Siamo ritornati a Diyarbakir e il nostro viaggio volge al termine. Ma abbiamo due incontri molto importanti.
Iniziamo la mattina con Tuader, associazione dei familiari dei detenuti politici. Molti di loro sono assenti perche' sono andati a Mus dove il sindaco e' stato arrestato per aver parlato di Ocalan. Lo scopo di questa associazione e' di dar voce a chi e' in carcere, di sostenere economicamente le famiglie pıu' bisognose dei detenuti e di sostenersi vicendevolmente. Molti sono i problemi e le violazioni dei diritti ch ei detenuti politici subiscono nelle carceri. In genere vengono costretti a trascorrere illoro lungo periodo di detenzione in luoghi lontani da dove la famiglia risiede. Ci sono vari tipi di carceri: tipo E con celle per piu' persone, tipo F per una persona sola e quindi piu' esposta alla violenza dei secondini. In carcere devono pagare tutto: dalla luce al letto, dall'acqua al cibo. Le condizioni carcerarie sono pessime e per questo a Erzorum da 45 giorni 160 detenuti sono in sciopero della fame. Ci sono 300 minori incarcerati insieme agli adulti, molti dei quali con accuse assolutamente infondate: per esempio per il lancio di una pietra davanti ad un carroarmato. Per le donne e' ancora peggio: ci dicono che a Istanbul le prigioniere politiche sono in un carcere assieme a uomini acusati di reati comuni e tutte le celle rimangono spesso aperte. In prigione bisogna parlare solo turco, anche nei colloqui con i familiari, che per il 90% conoscono solo il kurdo. Ci sono strettissimi controlli per i visitatori dei detenuti: metal detector molto sensibili si allarmano anche solo per un bottone mettalico dei jeans e se questo succede per due volte la visita e' cancellata. Ci chiedono di far conoscere le condizioni di detenzione per sensibilizzare chi crede nel rispetto dei diritti e per sollecitare l'attenzione dell'Unıone Europea sulle tematiche dalla giustizia in turchia.
Al Tuader ci dicono anche che Aladin, che molti di noi conoscono perche' ci ha accompagnato a Nusaybin, e' detenuto da 2 mesi nel carcere di Mardin.
Nel pomeriggio c'e' l'incontro che ormai attendiamo da una settimana: con Leyla zana. E' una donna splendida piena di energia e di dolcezza. Le consegniamo un mazzo di fiori con i colori giallo rosso e verde insieme alla lettera del sindaco di Fidenza che le conferisce la cittadinanza onoraria. Leyla ringrazia e ci dice che riceve volentieri questa cittadinanza a nome di tutte le donne kurde. Sottolinea la grande importanza delle relazioni tra le persone e i popoli piuttosto che tra i governi o i partiti politici. Le chiediamo della sua situazione personale nei confronti della giustizia. Ma ci risponde che la sua storia e' la stessa di tante altre donne e uomini kurdi. Ha ricevuto una condanna a 10 anni di carcere per aver detto che Talabani Barzani e Ocalan sono i 3 leader kurdi e poi altri due anni per aver nominato Ocalan. Ma non desidera soffermarsi sulla sua situazione personale bensi' sul fatto che il Newroz 2009 e' stata una festa di pace i tutte le citta kurde e questo le da' molta speranza. Quando le parliamo dell'amicizia e dell'ospitalita' che abbiamo sperimentato in questi giorni da parte del popolo kurdo, lei ci ricorda che il Kurdıstan e' una terra al confine tra Occidente e Oriente, l'Occidente che rappresenta la mente e l'Orıente che rappresenta il cuore. İl Kurdistan e' la terra dove cuore e mnte si fondono!
Il saluto che ci da' prıima di lasciarci e' rivolto in particolare a tutti i ragazzi e le ragazze kurde che sono dovuti scappare in Italia.
Inviato da: valter47
il 23/04/2009 alle 16:36
Inviato da: valter47
il 10/04/2009 alle 07:27
Inviato da: valter47
il 28/03/2009 alle 15:19
Inviato da: valter47
il 24/03/2009 alle 07:52
Inviato da: rigitans
il 22/03/2009 alle 18:08