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Università e Ricerca

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Considerazioni su alcuni aspetti della riforma dell'università

Post n°6 pubblicato il 26 Novembre 2008 da nicolasante
 

Cari Colleghi,

 

aderisco pienamente alla lettera da sottoporre per la pubblicazione su diversi giornali a tiratura nazionale (repubblica, corriere della sera, messaggero, stampa, tempo, mattino, ecc).

 

Comunque vorrei fare alcune considerazioni che se condivisibili potranno essere inserite e/o integrate nel testo della lettera.

 

Prima di tutto  è illusorio pensare che alcune delle questioni riportate nella lettera possano essere la realtà prossima ventura della università e, vorrei aggiungere, della società italiana. Credo che bisognerà accontentarsi di risultati intermedi sufficientemente  oggettivi per poi arrivare in futuro non lontano a quella condizione virtuosa, almeno per alcuni aspetti,  auspicata nella lettera.

 

Per un’università efficiente per la formazione e lo sviluppo del paese, comparabile a quelle dei paesi cosiddetti sviluppati e comunque comparabili all'Italia, le parole chiave, a mio parere, sono:

 

FINANZIAMENTO, adeguato e continuo almeno per tempi medi se non lunghi, della ricerca pubblica incluso le strutture e servizi di ricerca che talvolta sono carenti;

 

VALUTAZIONE, delle istituzioni universitarie [atenei, facoltà, dipartimenti e singoli componenti (docenti e ricercatori)];

 

RESPONSABILITA', per le scelte ad ogni livello delle attività istituzionali.

 

Detto questo scinderei le considerazioni relative all'attività didattica da quelle relative alla ricerca.

 

Per la valutazione dell'attività didattica, credo che il giudizio anonimo e obbligatorio degli studenti e, molto in subordine, il numero di crediti di insegnamento siano i parametri da considerare a tale riguardo. Il numero di tesi, tirocini ed altro (come si vede in giro nelle proposte dei requisiti minime di valutazione), in mancanza di un regolamento di facoltà che consideri parametri oggettivi ( tipo di tesi, spazi a disposizione, consistenza del gruppo di ricerca, ecc) nell’assegnazione di tali compiti istituzionali tra i docenti delle stesse, non possono essere considerati a riguardo visto che allo stato attuale delle cose e  in linea di massima, la scelta del relatore/tutor da parte degli studenti è inversamente proporzionale all'impegno richiesto per lo svolgimento delle stesse attività (forse sbaglio e,comunque, spero che tale fenomeno non sia così generalizzato).

 

L’attività di didattica non deve avere peso nella selezione di ricercatori mentre deve essere importante l’attività ed esperienza di ricerca comunque effettuata (dottorato, pubblicazioni, brevetti, stage in diversi laboratori italiani ed esteri, corsi specifici tesi ad ampliare e migliorare la capacità di ricerca, ecc) con particolare riferimento al settore scientifico disciplinare ma non solo (basta pensare alle attività di ricerca interdisciplinare oramai indispensabili in molti settori scientifici disciplinari per un’attività di ricerca avanzata).

 

L’attività di didattica deve avere un certo peso, ma in buona sostanza marginale, per la selezione di Professore associato ma l’attitudine all’insegnamento deve essere valutata, nella attuale forma delle prove per superare il concorso di Professore associato, con la prova della lezione in presenza della commissione di esame. La maturazione scientifica deve essere prevalente.

 

L’attività di didattica deve avere un certo peso, ma in buona sostanza marginale, per la selezione di Professore ordinario ma l’attitudine all’insegnamento deve essere valutata, nella attuale forma delle prove per superare il concorso di Professore ordinario, sulla base della valutazione del attività didattica disponibile nella facoltà di provenienza. Tale valutazione deve essere inclusa obbligatoriamente nella domanda di partecipazione alla valutazione comparativa.  La maturazione scientifica valutata mediante la produzione/produttività scientifica e la responsabilità/partecipazione a progetti di ricerca deve essere prevalente.

 

Per quanto riguardo l’attività di  ricerca le questioni mi sembrano più articolate:

 

FINANZIAMENTO, è necessario che chiunque governi l’Italia consideri la ricerca scientifica prioritaria e fondamentale per lo sviluppo del Paese. Ci sarebbe bisogno di un piano a medio-lungo termine con finanziamenti a livello centrale e periferico (Regioni, Ateneo, ecc) assegnabili mediante progetti sottoposti a peer review ovvero su sostanziali basi oggettive. Credo che nel passato anche recente il finanziamento di progetti non sempre è stato assoggettato a criteri uniformi ed, in particolare, oggettivi e in relazione al merito del progetto e della credibilità scientifica del proponente/i.

 

VALUTAZIONE, è necessario che i docenti e ricercatori, in maniera periodica (ogni 5-6 anni) si sottopongano ad una valutazione basata sulla produttività scientifica [un numero minimo di pubblicazioni su giornali scientifici ISI, libri, brevetti, altri parametri minori comunque collegati all’attività di ricerca (comitati scientifici, organizzazione di convegni, editing di libri e atti di convegni, ecc) a contorno della valutazione, ecc].

 

La valutazione deve essere effettuata da un comitato nazionale per settore scientifico  (composto da componenti nazionali ed internazionali). Il finanziamento di progetti con scarsa produttività deve avere valenza negativa. Spesso si sente dire in giro che la capacità di attirare finanziamenti è un parametro positivo. Sono d’accordo. Ma questo è vero se si è in presenza di un sistema oggettivo di selezione dei progetti e che il finanziamento deve essere produttivo. Se improduttivo la valutazione non può che essere negativa.

 

Coloro che risultano positivi in tale valutazione potranno fare parte dei diversi comitati per valutare i progetti presentati alle diverse agenzie di finanziamento (Ministeri, Regioni, Ateneo, ecc) , l’attività di ricerca dei docenti e ricercatori,  dei dottori di ricerca, ecc. e per i settori scientifici di  appartenenza. Inoltre, solo coloro che risultano positivi in tale valutazione potranno ottenere risorse a livello nazionale e locale.

 

La filosofia è:  SE NON SI È VALUTATI POSITIVAMENTE PER LE ATTIVITA’ DI RICERCA NON SI PUÒ GIUDICARE ALTRI SU TALE ATTIVITA’ .  SE NON SI È VALUTATI POSITIVAMENTE PER LE ATTIVITA’ DI RICERCA NON SI PUÒ USUFRUIRE DI RISORSE PER TALI ATTIVITA’.

 

RESPONSABILITA', è necessario che coloro che selezionano progetti e, in particolare,  docenti e ricercatori siano responsabili verso gli enti finanziatori (Ministeri, Regioni, Ateneo,ecc)  e le università nel tempo di tali selezioni. In un futuro virtuoso, con le selezioni del personale docente/ricercatore effettuate a livello locale dalla comunità scientifica locale ( facoltà, dipartimento, ecc) la responsabilità di scelte sbagliate e non basate sull’oggettività dei parametri utilizzati, non potrà che riflettersi negativamente sul dipartimento e facoltà con le dovute conseguenze negative sui singoli.

 

Un sistema simile è utilizzato nelle Università pubbliche Spagnole  e tali valutazioni hanno valenza economica per i singoli docenti e ricercatori. Ovvero l’avanzamento del livello economico degli stessi è legato a valutazioni positive. La valutazione non è obbligatoria e non sottoporsi a tali valutazioni, ovviamente, comporta l’autoesclusione dalle attività di ricerca e in tal caso, a quanto di mia conoscenza,  l’attività del docente è limitata all’attività didattica.

 

Se queste misure venissero adottate in Italia ben presto si verrebbe a creare un circolo virtuoso che porterebbe alla maturazione dell’etica dei comportamenti e della responsabilità professionale oramai non più presente nel sistema universitario italiano e, in buona sostanza, nella società italiana. Ovviamente tali sistemi di valutazione così grezzamente riportati in questi miei pensieri non sono di facile accettazione da parte di molti componenti la comunità accademica di questo Paese ma credo che valga la pena sottoporli a chi di dovere,  opinione pubblica inclusa.

 

Cordiali saluti

 

Nicola Sante Iacobellis

Dipartimento di Biologia, Difesa e Biotecnologie Agro forestali

Facoltà di Agraria

Università degli Studi della Basilicata

v.le Ateneo Lucano, 10.

 

e-mail: iacobellis@unibas.it

tel.: 0971 205548

mobile: 320 4371228

 
 
 
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