Un cuore monastico
piccola via al Monachesimo interiorizzato
I Santi Padri scrivevano che ”L’abito nero (monastico) non ci salva se non viviamo secondo la regola monastica. E l’abito bianco (del secolare) non ci conduce alla rovina, se facciamo ciò che piace a Dio”. E a proposito del monachesimo interiorizzato vissuto da molti laici, il monaco russo Tichon di Zadonsk, diceva: “Non siate preoccupati di moltiplicare i monaci. L’abito nero non concede automaticamente la salvezza. Colui che porta l’abito bianco e che possiede lo spirito di obbedienza, di umiltà e di purezza, questi è un vero monaco che vive il monachesimo interiorizzato”.
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«Il Cristo è risorto dai morti, con la sua morte calpestando la morte e ai morti nei sepolcri donando la vita. Risorgendo dalla tomba, come aveva predetto, Gesù ci ha donato la vita eterna e la grande misericordia!». (Canone di G. Damasceno – Ode I)
Il Cristo risorto
«Per riempire tutte le cose della tua gloria sei disceso nelle profondità della terra». (Ode I)
Le porte dell’Ade
«Si aprirono a te con timore le porte della morte, o Signore; e i custodi dell’Ade, vedendoti, sbigottirono. Infatti, infrante le porte di bronzo e spezzate le sbarre di ferro, tu ci hai tratto fuori dalle tenebre e dall’ombra di morte, rompendo i nostri legami!». (Vespri)
La Discesa agli Inferi è proprio la Festa delle feste e la Chiesa ne afferma l’importanza in un articolo del Credo, il Simbolo apostolico.
Purtroppo la nostra tradizione occidentale ha abbandonato questo tema e le immagini di Cristo che apre le porte di una grotta e fa uscire una fiumana di persone arrivano fino al medioevo col Beato Angelico.
Per indicare la realtà dei nostri progenitori esclusi dal contatto con Dio dopo il peccato originale, il simbolo è due porte ben sbarrate con chiavistelli, chiavi, catene; ebbene, non solo vengono aperte dal Cristo, ma sono addirittura scardinate con un’esplosione di chiodi, cardini, catenelle, eccetera.
Non si tratta di una fessura da cui ci si infila a fatica, ma della Grazia che ci viene concessa con abbondanza nell’opera salvifica del Cristo, come un fiume in piena.
La figura centrale della nostra icona che è questo Cristo luminoso e glorioso scende nell’Ade vittorioso sulla morte, è un vincitore, è un risorto.
Cristo che scende agli Inferi è il Cristo del nostro quotidiano che ci viene a visitare nella nostra vita, nella nostra condizione di stare nella tenebra, nella nostra esistenza umana, nella nostra condizione di incapacità di amare, di vedere la luce.
Adamo
«Sei disceso sulla terra per salvare Adamo, o Signore, e, non avendolo trovato sulla terra, sei andato a cercarlo fino nell’Ade». (Enkomia – I stanza)
Nell’icona della Discesa agli Inferi Adamo – spesso avvolto in un mantellone che lo rende maestoso, pieno e anche quasi pesante – è sempre inginocchiato e il Cristo che lo prende per mano dà proprio l’impressione di tirarlo su.
Eva
«Dal tuo fianco trafitto dalla lancia, o Salvatore, tu distilli la vita su Eva, la madre della vita, che mi esiliò dalla vita, e con lei vivifichi anche me». (Enkomia – I stanza)
L’altra figura che accompagna la Discesa agli Inferi è quella di Eva; qualche volta Adamo ed Eva sono dalla stessa parte, però nella maggior parte delle icone si è imposta questa composizione simmetrica: Cristo al centro, Adamo ed Eva ai lati.
Eva è molto diversa da Adamo e mentre Adamo sembra quasi pesante Eva non lo è affatto.
Del colore rosso del manto di Eva è facile comprendere il simbolo: Eva vuol dire madre dei viventi e quindi il rosso è il colore dell’energia che dà la vita, l’amore, la passione, la maternità.
Davide, Salomone, il Precursore, Abele, Mosè, i profeti…
«I prigionieri trattenuti nei ceppi dell’Ade videro la tua incommensurabile misericordia e con passo esultante si affrettarono, o Cristo verso la luce, applaudendo alla Pasqua eterna!». (Ode V)
Subito dopo vediamo comparire fra i personaggi gli Unti, che attendevano questo momento della salvezza che Cristo risorto ha instaurato nell’Universo.
Giovanni Battista, il suo precursore, che anche nell’Ade svolge come il compito di annunciatore: infatti ha sempre la mano protesa ad indicarlo.
Altri due personaggi che ritroviamo sempre incoronati sono Davide e suo figlio Salomone.
A questi si aggiungono altri che non hanno una ricorrenza fissa: più frequentemente c’è Abele, poi Mosè, poi Noè e dei profeti.
I profeti sono riconoscibili da uno strano berretto, chiamato berretto frigio, piccolino rosso con una fascia bianca che lo lega, e possono essere Daniele, Michea, ma essendo personaggi secondari nella rappresentazione, non hanno una necessità di identificazione.
Mosè è invece riconoscibile perché regge le tavole della Legge, Noè tiene una piccola barca in mano, Abele ha un bastone da pastore e spesso è vestito di pelliccia.
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CROCE DI SAN BENEDETTO
Crux Sancti Patris Benedicti
Croce del Santo Padre Benedetto
Crux Sacra Sit Mihi Lux
La Santa Croce sia la mia luce,
Non Draco Sit Mihi Dux
Non sia il demonio mio condottiero
Vade Retro Satana
Fatti indietro, Satana
Numquam Suade Mibi Vana
Non mi attirare alle vanità,
Sunt Mala Quae Libas
Sono mali le tue bevande
Ipse Venena Bibas
Bevi tu stesso il tuo veleno.
MI DESCRIVO
Sono un Cristiano Cattolico di Palermo, dopo aver intrapreso un Pellegrinaggio al Santo Monte Athos (Grecia) ho sentito una forte "chiamata" alla vita Monastica. Non potendo per adesso vivere questa mia "vocazione" in modo visibile, ho intrapreso con l'aiuto del mio Padre Spirituale (di Rito Greco-Bizantino) un cammino verso un "Monachesimo interiorizzato"; attingendo in modo particolare alla Tradizione Monastica della Chiesa Ortodossa e di quella Cattolica. Nell'attesa se Dio vorrà, di essere annoverato un giorno, nel numero del Grande ed Universale Ordine Monastico.
IL MIO PADRE SPIRITUALE
"vivi come se la tua casa fosse un Monastero, la tua camera la cella monastica e l'obbedienza e il servizio a tua madre come all'Egumeno." (Papàs Luigi Lucini)
IL GRANDE ABITO ANGELICO
"Per me, è una grande benedizione essere diventato Monaco".
“Questa nera ed onorata tonaca non la cambierei neppure con la porpora regale! Qui, sotto questa tonaca consunta, si nasconde un Dio” (Archimandrita Sofronio (1896-1993)
LA CROCE MONASTICA
Interpretazioni delle iscrizioni:
Gesù Cristo Vince.
Venerato trofeo, terrore dei demoni.
Più espressiva delle parole, sorgente di lacrime.
Cristo ai cristiani si offre in grazia.
Dio santificò il legno della croce.
Lucifero è caduto, abbiamo trovato l'Eden.
La luce di Cristo risplende a tutti.
La forza del monaco.
Il luogo del Cranio (Golgota) è diventato il Paradiso.
IL PROTOTIPO DEL MONACO
Sta nei due mari a oriente e a occidente
In lui c' è il fuoco, in lui l'acqua;
la terra e il cielo sono in lui.
Egli è il sole che il mondo intero contempla,
la luce stessa, l'asceta dai lunghi capelli.
Cinti di vento, fango d'ocra è il loro vestito.
da quando gli dèi sono in loro penetrati
vanno seguendo le ali del vento
gli asceti del silenzio.
Inebriati, essi dicono, dalle nostre austerità,
i venti abbiamo soggiogato come destrieri.
E voi, comuni mortali, quaggiù,
non potete vedere oltre i nostri corpi.
Fra cielo e terra, librandosi nell'aria,
dall'alto egli mira la forma di ogni cosa
Si è fatto, l'asceta silenzioso,
amico e collaboratore di tutti gli dèi.
Cavalca i venti, compagno del loro soffio
dagli dèi inspirato.
Sta nei due mari
a Oriente e a Occidente, il silenzioso asceta.
L'orma segue di tutti gli spiriti,
delle ninfe e degli animali della foresta.
I pensieri loro conosce e, con l'estasi innalzato,
ne diviene dolce amico, l'asceta dai lunghi capelli.
Il vento ha preparato e mescolato per lui
una bevanda spremuta da Kunamnama (energia degli dèi)
Con Rundra (dea della morte) ha bevuto alla coppa del veleno,
l'asceta dal lunghi capelli.
(Inno del Rg-Veda X,136, ca. 1200 a.C.)
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LA CORDA DA PREGHIERA
Alla vestizione di un monaco o di una monaca nella tradizione greca e russa, c'è l'abitudine di dargli una cordicella per la preghiera (komvoscoinion). Nella tradizione russa l'abate pronuncia le seguenti parole:
"Prendi, o fratello (sorella), la spada dello Spirito, che è la parola di Dio, per la preghiera continua a Gesù, perchè tu devi sempre avere il nome del Signore Gesù nella mente, nel cuore e sulle tue labbra, dicendo continuamente: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore."
SUPPLICA ECUMENICA
Padre Santo, è giunta l'ora: glorifica il Figlio Tuo, Gesù Cristo nostro Signore, affinchè Egli glorifichi Te e tutto il mondo sappia che Egli è stato inviato da Te con ogni potere sugli uomini, perchè essi credano in Te, unico vero Dio, e tutti siano una cosa sola.
Come Tu e Lui siete una cosa sola; Tu in Lui e Lui in loro perché, consacrati alla verità e perfetti nell'unità, siano santificati nel tuo amore, ed abbiano la vita eterna. Amen.
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