Scorci di fantasia

(il giorno successivo il cammino di Nefer e Kir riprende. La marcia è faticosa e continuando a salire il paesaggio intorno comincia a diventare brullo e roccioso. Spariscono i boschi, sparisce il verde. Fin dove si spinge lo sguardo nient’altro che grigia pietra, terriccio, muschio e piccoli arbusti. Mezzogiorno è passato da molte ore, è oramai pomeriggio quando decidono finalmente di fermarsi a riprendere fiato)
Kir: Fermati ragazza. Non posso continuare. Devo fermarmi. (si siede lentamente appoggiandosi ad una rocce e tenendosi una mano sopra la ferita)
Nefer: (si inginocchia davanti a lui) Fatemi vedere. (solleva la maglia e scuote la testa) Avremmo dovuto fermarci prima. (preme delicatamente sopra il taglio)
Kir: (sobbalza leggermente poi la guarda) Non è un buon segno, vero?
Nefer: No. Ho paura che si stia infettando…..non saprei cosa fare…..(lava la ferita, cambia l’impacco e rimette la fasciatura) So che non vi piacerà, ma non potete continuare così. Morirete altrimenti.
Kir: (scuote la testa e tenta di alzarsi)
Nefer: (tenta di farlo sedere) Vi prego…..
Kir: No, aiutami.
Nefer: (lo sostiene a suo malgrado) Guardate che non scherzo, andare avanti subito vi potrebbe costare la vita.
Kir: Lo so, ti credo, ma non possiamo stare qui. Siamo talmente allo scoperto. Dobbiamo perlomeno arrivare lì. (indica una zona lontana disseminata di rocce e anfratti) So che sto rischiando, ma se ci prendessero sarebbe molto peggio. E io, se devo scegliere, preferisco morire per la ferita.
Nefer: (china il capo) Capisco…..(tra sé) Sapevo che non dovevo andare a vedere cosa stesse succedendo……è stata una pazzia. Guarda in che guaio sono adesso.
(i due compagni camminano ancora per alcune ore mentre si alza un vento freddo e comincia a fare buio, continuano a salire fino a che tra le rocce non comincia a comparire la neve)
Nefer: (rabbrividisce) Accidenti che freddo!
Kir: (sfinito) Ci siamo quasi……(indica due enormi rocce vicine che, avvicinandosi nella parte più alta, creano una specie di riparo) Entriamo la dentro.
Nefer: (sta ancora sostenendo l’uomo) Va bene…..(arrivati all’interno lo aiuta a sedersi e poi lo imita ansante) Quel vento era terribile…..(si alita sulle mani cercando di scaldarle)….non siamo vestiti per questa temperatura….(la giovane tira fuori i rami e cerca di accendere il fuoco, ma le sue mani gelate non riescono a far sprizzare una scintilla)
Kir: (dolcemente) Dammi, faccio io. (prende le pietre e in poco tempo per fortuna il piccolo antro è illuminato dalle fiamme)
Nefer: (sospira)
Kir: (tende le mani verso il fuoco) No, non abbiamo gli indumenti adatti……ma quando si fugge non si ha il tempo di pensare a questo. Le uniche cose che prendi su sono le armi. L’unico motivo per cui ho lo zaino è che era vicino e già pieno.
Nefer: Se voi lo definite pieno……
Kir: (sorride lievemente) Beh non era completamente vuoto in ogni caso.
Nefer: Già suppongo che per quanto riguardi la fuga abbiate ragione.(fa una pausa) Lo zaino era vicino? Ma dove eravate?
Kir: (non le risponde)
Nefer: Non ha importanza. (si avvicina in ginocchio a lui) Fatemi vedere come state. (solleva la stoffa e impallidisce)
Kir: (la sta guardando, a denti stretti) Va così male?
Nefer: (bagna lo straccio e gliela pulisce delicatamente facendolo sobbalzare leggermente) Sì. Io non so cosa fare…..ecco un buon momento per avere della penicillina……
Kir: Eh? Cos’è?
Nefer: (scuote la testa) Lasciamo perdere….troppo complicato.
Kir: Si sta infettando vero? E tu non hai niente per impedirlo.
Nefer: (annuisce appoggiandosi alla parete e chiudendo gli occhi)
Kir: (le mette una mano sulla spalla) Vattene Nefer.
Nefer: (lo guarda) Cosa?
Kir: Voglio che tu torni indietro. Sei ancora in tempo. Non c’è altro che tu possa fare per me. Lo so pure io che se si infetta morirò. Quei mostri ci sono ancora dietro. Possono sentire il nostro odore. Solo nel buio questa loro capacità viene meno. Perciò mi troveranno. (sottovoce) Spero solo di essere già morto quando accadrà. (fa un sospiro) Voglio che tu te ne vada.
Nefer: (si morde un labbro, tra sé) Cosa posso fare? Lui ha ragione. Se non trovo qualcosa da dargli morirà. E io non ho nulla. La calendula non è abbastanza forte. Lui ha ragione dovrei andarmene…….(in quel momento il suo sguardo si posa sullo zaino dell’uomo e la giovane sobbalza)
Kir: (porta una mano alla spada) Che succede?
Nefer: (non gli risponde e prende in mano un fiorellino lilla impigliato nello zaino) Oh Dea….
Kir: (lo prende dalle sue dita) Non capisco. Cos’ha di strano questo fiore?
Nefer: (fa un respiro profondo non riuscendo a trattenere un sorriso) Non ha nulla di strano. La cosa grandiosa è a che pianta appartiene. (si alza in piedi e prende la coperta) Devo andare.
Kir: Ehi aspetta. Non intendevo subito. Devi aspettare domani, morirai congelata altrimenti.
Nefer: Non me ne sto andando. Ho intenzione di tornare indietro per un pezzo per raccogliere quella pianta.
Kir: (si blocca) Intendi dire che questa pianta può bloccare l’infezione?
Nefer: Ci sono buone possibilità che possa farlo. Però dovremo rimanere qui per almeno un giorno altrimenti sarebbe inutile lo stesso. (prima che possa ribattere prende il suo sacco ed esce)
Kir: (tra sé) Speriamo che abbia ragione. Non posso morire non prima di aver fatto ciò che voglio fare. (gli occhi gli sfolgorano di rabbia, poi lancia un’occhiata all’esterno) Però non doveva uscire adesso….è notte oramai, accidenti a lei! E a me che sono troppo debole e non ho potuto fermarla!
(in quello stesso momento la giovane sta lottando contro il vento ripercorrendo la strada)