Un cuore monastico
piccola via al Monachesimo interiorizzato
I Santi Padri scrivevano che ”L’abito nero (monastico) non ci salva se non viviamo secondo la regola monastica. E l’abito bianco (del secolare) non ci conduce alla rovina, se facciamo ciò che piace a Dio”. E a proposito del monachesimo interiorizzato vissuto da molti laici, il monaco russo Tichon di Zadonsk, diceva: “Non siate preoccupati di moltiplicare i monaci. L’abito nero non concede automaticamente la salvezza. Colui che porta l’abito bianco e che possiede lo spirito di obbedienza, di umiltà e di purezza, questi è un vero monaco che vive il monachesimo interiorizzato”.
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Post n°29 pubblicato il 01 Luglio 2012 da uncuoremonastico
Inno antichissimo cantato ancor oggi nel Lucernario vesperale della Chiesa Ortodossa. Gli studiosi lo fanno risalire al I sec. d.C.. Originalmente veniva cantato dalla Chiesa dell'antica Roma, quando la sua liturgia era ancora in lingua greca. La prima documentazione sulla consuetudine di cantare tale inno, viene riportata da Basilio di Cesarea nella sua opera De Spiritu Sancto, 29, 73. Siamo attorno all'anno 375 Φῶς ἱλαρüν ἁγßας δüξης, ἀθανÜτου Πατρüς, οὐρανßου, ἁγßου, μÜκαρος, Ἰησοῦ ΧριστÝ, ἐλθüντες ἐπὶ τὴν ἡλßου δýσιν, ἰδüντες φῶς ἑσπερινüν, ὑμνοῦμεν ΠατÝρα, Υἱüν, καὶ ἅγιον Πνεῦμα, Θεόν. Ἄξιüν σε ἐν πᾶσι καιροῖς, ὑμνεῖσθαι φωναῖς αἰσίαις, Υἱὲ Θεοῦ, ζωὴν ὁ διδούς· διὸ ὁ κόσμος σε δοξάζει. Luce gioiosa di gloria santa del Padre celeste immortale santo, beato, Gesu Cristo. Giunti al tramonto del sole, nel veder la luce della sera, cantiamo il Padre, il Figlio e lo Santo Spirito di Dio. Sei degno d'esser cantato in ogni momento con voci sante, Figlio di Dio, tu che dai la vita. Per questo il mondo ti glorifica!
(versione moderna di David Crowder Band - Phos Hilaron) Hail gladdening light, of Your pure glory poured |
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CROCE DI SAN BENEDETTO
Crux Sancti Patris Benedicti
Croce del Santo Padre Benedetto
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Santa Croce sia la mia luce,
Non Draco Sit Mihi Dux
Non sia il demonio mio condottiero
Vade Retro Satana
Fatti indietro, Satana
Numquam Suade Mibi Vana
Non mi attirare alle vanità,
Sunt Mala Quae Libas
Sono mali le tue bevande
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso il tuo veleno.
MI DESCRIVO
Sono un Cristiano Cattolico di Palermo, dopo aver intrapreso un Pellegrinaggio al Santo Monte Athos (Grecia) ho sentito una forte "chiamata" alla vita Monastica. Non potendo per adesso vivere questa mia "vocazione" in modo visibile, ho intrapreso con l'aiuto del mio Padre Spirituale (di Rito Greco-Bizantino) un cammino verso un "Monachesimo interiorizzato"; attingendo in modo particolare alla Tradizione Monastica della Chiesa Ortodossa e di quella Cattolica. Nell'attesa se Dio vorrà, di essere annoverato un giorno, nel numero del Grande ed Universale Ordine Monastico.
IL MIO PADRE SPIRITUALE
"vivi come se la tua casa fosse un Monastero, la tua camera la cella monastica e l'obbedienza e il servizio a tua madre come all'Egumeno." (Papàs Luigi Lucini)
IL GRANDE ABITO ANGELICO
"Per me, è una grande benedizione essere diventato Monaco".
“Questa nera ed onorata tonaca non la cambierei neppure con la porpora regale! Qui, sotto questa tonaca consunta, si nasconde un Dio” (Archimandrita Sofronio (1896-1993)
LA CROCE MONASTICA
Interpretazioni delle iscrizioni:
Gesù Cristo Vince.
Venerato trofeo, terrore dei demoni.
Più espressiva delle parole, sorgente di lacrime.
Cristo ai cristiani si offre in grazia.
Dio santificò il legno della croce.
Lucifero è caduto, abbiamo trovato l'Eden.
La luce di Cristo risplende a tutti.
La forza del monaco.
Il luogo del Cranio (Golgota) è diventato il Paradiso.
IL PROTOTIPO DEL MONACO
Sta nei due mari a oriente e a occidente
In lui c' è il fuoco, in lui l'acqua;
la terra e il cielo sono in lui.
Egli è il sole che il mondo intero contempla,
la luce stessa, l'asceta dai lunghi capelli.
Cinti di vento, fango d'ocra è il loro vestito.
da quando gli dèi sono in loro penetrati
vanno seguendo le ali del vento
gli asceti del silenzio.
Inebriati, essi dicono, dalle nostre austerità,
i venti abbiamo soggiogato come destrieri.
E voi, comuni mortali, quaggiù,
non potete vedere oltre i nostri corpi.
Fra cielo e terra, librandosi nell'aria,
dall'alto egli mira la forma di ogni cosa
Si è fatto, l'asceta silenzioso,
amico e collaboratore di tutti gli dèi.
Cavalca i venti, compagno del loro soffio
dagli dèi inspirato.
Sta nei due mari
a Oriente e a Occidente, il silenzioso asceta.
L'orma segue di tutti gli spiriti,
delle ninfe e degli animali della foresta.
I pensieri loro conosce e, con l'estasi innalzato,
ne diviene dolce amico, l'asceta dai lunghi capelli.
Il vento ha preparato e mescolato per lui
una bevanda spremuta da Kunamnama (energia degli dèi)
Con Rundra (dea della morte) ha bevuto alla coppa del veleno,
l'asceta dal lunghi capelli.
(Inno del Rg-Veda X,136, ca. 1200 a.C.)
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LA CORDA DA PREGHIERA
Alla vestizione di un monaco o di una monaca nella tradizione greca e russa, c'è l'abitudine di dargli una cordicella per la preghiera (komvoscoinion). Nella tradizione russa l'abate pronuncia le seguenti parole:
"Prendi, o fratello (sorella), la spada dello Spirito, che è la parola di Dio, per la preghiera continua a Gesù, perchè tu devi sempre avere il nome del Signore Gesù nella mente, nel cuore e sulle tue labbra, dicendo continuamente: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore."
SUPPLICA ECUMENICA
Padre Santo, è giunta l'ora: glorifica il Figlio Tuo, Gesù Cristo nostro Signore, affinchè Egli glorifichi Te e tutto il mondo sappia che Egli è stato inviato da Te con ogni potere sugli uomini, perchè essi credano in Te, unico vero Dio, e tutti siano una cosa sola.
Come Tu e Lui siete una cosa sola; Tu in Lui e Lui in loro perché, consacrati alla verità e perfetti nell'unità, siano santificati nel tuo amore, ed abbiano la vita eterna. Amen.
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