Tyki's Fantasy

La Leggenda del Dragone

 

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CAPITOLO XLV

Post n°49 pubblicato il 02 Novembre 2008 da Tyki_Mikk
 

Nonostante fosse la vera anima di Kidevik, nonché la sua principale fonte di sostentamento, il porto era quasi deserto. Solo qualche marinaio si aggirava sui moli o sui ponti delle poche navi presenti, eppure non era nemmeno una delle giornate più fredde. A Kidevik non era ancora caduta la neve, che solitamente la ricopriva per buona parte dell'anno. Regnavano una quiete e un silenzio quasi irreali, troppo insoliti per chi era abituato ai ritmi portuali di Tunsea Town. Gli unici suoni udibili erano i richiami degli uccelli marini e il rumore delle onde che si infrangevano sulle navi e sui moli.
Ryan e Vash passarono di nave in nave, chiedendo ogni volta ai marinai dove fossero diretti. Le ragazze attesero fiduciose, sedendosi su un muretto. Diana controllava il bagaglio che aveva preparato per il fratello. Poco prima si era fermata in un emporio per acquistare provviste ed equipaggiamenti utili per il viaggio di Ryan, che sino a quel momento non aveva avuto con sé assolutamente nulla.
"Non sei tentata di andare con lui?" chiese Sarah serenamente.
"Sì, non posso negarlo... Una parte di me non vorrebbe lasciare Ryan. Sono riuscita a riabracciarlo quasi per miracolo, dopo aver creduto di non rivederlo mai più." ammise l'amica, ripensando ai fatti: "E poi la tentazione di tornare a casa è forte..."
"Oh, come ti capisco!" si commosse la ragazza di Greenville.
"Ma anche se Tunsea è in pericolo, anche se vorrei raggiungerla e combattere... sento che per qualche motivo io devo rimanere qui con voi." spiegò Diana: "Avete fatto molto per me... ho un grosso debito da saldare."
"E solo per questo?"
"Non è poco!" sentenziò la tunseiana: "Ma hai ragione, non è l'unico motivo..."
Fu più difficile del previsto trovare una nave diretta a Tunsea Town. Era una tappa piuttosto frequente per il commercio marittimo, ma le navi presenti a Kidevik erano davvero poche. Per un vero colpo di fortuna Ryan ne trovò una, piuttosto piccola, che avrebbe fatto scalo in un'altra città portuale di Tunsea. Non avendo con sé un soldo, dopo aver discusso con il capitano, un cinquantenne zenthyano, riuscì a farsi accettare a bordo in cambio di un lavoro di manutenzione sulle armi dell'equipaggio, che erano vecchie e arruginite. Il tunseiano era convinto di aver fatto un vero affare e raggiunse prontamente Vash.
"Tutto a posto, non c'è più bisogno che ti dia da fare per me." lo rassicurò: "Mi dispiace di dover andarmene così, so che devo molto a te e agli altri."
"Lascia perdere..." sospirò il cacciatore con indifferenza.
"No, non lo farò!" rispose l'altro con decisione: "Facciamo così: semmai avreste bisogno di riparare, elaborare o cambiare armi, venite da me a Tunsea Town! Sempre se sarò ancora vivo dopo questa guerra..."
Inizialmente Vash non era intenzionato ad accettare la sua proposta, ma riflettendoci meglio, decise di cambiare idea. Quello era per il tunseiano l'unico modo per restituire il favore, non sarebbe stato giusto negargli la possibilità di farlo.
"Allora devi sopravvivere a ogni costo!" lo incoraggiò appoggiandogli una mano sulla spalla: "Hai ancora un debito da saldare... Ci conto!"
Ryan in risposta sorrise fieramente.
"C'è un problema..." aggiunse però il giovane tunseiano: "La mia nave parte tra poco, devo sbrigarmi se voglio salutare mia sorella come si deve!"
Ryan e Diana si lasciarono dopo un lungo e forte abbraccio. La ragazza non riusciva a fermare le lacrime mentre guardava il fratello che saliva sul ponte della nave. Non era affatto facile per lei vederlo ripartire per andare a combattere la guerra che già una volta lo aveva portato via. Si ripromise che da quel momento in poi avrebbe pregato ogni giorno il dio Oceano per la salvezza sua e di Tunsea.
Prima di voltarsi per l'ultima volta però, Ryan con un'espressione incerta, chiamò a sé Vash facendo un gesto con la mano. Attese che gli fosse abbastanza vicino da potergli parlare a voce bassa.
"Ti affido mia sorella..." disse semplicemente e il cacciatore annuì: "Ma c'è un'altra cosa che vorrei chiederti... Ho già abusato anche troppo del tuo aiuto, per questo sino all'ultimo non me la sentivo..."
"Se è in mio potere farlo, proverò a esaudire la tua richiesta."
"Beh, non è esattamente una cosa da poco..." temporeggiò imbarazzato: "Si tratta di Stian..."
"Capisco..." rispose prontamente l'altro: "Nel caso fosse ancora vivo, se scoprirò dove si trova... andrò a cercarlo."
"Ti ringrazio!" disse Ryan sollevato.
"Non devi... Siamo tutti in debito con lui."

Diana rimase immobile a osservare la nave sino a quando svanì all'orizzonte. A quel punto iniziava ormai a scendere il buio. I due compagni rimasero pazientemente ad attendere al suo fianco. Infine Vash decise di parlare.
"Adesso è meglio se andiamo a cercare Ander, dobbiamo ancora trovare degli alloggi per la notte. Se rimani troppo tempo all'aperto di sera, rischi di prenderti un malanno."
La ragazza di Tunsea annuì mestamente e si sforzò di seguire i passi del cacciatore.
Non fu difficile intuire dove li stesse aspettando il cavaliere di Eyrie. C'era una sola taverna nella zona del porto, un luogo frequentato esclusivamente da marinai, mercanti e viaggiatori, insomma da forestieri. E Vash sapeva bene che non era stata una scelta casuale.
Ma come giunsero a pochi metri dalla taverna, proprio da essa uscì un tizio dall'aria famigliare, che a sua volta li scorse subito. Inizialmente sembrò sorpreso di ritrovarseli davanti, ma appena li riconobbe, sul suo viso comparve un largo ghigno trionfante.
"Guarda un po' chi si rivede!" esclamò con una già nota voce sgradevole: "Non vi sarete mica dimenticati di me?!"
Era un uomo ossuto e curvo, con una vistosa cresta di capelli arancioni e una strana maschera protettiva sugli occhi. Le ragazze furono percorse da un brivido.
"Vi rinfresco la memoria: sono Zaad della Bloody Claw e vi avevo promesso che vi avrei eliminati!" dichiarò minaccioso il bandito: "Siete stati gentili a raggiungermi qui, ultimamente ero troppo preso dagli affari per mettermi a cercarvi!"
"Scusami... mi ero del tutto scordato di te." disse tranquillamente Vash, senza evitare toni provocatori: "Vedi, ho cose ben più serie e importanti a cui pensare..."
"Ti dai troppe arie!!" si infastidì l'altro: "Eppure l'ultima volta sei riuscito a salvarti solo grazie a una fortuna sfacciata!! Ma questa volta le cose andranno diversamente... Keras!!"
Alla chiamata rispose un profondo borbottio proveniente dall'edificio, confondendosi con il chiasso che già regnava all'interno. Sulla porta della taverna comparve la sagoma di un omone enorme.
"Che diavolo vuoi?!" brontolò seccato.
"Questi sono i tizi di cui ti dicevo... Il ragazzo ha ammazzato due dei nostri!" spiegò Zaad eccitato: "Dammi una mano a sistemarli!"
"Non sei riuscito a sbarazzarti di questi tre pidocchi?" domandò l'altro con sincera meraviglia: "Mi deludi profondamente, Zaad!"
Avanzando di qualche passo, l'aspetto di Keras si fece più chiaro. Era davvero molto grande e grosso, senza capelli in testa, ma con una folta, lunga e ispida barba nera. Aveva una faccia grassoccia, un naso a patata e degli occhietti poco vispi, ma dallo sguardo crudele. Sulla parte superiore del corpo vestiva solamente un'ampia pelliccia di orso. Con la mano destra trascinava una gigantesca clava di un robusto legno di quercia, tempestata di acuminate scheggie metalliche.
"Comunque non c'è bisogno che mi sporchi le mani di persona..." proseguì l'omone: "Occupatevene voi, ragazzi!"
Al seguito di Keras comparvero altri tre tipacci della Bloody Claw, tutti armati e minacciosi. Questi si unirono a Zaad, che si preparava ad affrontare i tre ragazzi. Ancora incredule di dover difendere la vita persino all'interno di una tranquilla cittadina, Sarah e Diana impugnarono le loro armi. Vash rimase immobile e impassibile.
"Finalmente ho la possibilità di fartela pagare!" lo avvisò l'uomo crestato, leccando le lame dei suoi artigli: "Questa volta non avrò alcuna pietà! Ho intenzione di prolungare la tua agonia il più possibile!"
Detto ciò diede il segnale d'attacco. Uno dei banditi piombò su Vash, il nemico più vicino. Con movimento fulmineo, il cacciatore estrasse la sua arma, calandola con estrema forza sull'agressore. L'altro, sorpreso si accinse a parare il colpo, ma ne sottovalutò l'impatto. Lo spadone spezzò senza fatica la sua daga e dilaniò le sue carni in modo devastante e letale.
Vash decise di chiudere in fretta quello scontro, non avrebbe messo a rischio l'incolumità delle ragazze, di cui ora si sentiva più che mai responsabile.
Esse però dovettero comunque partecipare allo scontro. Sarah prese di mira Zaad, ma i straordinari riflessi di questo gli permisero di respingere le frecce con gli artigli. Diana nel frattempo scatenò una serie di colpi sul suo diretto avversario, che non riuscì a parare ed evitare del tutto. Un calcio allo sterno finì per disarmarlo e la tunseiana ne approfittò per affondare le punte del suo tridente nel suo addome. Agonizzante, l'uomo si accasciò a terra.
Tutto stava filando liscio quando un grido di Sarah arrestò i compagni. L'ultimo bandito l'aveva raggiunta alle spalle, afferrata e immobilizzata, usandola quindi come scudo e ostaggio. La ragazza di Greenville era spaventata a morte.
"Ehi, voi due! Gettate le armi o le taglio la gola!" gridò l'uomo trionfante.
Zaad scoppiò in una fragorosa risata di compiacimento.
"E' finita!!" esultò rivolgendosi a Vash: "Ma voglio essere magnanimo, ti ripropongo l'offerta dell'ultima volta: se ti arrendi, ti prometto che risparmieremo le ragazze!"
Vash digrignò i denti. Si era fatto beffare troppo facilmente dall'astuzia della Bloody Claw. Per salvare Sarah non aveva altra scelta che arrendersi, eppure sapeva di non poter fidarsi della parola di un bandito. Anche se le avessero risparmiate, chissà cosa avrebbero fatto di loro. Diana lo fissava con aria smarrita e sconvolta, attendendo una sua reazione.
Poi, sotto gli occhi di tutti, qualcosa di luccicante si materializzò dal buio alle spalle del bandito con l'ostaggio, decapitandolo all'istante. Era il riflesso della scure di un'alabarda.
"Non avreste dovuto alzare le mani su queste due fanciulle!" intervenne una voce cupa: "Questa è davvero una brutta giornata... e ora mi avete fatto arrabiare sul serio!"
"Chi diavolo sei tu?!" domandò Zaad esterrefatto.
Ander si presentò alla luce delle torce di quella silenziosa via di Kidevik. Il suo volto era contorto di rabbia. Si portò davanti a Sarah, che stava osservando con orrore la testa del bandito che ancora rotolava via da lei.
"E' quel tipo della taverna..." constatò Keras mantenendo la tranquillità: "Si è scolato almeno sei pinte di birra, probabilmente si regge a malapena in piedi!"
"Sette, per la precisione." specificò il cavaliere: "Ma quando sei abituato a frequentare le bettole di Londalk, non basterebbe un barile a stenderti!"
"Beh, visto che ti sei immischiato, sono costretto ad ammazzare pure te!" ghignò Zaad.
"A quanto pare è arrivato il momento di menare le mani..." affermò l'altro bandito rimasto, iniziando a fendere l'aria con la sua pesante clava: "Avete eliminato i miei uomini e per quanto non m'importasse di loro, è un affronto alla Bloody Claw che non posso perdonare!"
"State indietro!" ordinò Ander alle ragazze.
"Ma..." volle obiettare Diana.
"Ascoltatelo, questi due sono molto pericolosi!" aggiunse Vash.
Detto ciò, il cacciatore si occupò di Keras, lasciando Zaad all'amico. La sua alabarda era in grado di tenere a distanza l'ossuto bandito, che altrimenti sarebbe stato pericolosamente rapido a colpire. Nessuno dei due però riusciva a portare a segno i propri attacchi. Zaad era infatti pure molto veloce a schivare.
"Prendi questo!!" tuonò Keras, abbassando la sua clava su Vash.
Il giovane guerriero arretrò prontamente, ma il colpo si schiantò con grande violenza sulla strada. Con un tonfo tremendo, pezzi del lastricato schizzarono in aria, lasciando al loro posto una conca notevole. Tremanti di paura, le ragazze credettero che l'omone avesse quasi la stessa forza di un troll.
Ma quel rumore aveva attirato l'attenzione dei clienti della taverna e in breve molti di loro accorsero a vedere cosa stesse accadendo fuori.
"Ma cosa...?!" si chiese qualcuno.
"E' una rissa!!" gridò qualcun'altro: "Ehi voi, fermatevi!!"
"Guardate, ci sono dei morti!!" fece notare un terzo: "Chiamate le guardie!!"
Alcuni marinai corsero subito via e Zaad imprecò frustrato, rinunciando a proseguire lo scontro.
"Dannazione, dobbiamo andarcene subito, Keras!!"
"Vuoi ritirarti proprio ora?!" si meravigliò l'altro.
"Non abbiamo scelta... hanno chiamato le guardie!" si lamentò, voltandosi quindi verso i ragazzi: "Quanto a voi... è evidente che siete nati sotto una buona stella! Ma non illudetevi, presto o tardi salderemo i conti!!"
Dopo queste parole, i due banditi sparirono in fretta nel buio della notte. Nessuno dei presenti provò a seguirli. Vash si assicurò che nessuno dei suoi compagni fosse ferito, poi ripulì la lama del suo spadone.
"Su, entriamo!" propose Ander con sollecitazione: "Vi offro qualcosa da bere."

Non ci furono problemi d'intesa con le guardie di Kidevik. Vash non ebbe difficoltà a convincerle di esser stati aggrediti dai banditi della Bloody Claw. Il loro stemma, presente anche sulle vesti dei tre cadaveri, era ben noto e temuto. Ander invece non volle proferir parola e si limitò a ordinare un'altra pinta al bancone. Per loro fortuna la taverna era pure una locanda e poterono prendere un paio di camere per passare la notte. I marinai infatti preferivano rispariare dormendo sulle loro navi.
Dopo gli avvenimenti della serata erano in pochi a vivacizzare il locale, alcuni sembravano turbati e pensierosi. Sarah continuava a osservare l'oste, che si atteggiava nervosamente, quasi in preda alla disperazione. Nemmeno a Diana e a Vash non sfuggì il suo comportamento.
"Ti chiediamo scusa... Ma non è stata certo colpa nostra se siamo stati attaccati proprio davanti al tuo locale." si giustificò infine il cacciatore.
"Cosa?" cadde dalle nuvole l'oste: "Oh, non ha importanza, non preoccuparti!"
"A dire il vero sei tu a sembrare preoccupato..." intervenne Diana.
"Come potrei non esserlo! E' una tragedia!!" disse sconsolato: "Ma... voi non avete ancora saputo nulla?!"
"Riguardo a cosa?" chiese il cacciatore.
L'uomo scosse la testa sconsolato.
"In serata è giunta in città la notizia che Dorthavn è stata occupata!"
Persino Ander, che con falsa indifferenza se ne stava silenzioso e in disparte, rimase turbato.
"Come?! E da chi?!" domandò la ragazza di Tunsea.
"Sembra che l'esercito di Feor abbia attaccato improvvisamente, sbucando dalla Taiga e piombando in città, solo poche ore dopo che era giunta la loro dichiarazione di guerra a Northland!" spiegò con rabbia: "Le nostre difese non hanno nemmeno avuto il tempo di organizzarsi... Il loro capitano ha puntato sul tempo... Un piano non molto complesso o astuto, ma che è risultato estremamente efficacie!"
"E' davvero un brutto affare, maledizione!" ammise Vash: "Dorthavn è la seconda città di Northland e il punto nevralgico della parte continentale del regno!"
Sarah e Diana ascoltarono mute e preoccupate.
"E' tutto inutile..." mormorò la tunseiana abbattuta: "Feor è abbastanza potente da affrontare e sottomettere tutti gli altri! Persino un regno potente come quello di Northland..."
"Non è detto, la guerra è appena iniziata..." obiettò Vash.
"Già, ma non vi ho ancora raccontato la parte peggiore!" proseguì l'oste: "Proprio in questi giorni infatti era giunta in visita a Dorthavn la nostra amata principessa Victoria! Temo che l'erede al trono di Northland sia caduta prigioniera del nemico!"

 
 
 
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Un blog di: Tyki_Mikk
Data di creazione: 15/04/2008
 

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