Creato da uncuoremonastico il 28/06/2011

Un cuore monastico

piccola via al Monachesimo interiorizzato

 

 

MEMORIA DELLA DORMIZIONE DELLA NOSTRA SANTISSIMA SOVRANA LA MADRE DI DIO E SEMPRE VERGINE MARIA

Il 15 di questo stesso mese, memoria dell'augusto transito della gloriosissima Sovrana nostra, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria. Non stupisce la morte della Vergine salvezza del mondo, poichè l'artefice del mondo è morto nella carne. Vive per sempre la Madre di Dio, anche se il 15 muore. Per la santa intercessione della Madre di Dio, o Cristo Dio, abbi pietà di noi e salvaci. Amìn. (dal Sinassario Bizantino)

Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII. (dal Martirologio Romano)

"Nella maternità hai conservato la verginità e nella dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio; sei stata trasferita alla Vita essendo madre della Vita e con le tue preghiere liberi dalla morte le nostre anime." (Inno Bizantino - Apolytìkion. Tono 1.)

"Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa' che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen." (dalla Liturgia di Rito Romano della Assunzione della Beata Vergine Maria)

 
 
 

Dormizione della Ss.ma Signora nostra, Madre di Dio e sempre Vergine Maria

Dormizione della Ss.ma Signora nostra, Madre di Dio e sempre Vergine Maria

La tradizione bizantina ha come prima grande festa del ciclo liturgico la nascita della Madre di Dio il giorno otto settembre, e lo conclude con la sua dormizione e transito al cielo il quindici agosto, come volendo sottolineare che la Madre di Dio diventa modello del cammino che ogni cristiano e di tutta la Chiesa percorre nel suo configurarsi pienamente al mistero salvifico di Cristo.

In Oriente la festa della Dormizione della Madre di Dio viene fissata come tale alla fine del VI secolo dall’imperatore Maurizio (592-602), mentre che in Occidente la introduce papa Sergio I alla fine del VII secolo. La festa del 15 agosto, nei libri liturgici bizantini porta il titolo di “dormizione” della Madre di Dio, e ne celebra il transito e la sua piena glorificazione come primo frutto del mistero pasquale di Cristo stesso. La celebrazione liturgica va preceduta il 14 da un giorno di prefesta, e seguita da un’ottava che si conclude il giorno 23. Il giorno prefestivo introduce già nei diversi aspetti che dopo verranno sviluppati nell’ufficiatura festiva: l’invito alla gioia indirizzato a tutta la creazione, l’appello e l’invocazione al raduno degli apostoli attorno alla Madre di Dio, l’annuncio dello stesso transito di Maria fatto a partire della lettura di diversi versetti dei salmi 44 e 131 che verrà ripresa nell’ufficiatura della festa.

I testi liturgici della Dormizione di Maria sono un intreccio di molti titoli dati alla Madre di Dio, titoli fondamentalmente cristologici, che portano la Chiesa a meditare sul ruolo di Maria in vista alla salvezza voluta da Dio, e ne sottolineano aspetti importanti: la sua divina maternità, il suo ruolo di interceditrice presso il Figlio, infine la sua morte/dormizione ed il suo transito in cielo. Il vespro prevede tre letture dell’Antico Testamento: Gen 28 con la visione notturna della scala di Giacobbe; Ez 43-44 con la profezia della porta chiusa varcata soltanto dal Signore, ed infine Pr 9 con l’annuncio della casa costruita dalla sapienza di Dio.

La liturgia eucaristica propone due testi neotestamentari. Il primo (Fil 2, 5-11) il canto dell’umiliazione di Dio: per glorificare e portare l’uomo sua creatura alla primitiva gloria e bellezza il Verbo di Dio si abbassa e si fa uomo. Il Vangelo (Lc, 10, 38-42 e 11, 27-28) la liturgia lo applica a Maria, a tutta la Chiesa, chiamata a essere fedeli all’ascolto della Parola di Dio. La liturgia del 15 agosto sottolinea in primo luogo la maternità divina di Maria con dei titoli che ne evidenziano il ruolo che Lei ha avuto nell’adempimento del volere salvifico di Dio. Viene invocata come “fonte della vita”,trono dell’Altissimo”, “Madre del Re”. La sua verginità corporale viene rievocata come “corpo immacolato, origine di vita”, “corpo purissimo che ha accolto Dio”; e quindi il suo grembo diventa “ricettacolo dell’essenza eterna”, “lampada della luce inaccessibile”. Ancora il titolo “arca di Dio che giunge al suo riposo” ci fa ritrovare lungo l’ufficiatura vespertina una lettura cristologica e mariologica dello stesso salmo 131. Inoltre il cànone dell’ufficiatura mattutina, opera di san Giovanni Damasceno (+749), la invoca come “colei che ha partorito l’autore della vita”, “Madre del Creatore di tutti”, “cocchio della divinità”, “corpo che è origine di vita e dimora di Dio”, “Madre del beneplacito del Padre”. La festa della Dormizione mette ancora in risalto il ruolo di intercessione che la Madre di Dio ha presso il suo Figlio per la salvezza degli uomini. Molti dei tropari infatti si concludono con l’affermazione “tramite te Lui elargisce al mondo la grande misericordia”, oppure iniziano col “Colei che intercede…”.

La Madre di Dio diventa strumento unico, vaso di elezione, “grazie alla quale siamo stati deificati”. Il transito di Maria alla vera vita è inoltre un motivo di gioia per tutta la creazione, angeli e uomini. Il mistero della piena glorificazione della Madre di Dio la liturgia bizantina lo canta con delle immagini molto vive messe in luce anche per via di contrasto: “Oggi il cielo apre il suo grembo per ricevere colei che ha partorito Colui che l’universo non può contenere”; “viene trasferita alla vita colei che è madre della Vita”; “la figlia di Davide, grazie alla quale siamo stati deificati, passa gloriosamente ed ineffabilmente nelle mani del proprio Figlio e Sovrano”. Maria, per mezzo della sua morte ed il suo transito in cielo, è accolta dal suo Figlio: “Tu che sei stata sacrario della vita, hai raggiunto l’eterna vita. Attraverso la morte infatti sei passata alla vita, tu che hai partorito la vita”.

di Manuel Nin, O.S.B.

 
 
 

Commemorazione della Santa Trasfigurazione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo

Post n°32 pubblicato il 06 Agosto 2012 da uncuoremonastico
 

Il 6 di questo stesso mese, Commemorazione della divina Trasfigurazione del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Sopra ogni regione della terra è stato glorificato il Tabor, vedendo la divina natura risplendere nella gloria. Il sesto giorno Cristo ha mutato la sua forma umana. A lui gloria e potenza nei secoli. Amìn. (dal Sinassario Bizantino)

Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo. (dal Martirologio Romano)

"Ti sei trasfigurato sul monte, o Cristo Dio, mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, per quanto era a loro possibile. Fa’ risplendere anche su di noi peccatori, la tua luce eterna, per le preghiere della Madre di Dio; o Datore di luce, gloria a te!" (Inno Bizantino - Apolytìkion. Tono grave.)

"O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa' che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli. Amen." (dalla Liturgia di Rito Romano della Trasfigurazione del Signore - Anno B)

 
 
 

Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo

Post n°31 pubblicato il 06 Agosto 2012 da uncuoremonastico
 

Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo

Nel monastero di Santa Caterina del Sinai, nell'abside della chiesa e nella cappella del roveto ardente, si trova un magnifico mosaico del VI secolo con la raffigurazione della Trasfigurazione del Signore. Nel luogo dove la tradizione colloca la grande teofania di Dio a Mosè nel fuoco e nella luce, la fede dei monaci e dei pellegrini cristiani ha collocato un'icona dell'altra grande teofania del Dio incarnato, nella luce e nel fuoco dello Spirito. Lì dove Mosè udì la Parola (il Logos) di Dio, la fede cristiana la vede.

La festa della Trasfigurazione è una delle Dodici grandi feste del calendario bizantino, con un giorno di prefesta il 5, e un'ottava che si conclude il 13. Nei tropari della prefesta troviamo ripetutamente la forma iniziale "venite", come a voler coinvolgere tutti i fedeli nella celebrazione che si prepara: "Venite, uniamoci a Gesù"; "Venite, saliamo al monte"; "Venite, prepariamoci". L'ufficiatura della festa, dal vespro al mattutino, contiene dei testi innografici di Cosma di Maiouma e di Giovanni Damasceno. Molti tropari collegano la Trasfigurazione del Signore alla sua Passione, in concomitanza con lo stesso racconto evangelico: in entrambi i passi si tratta di una salita, sul monte nella Trasfigurazione, sulla croce nella Passione. L'adorazione e la prostrazione dei discepoli di fronte al Cristo trasfigurato, sono anche quelle della Chiesa di fronte al Cristo crocefisso: "Prima che tu salissi sulla croce, Signore, un monte ha raffigurato il cielo, e una nube lo sovrastava come tenda. Mentre tu ti trasfiguravi e ricevevi la testimonianza del Padre, erano con te Pietro, Giacomo e Giovanni, perché, dovendo essere con te anche nell'ora del tradimento, grazie alla contemplazione delle tue meraviglie non temessero di fronte ai tuoi patimenti: quei patimenti che noi ti preghiamo di poter adorare in pace, per la tua grande misericordia". I discepoli prostrati ai piedi del Trasfigurato sono i discepoli, i fedeli, prostrati ai piedi del Crocefisso il Venerdì Santo, sono anche Maria di Magdala prostrata ai piedi del Risorto.

La Trasfigurazione gloriosa di Cristo sul Tabor è anche prefigurazione della sua Risurrezione, dove Cristo glorioso si manifesta agli angeli e agli uomini: "Prefigurando la tua risurrezione, o Cristo Dio, prendesti con te i tuoi tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni per salire sul Tabor. E mentre tu ti trasfiguravi, o Salvatore, il monte Tabor si ricopriva di luce. I tuoi discepoli, o Verbo, si gettarono a terra, non sopportando la vista della forma che non è dato contemplare. Gli angeli prestavano il loro servizio con timore e tremore; fremettero i cieli e la terra tremò, perché sulla terra vedevano il Signore della gloria". Il tropario accosta i tre momenti della Sacra Scrittura: la manifestazione di Dio a Mosè nel roveto ardente, la Trasfigurazione del Signore, e la sua Risurrezione; in tutte e tre le teofanie, i testimoni presenti sono prostrati davanti alla gloria di Colui che si manifesta nello splendore della luce.

Il lungo tropario del vespro previsto per la celebrazione vigiliare sviluppa magnificamente la professione di fede cristiana: la Trasfigurazione viene vista come una manifestazione della Santa Trinità: "Il Cristo, splendore anteriore al sole, mentre ancora era corporalmente sulla terra, compiendo divinamente prima della croce tutto ciò che attiene alla tremenda economia, oggi sul monte Tabor misticamente mostra l'immagine della Trinità". La Trasfigurazione ancora è manifestazione della redenzione dell'uomo operata da Cristo: "Conducendo infatti con sé in disparte i tre discepoli prescelti, Pietro, Giacomo e Giovanni, nasconde un poco la carne assunta e si trasfigura davanti a loro, manifestando la dignità della bellezza archetipa, seppure non nel suo pieno fulgore: l'ha infatti manifestata per dare loro piena certezza, ma non totalmente, per risparmiarli, perché a causa della visione non perdessero la vita, ed essa si adattasse piuttosto alle possibilità dei loro occhi corporali". La Trasfigurazione di Cristo, ancora, attraverso la testimonianza di Mosè e di Elia diventa una confessione di fede della piena divinità di Cristo e della sua figliolanza divina: "Parimenti prese il Cristo anche Mosè ed Elia, come testimoni della sua divinità, perché attestassero che egli è verace irradiazione dell'essenza del Padre, colui che regna sui vivi e sui morti... e attraverso la nube risuonò dall'alto la voce del Padre che confermava la loro testimonianza, dicendo: Questi è colui che, senza mutamento, dal seno, prima della stella mattutina, ho generato, il mio Figlio diletto". Infine la Trasfigurazione come teofania trinitaria annuncia la vita della Chiesa attraverso i sacramenti vivificanti: "...il mio Figlio diletto; è colui che ho mandato a salvare quanti vengono battezzati nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo e con fede confessano che è indivisibile l'unico potere della Divinità, ascoltatelo!".

Troviamo la Trasfigurazione come piena manifestazione della redenzione dell'uomo anche in uno dei tropari del vespro in cui, a partire da una lettura cristologica del salmo 88, la liturgia bizantina canta tutta l'opera di salvezza adoperata da Cristo: "Prevedendo in Spirito la tua venuta tra gli uomini, nella carne, o Figlio Unigenito, già da lungi Davide, padre di Dio, convocava la creazione alla festa, esclamando profeticamente: Il Tabor e l'Ermon nel tuo nome esulteranno. Salito infatti su questo monte, o Salvatore, insieme ai tuoi discepoli, trasfigurandoti hai reso di nuovo radiosa la natura un tempo oscuratasi in Adamo, facendola passare alla gloria e allo splendore della tua divinità...".

I Padri indicano che l'icona di Cristo trasfigurato è anche icona dell'uomo che un giorno sarà pure lui trasfigurato per partecipare pienamente della luce divina. Ed è anche icona dell'uomo che come Pietro cammina con Cristo, ha sentito la sua voce e in alcuni momenti intravede la luce a cui è chiamato un giorno a partecipare pienamente. Pietro, nella pericope evangelica e nell'icona stessa, diventa portavoce dei suoi fratelli, di tutti gli uomini: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende...!". Portavoce di tutti gli uomini, lo negherà tre volte ma alla fine davvero farà le tre tende sulla sua triplice confessione del suo amore al Cristo risorto presso il lago di Galilea.

di Manuel Nin, O.S.B

 
 
 

San Benedetto da Norcia, padre del monachesimo d’Occidente

L'11 di questo stesso mese di luglio (il 14 marzo nel calendario bizantino), memoria del nostro santo padre Benedetto. Per la sua santa intercessione. o Dio, abbi pietà di noi e salvaci. Amìn. (dal Sinassario Bizantino)

San Benedetto da Norcia, padre del monachesimo d'Occidente

San Benedetto nacque a Norcia, in Umbria, attorno al 480. La sua famiglia lo mandò a Roma a studiare, ma, disgustato dalla dissolutezza della vita cittadina, non ci rimase a lungo e, intorno al 500, volendo piacere solo a Dio, si ritirò in solitudine nei monti. Si recò presto a Effide, dove entrò in una comunità religiosa, e poi a Subiaco, dove si fece eremita. Il suo esempio fu seguito da molti e per accogliere i suoi numerosi discepoli costruì un monastero a Montecassino, in Campania, e stabilì un nuovo tipo di vita monastica con norme e pratiche proprie e la cui regola porta il suo nome. Morì in pace nel 543. Parte del suo corpo si trova a Montecassino e un'altra parte in Francia. San Benedetto è considerato il Patriarca del monachesimo occidentale ed ha esercitato un influsso fondamentale sullo sviluppo della civiltà e della cultura europea in un'epoca di profonda crisi dei valori e delle istituzioni.

Imitando con i tuoi costumi lo zelo di Elia, seguendo il Battista su retti sentieri, o Padre Benedetto, sei divenuto abitante del deserto, e hai rafforzato tutta la terra con le tue preghiere. Intercedi dunque presso il Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre. (dalla Liturgia di Rito Bizantino di San Benedetto da Norcia)

O Dio, che hai scelto san Benedetto abate e lo hai costituito maestro di coloro che dedicano la vita al tuo servizio, concedi anche a noi di non anteporre nulla all'amore del Cristo e di correre con cuore libero e ardente nella via dei tuoi precetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. (dalla Liturgia di Rito Romano di San Benedetto, Abate)

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

CROCE DI SAN BENEDETTO

Croce di San Benedetto

Crux Sancti Patris Benedicti
Croce del Santo Padre Benedetto
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Santa Croce sia la mia luce,
Non Draco Sit Mihi Dux
Non sia il demonio mio condottiero
Vade Retro Satana
Fatti indietro, Satana
Numquam Suade Mibi Vana
Non mi attirare alle vanità,
Sunt Mala Quae Libas
Sono mali le tue bevande
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso il tuo veleno.

 

MI DESCRIVO

mi descrivo

Sono un Cristiano Cattolico di Palermo, dopo aver intrapreso un Pellegrinaggio al Santo Monte Athos (Grecia) ho sentito una forte "chiamata" alla vita Monastica. Non potendo per adesso vivere questa mia "vocazione" in modo visibile, ho intrapreso con l'aiuto del mio Padre Spirituale (di Rito Greco-Bizantino) un cammino verso un "Monachesimo interiorizzato"; attingendo in modo particolare alla Tradizione Monastica della Chiesa Ortodossa e di quella Cattolica. Nell'attesa se Dio vorrà, di essere annoverato un giorno, nel numero del Grande ed Universale Ordine Monastico.

 

IL MIO PADRE SPIRITUALE

Il mio Padre Spirituale

"vivi come se la tua casa fosse un Monastero, la tua camera la cella monastica e l'obbedienza e il servizio a tua madre come all'Egumeno." (Papàs Luigi Lucini)

 

IL GRANDE ABITO ANGELICO

Il Grande Abito Angelico

"Per me, è una grande benedizione essere diventato Monaco".

“Questa nera ed onorata tonaca non la cambierei neppure con la porpora regale! Qui, sotto questa tonaca consunta, si nasconde un Dio” (Archimandrita Sofronio (1896-1993)

 

LA CROCE MONASTICA

La Croce Monastica

Interpretazioni delle iscrizioni:

Gesù Cristo Vince.

Venerato trofeo, terrore dei demoni.

Più espressiva delle parole, sorgente di lacrime.

Cristo ai cristiani si offre in grazia.

Dio santificò il legno della croce.

Lucifero è caduto, abbiamo trovato l'Eden.

La luce di Cristo risplende a tutti.

La forza del monaco.

Il luogo del Cranio (Golgota) è diventato il Paradiso.

 

IL PROTOTIPO DEL MONACO

Sta nei due mari a oriente e a occidente

In lui c' è il fuoco, in lui l'acqua;
la terra e il cielo sono in lui.
Egli è il sole che il mondo intero contempla,
la luce stessa, l'asceta dai lunghi capelli.

Cinti di vento, fango d'ocra è il loro vestito.
da quando gli dèi sono in loro penetrati
vanno seguendo le ali del vento
gli asceti del silenzio.

Inebriati, essi dicono, dalle nostre austerità,
i venti abbiamo soggiogato come destrieri.
E voi, comuni mortali, quaggiù,
non potete vedere oltre i nostri corpi.

Fra cielo e terra, librandosi nell'aria,
dall'alto egli mira la forma di ogni cosa
Si è fatto, l'asceta silenzioso,
amico e collaboratore di tutti gli dèi.

Cavalca i venti, compagno del loro soffio
dagli dèi inspirato.
Sta nei due mari
a Oriente e a Occidente, il silenzioso asceta.

L'orma segue di tutti gli spiriti,
delle ninfe e degli animali della foresta.
I pensieri loro conosce e, con l'estasi innalzato,
ne diviene dolce amico, l'asceta dai lunghi capelli.

Il vento ha preparato e mescolato per lui
una bevanda spremuta da Kunamnama (energia degli dèi)
Con Rundra (dea della morte) ha bevuto alla coppa del veleno,
l'asceta dal lunghi capelli.

(Inno del Rg-Veda X,136, ca. 1200 a.C.)

 

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LA CORDA DA PREGHIERA

Alla vestizione di un monaco o di una monaca nella tradizione greca e russa, c'è l'abitudine di dargli una cordicella per la preghiera (komvoscoinion). Nella tradizione russa l'abate pronuncia le seguenti parole:

La Corda da Preghiera

"Prendi, o fratello (sorella), la spada dello Spirito, che è la parola di Dio, per la preghiera continua a Gesù, perchè tu devi sempre avere il nome del Signore Gesù nella mente, nel cuore e sulle tue labbra, dicendo continuamente: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore."

 

SUPPLICA ECUMENICA

Supplica Ecumenica

Padre Santo, è giunta l'ora: glorifica il Figlio Tuo, Gesù Cristo nostro Signore, affinchè Egli glorifichi Te e tutto il mondo sappia che Egli è stato inviato da Te con ogni potere sugli uomini, perchè essi credano in Te, unico vero Dio, e tutti siano una cosa sola.

Come Tu e Lui siete una cosa sola; Tu in Lui e Lui in loro perché, consacrati alla verità e perfetti nell'unità, siano santificati nel tuo amore, ed abbiano la vita eterna. Amen.

 

BIBLIOGRAFIA

Come monaci nel mondo

Monachesimo nel mondo

Non siamo migliori

Il Monachesimo

 

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