergo rimaniamo colpiti da 2 cose, la prima Abe imbrocca la combinazione della valigia con nostra grande delusione, e la seconda nella camera ci sono solo 2 letti. Io e Gene guardiamo Abe, il quale guarda il divano (che è fortunatamente un divano letto) e così ci disponiamo. La camera era anche bellina, con un ampio bagno, luogo di sacrifici e sofferenze, una moderata zona cucina, un salottino con divano e poltrone (utilizzate più che altro come porta oggetti), un ampia camera da letto, terrazzina che dava sulla piscina, ottima per scrutare le eventuali vittime sacrificali e i micidiali condizionatori, ovviamente sempre puntati a 22 gradi (fuori c’è n’erano 38. gradi.) Sistemiamo alla bell’e meglio le nostre cose e subito scopriamo il primo bug della serata. Dove cazzo sono le chiavi. Siamo li da neanche un’ora e già le abbiamo perse… cominciamo proprio bene direi. In realtà le aveva portate con se erroneamente l’egiziano inserviente, ma nn sapendolo siamo diventati cretini a cercarle. Risolta anche questa ci dirigiamo verso la sala da pranzo. Qui troviamo un ampio buffet (misto egiziano) che ci attende. C’era un po’ di tutto. Carne (non di maiale, ovviamente.), pesce, primi, secondi, dolci, contorni e chi più ne ha chi ne metta. C’era chi sceglieva accuratamente cosa prendere (Abe), chi sceglieva in base al colore (Gene) o chi come me, per non sbagliare andavo in ordine. Prendevo TUTTO, senza distinzione di sorta, ovviamente nello stesso piatto riempiendolo stile monte Fuji e mi dirigevo verso il tavolo con fare distinto.
Neanche dopo due ore che eravamo li già avevamo invitato una tipa a cenare con noi, una sedicente e relativamente carina fanciulla di 34 anni di nome Silvia che aveva ben pensato di venire in vacanza da sola, e noi, ovviamente presi da spirito solidale l’abbiamo adottata per tutta la vacanza.

Finita la cena ci rechiamo in camera dove Abe, emozionato per la neo figura femminile conosciuta, rende inagibile e pericolante il bagno, mentre Gene e Pala pensano sul da farsi in quella serata.

Disco + Schiumaparty? Ovvio. A che ora? Mezzanotte? Bon, andiamo a farci un giro intanto.

La scena si sposta sulla locale Naama Bay, finta città costruita con il solo scopo di sottrarre soldi ai turisti, e sulla falsa riga di via Baffile di Jesolo (per chi la conosce).

Qui veniamo subito importunati da diversi tipi, meglio definibili come pseudo mercanti millantatori, che dicevano di provenire da qualunque luogo tu dicevi loro di essere e che con la scusa di farti scrivere una dedica al loro abergo come segno di fortuna e pubblicità ti portavano in stanze piene di boccioni di vari colori su tutte le pareti e, passando la palla al venditore, iniziavano a propinarti essenze e profumi (cmq buonissimi) con una parlantina degna del migliore oratore. E Abe non era da meno, nel senso che continuava a dargli corda e non ci mollavano più.

Nonostante tutto però abbiamo modo di imparare l’essenziale tecnica della contrattazione e come riuscire ad ottenere una cosa che ti propinano a 30 euro a 2… ed è proprio in questa occasione che veniamo a conoscenza dei nostri alter ego, Francesco (Abe), Luca (Pala) e Alessio (Gene).

Sfuggiti ai sequestratori continuiamo la nostra passeggiata, ma sulla via del ritorno Abe ci ricasca e, con una fortissima sensazione di de ja vu, ci ritroviamo in un luogo del tutto simile a quello di prima, con l’unica differenza che questo diceva di conoscere la famiglia che produce oli essenziali per Cavalli, mentre quello di prima diceva per Laura Biagiotti….

Sfuggiti anche a questo, e dopo aver tentato di imbavagliare Abe ci rechiamo di gran passo verso la navetta che ci condurrà in disco, ma Abe non viene, ha sonno e il giorno dopo avrebbe fatto immersioni. Vecchio.

Saliamo nella navetta e dopo circa 5 min di tuning più tecnico, sorpassi e derapate arriviamo a destinazione.
Ci si presenta una discoteca fighissima di ambientazione medievale con al centro un’arena fatta a conca e un sacco di baretti tutt’intorno. Ovviamente ci lanciamo subito nelle danze più selvagge in attesa dell’avvento della schiuma, che puntualmente arriva dopo un paio d’ore. Al rombo di fiamme che si propagano selvaggiamente verso il cielo da dei vulcani posti sui lati della conca inizia ad eruttare schiuma in gran quantità mentre 2 cannoni sparano dall’alto la spumosa sostanza.
Alla vista di quela scena Gene pensa bene di mettersi in salvo, mentre il Pala sotto l’effetto dell’euforia rimane in mezzo a ballare in quasi 25 cmq d’acqua e almeno un metro e mezzo i schiuma, più tutta quella che gli si attacca addosso trasformandolo in una brutta versione di un pupazzo di neve. E’ il caos più totale, gente in costume, gente che ti viene addosso, che tocca, che cade, non si capisce più niente. E ovviante esce bagnato fradicio dalla testa ai piedi, ma con uno strano sorrisino sulla faccia…

Torniamo in camera, facendo più o meno casino con l’intento di non svegliare Abe (vano intento) e, visto che il bagno era nuovamente tornato agibile, ci prepariamo subito per andare a letto. Ognuno nel suo.

Qui scopriamo una cosa che ha trovato la gioia del Pala, le coperte di pelo di cammello. Ok, teniamo conto che la notte c’erano 32 gradi, quindi a che cazzo servono queste coperte con cui erano imbastiti i nostri lettoni? Non lo so. Ma erano belle e morbide e il Pala ci vuole dormire. E Gene di conseguenza. Inizia a fare caldo… molto caldo… mi scopro? Non sia mai! Abbasso il clima!!!
 

 
 
 
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