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Viaggio nel Kurdistan turco, Newroz 2007

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Leyla Zana: il sogno che non può essere fermato

Post n°181 pubblicato il 29 Marzo 2009 da gaibo

Siamo tornati dal Kurdistan proprio alla vigilia delle elezioni, che speriamo sanciscano la vittoria del DTP almeno nel sud-est. Il DTP, che abbiamo incontarto a Elih( per i turchi Batman) e ad Amed ( per i turchi Diyarbakir) , è il partito di Leyla Zana . Donna coraggiosa , pacifista, che si batte per la fratellanza di due popoli ( kurdo e turco) e per la democratizzazione di uno stato, sulle cui istituzioni civili regnano i militari. La grottesca maschera "democratica" , con cui la repubblica turca nasconde i propri lineamenti che assomigliano tanto al nazismo, viene a cadere se si ascolta Leyla , se si guarda la serena dignità dei suoi occhi senza odio e senza rassegnazione , nonostante i 12 anni trascorsi nelle prigioni turche ed altri possibili 12 , oggetto della sua nuova condanna .E' bella Leyla , il suo viso rispecchia la trasparenza del suo spirito , il suo sguardo rivela il coraggio e la determinazione di chi ha alzato la testa e sa quanto costi dire di no." Io non sono che una madre-ci dice- tra le tante del mio popolo che lottano per la pace e la liberà"Non si sofferma a parlare di sè, anche se glielo chiediamo, preferisce parlare di tutte le donne kurde che vogliono prendere la parola.Sherildan è una parola kurda che significa " alzati in piedi, fa sentire la tua voce"; è la parola che identifica Leyla e tutte le altre donne senza nome che vogliono che il sogno kurdo non si interrompa.E' molto contenta del conferimento della cittadinanza onoraria di Fidenza, sorride quando le diciamo che la decisione è stata presa all'unanimità. Ringraziando , sottolinea che c'è uno stesso spirito che lega kurdi e italiani .. " perchè abbiamo lo stesso sentire" .Non ha grandi speranze nella politica, perchè, dice, i governi possono cambiare le loro idee politiche secondo i loro benefici; spera , invece, nelle persone , nei movimenti, nella conoscenza e solidarietà reciproca, nella politica dal basso. Per questo nel suo studio c' è un cartellone con scritto " Edi Bese" ( ya basta) , slogan della campagna per i diritti del popolo kurdo e proprio lì scattiamo l'ultima foto con Leyla ,la invitiamo a Fidenza, di cui è cittadina onoraria e a visitare il CIAC, di cui le abbiamo parlato e che spera di poter vedere la prossima volta che verrà in Italia.

 
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