Creato da amnesty208 il 10/03/2007
Viaggio nel Kurdistan turco, Newroz 2007

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DTP vince in Kurdistan e 12 sono le donne elette

Post n°184 pubblicato il 30 Marzo 2009 da gaibo

Il DTP conquista il 5% al livello nazionale, riconfermandosi nell’area metropolitana di Diyarbakir (dove amministrerà 14 dei suoi 17 comuni), si aggiudica 7 province (Hakkari, Batman, Igidir, Siirt, Sirnak, Tunceli, Van), e complessivamente 49 comuni (secondo i dati disponibili alle 23.00). Ad Hakkari provincia il DTP vince con il 78,97% e si aggiudica tutti e tre i suoi comuni: Cukurca (77,64%), Semdinli (61,30%) e Yuksekova (89,59%).A Sirnak vince con il 53,64% aggiudicandosi 5 su 6 comuni con percentuali superiori al 70% (Cizre, Idlil, Silopi, Uludere, Baytussebap).Il DTP riconquista la provincia di VAN con il 52,32 % a 486 sezioni scrutinate su 602, vincendo in tre dei suoi comuni Baskale con il 59,34%, Muradiye con il 54,44% ed Ozalp con il 51,14%.12 donne elette a capo di un’amministrazione locale con il DTP (ANF, 23:07 / 29 Marzo 2009)AMED – Secondo i dati ufficiali finora disponibili sono state elette 12 donne del DTP a capo di amministrazioni locali. L’AKP ne ha elette due, il CHP una, mentre delle 7 candidate per il MHP nemmeno una è stata eletta.Il DTP con 17 candidate donne è stato il partito che ne ha presentate di più. Oltre alla guida di Dersim, sono 12 i luoghi che hanno fatto vincere una donna. A Diyarbakır i comuni di Bağlar, Bismil, Lice, Eğil; a Mardin: Derik e Nusaybin; ad Hakkari: Yüksekova; ad Ağrı: Doğubeyazıt; a Şırnak: Uludere; a Muş: Varto ed a Van: Bostaniçi. La candidata di Viranşehir per il si trova ancora a un testa a testa con il candidato dell’AKP
(ANF NEWS AGENCY)


 
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Elezioni in Turchia, scontri Sei morti, oltre 50 feriti

Post n°183 pubblicato il 29 Marzo 2009 da gaibo

ANKARA - Risse violente e gravi scontri si sono verificati oggi tra sostenitori di opposti partiti politici in sette località della Turchia a margine delle elezioni amministrative, che hanno provocato almeno sei morti ed oltre 50 feriti fuori dai seggi elettorali. I media turchi ricordano che nelle amministrative del 2004 le vittime furono otto e i feriti più di un centinaio.Stando a quello che riferisce il quotidiano Hurriyet, a Kayseri a perdere la vita è stato Saim Tasdemir, di appena 26 anni, freddato in mezzo alla strada da un giovane di 24 anni di cui la polizia ha reso nota l'identità solo parzialmente, Fehrit O. A Van è morta una delle sei persone ferite dopo gli scontri di questa mattina.In mattinata a Diyarbakir e a Sanli Urfa, entrambe nell'Est del Paese e cuore della minoranza curda, 3 persone sono morte e decine sono rimaste ferite per tafferugli scoppiati in prossimità dei seggi elettorali.Il bilancio più pesante rimane a Diyarbakir, dove nel distretto di Lice una rissa fra fazioni diverse ha fatto due morti e tre feriti. Sangue anche a Sanli Urfa, dove il candidato Muslum Babacan è stato ucciso, accoltellato da un minorenne, durante una rissa vicino al seggio. Nello scontro sono rimaste coinvolte nel 34 persone.A contribuire ad aumentare la tensione di questa consultazione elettorale - seggi aperti dalle 7 del mattino alle 16 - in alcune postazioni le scrutatrici portavano il turban, il velo islamico secondo la tradizione turca. Il fatto secondo Hurriyet è stato segnalato dalla stessa Alta commissione elettorale, che avrebbe richiamato a una maggiore osservanza del regolamento. Secondo Hurriyet, donne velate sono state viste lavorare soprattutto a Zonguldag, sul Mar Nero.L'appuntamento elettorale, che arriva in un momento di profonda crisi economica, equivale ad un test politico su scala nazionale per il premier Recep Tayyip Erdogan. Vincerà, prevedono i sondaggi. Ma da come vincerà dipende il 'nuovo mandato' con cui governerà il paese nei prossimi, delicatissimi mesi. Dalla consultazione, cui sono chiamati 48 milioni di eventi diritto, verranno eletti decine di migliaia di amministratori locali - sindaci, consiglieri comunali, capi di villaggio e di quartiere - candidati da 21 partiti, che resteranno in carica per i prossimi cinque anni. (la repubblica.it)

 
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Dagli osservatori italiani per le elezioni in Turchia

Post n°182 pubblicato il 29 Marzo 2009 da gaibo

Oggi in Turchia si svolgono le elezioni amministrative, gli osservatori italiani su richiesta del DTP (partito della società democratica) sono stati dislocati nelle provincie kurde di Diyarbakir, Sirnak e Van, nelle città e nei villaggi dove la presenza dell’esercito turco in questi giorni si è fatta più opprimente.La delegazione che si trova nella zona di Sirnak racconta di villaggi assediati dall’esercito, di minacce e pressioni di ogni tipo per scongiurare la vittoria certa del partito filo-kurdo DTP.

 
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Leyla Zana: il sogno che non può essere fermato

Post n°181 pubblicato il 29 Marzo 2009 da gaibo

Siamo tornati dal Kurdistan proprio alla vigilia delle elezioni, che speriamo sanciscano la vittoria del DTP almeno nel sud-est. Il DTP, che abbiamo incontarto a Elih( per i turchi Batman) e ad Amed ( per i turchi Diyarbakir) , è il partito di Leyla Zana . Donna coraggiosa , pacifista, che si batte per la fratellanza di due popoli ( kurdo e turco) e per la democratizzazione di uno stato, sulle cui istituzioni civili regnano i militari. La grottesca maschera "democratica" , con cui la repubblica turca nasconde i propri lineamenti che assomigliano tanto al nazismo, viene a cadere se si ascolta Leyla , se si guarda la serena dignità dei suoi occhi senza odio e senza rassegnazione , nonostante i 12 anni trascorsi nelle prigioni turche ed altri possibili 12 , oggetto della sua nuova condanna .E' bella Leyla , il suo viso rispecchia la trasparenza del suo spirito , il suo sguardo rivela il coraggio e la determinazione di chi ha alzato la testa e sa quanto costi dire di no." Io non sono che una madre-ci dice- tra le tante del mio popolo che lottano per la pace e la liberà"Non si sofferma a parlare di sè, anche se glielo chiediamo, preferisce parlare di tutte le donne kurde che vogliono prendere la parola.Sherildan è una parola kurda che significa " alzati in piedi, fa sentire la tua voce"; è la parola che identifica Leyla e tutte le altre donne senza nome che vogliono che il sogno kurdo non si interrompa.E' molto contenta del conferimento della cittadinanza onoraria di Fidenza, sorride quando le diciamo che la decisione è stata presa all'unanimità. Ringraziando , sottolinea che c'è uno stesso spirito che lega kurdi e italiani .. " perchè abbiamo lo stesso sentire" .Non ha grandi speranze nella politica, perchè, dice, i governi possono cambiare le loro idee politiche secondo i loro benefici; spera , invece, nelle persone , nei movimenti, nella conoscenza e solidarietà reciproca, nella politica dal basso. Per questo nel suo studio c' è un cartellone con scritto " Edi Bese" ( ya basta) , slogan della campagna per i diritti del popolo kurdo e proprio lì scattiamo l'ultima foto con Leyla ,la invitiamo a Fidenza, di cui è cittadina onoraria e a visitare il CIAC, di cui le abbiamo parlato e che spera di poter vedere la prossima volta che verrà in Italia.

 
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Oggi elezioni in Turchia : incrociamo le dita per il DTP!!!!

Post n°180 pubblicato il 29 Marzo 2009 da gaibo

Amministrative, per i kurdi saranno un referendum sulla paceNel voto di domani l'Akp al governo mira alla conquista della regione del sud-est, ma per Erdogan s'annuncia una sconfittaLe celebrazioni del Newroz, sabato scorso, hanno certamente avuto un effetto benefico per il Dtp, il partito della società democratica. Nel festeggiare il loro capodanno, due milioni di kurdi sono scesi in piazza, da Diyarbakir a Urfa a Istanbul, per chiedere pace e democrazia: per il partito che da anni si batte per una soluzione pacifica del conflitto kurdo-turco una conferma che le elezioni amministrative di domani saranno anche per molti versi un referendum sulla pace.E i media turchi hanno cominciato ad addolcire la pillola scrivendo che «molto probabilmente» il Dtp manterrà le sue roccaforti nel sud est del paese. In altre parole, gli islamisti dell'Akp, al governo ad Ankara, sono costretti ad ammettere, anche se non apertamente, che non riusciranno a strappare al partito kurdo le città che già governano. Quindi niente Diyarbakir, per esempio, che per Erdogan era diventata una sorta di sfida personale: in campagna elettorale il primo ministro si è recato nella città kurda due volte. E i militanti dell'Akp hanno fatto una campagna porta a porta non risparmiandosi regali e promesse.Ma a Diyarbakir, il sindaco uscente Osman Baydemir, avvocato, è molto amato dalla gente. In questa campagna elettorale si è speso molto e non soltanto a Diyarbakir. Del resto nel suo mandato Baydemir è riuscito letteralmente a cambiare il volto della città, costruendo fognature e rimettendo in sesto il bellissimo centro storico e puntando sulle politiche sociali in una città dove povertà e disoccupazione sono problemi notevoli. Quanto all'Akp, già si parla degli errori commessi da Erdogan. In particolare quello di aver pronunciato, in un discorso a Diyarbakir le ormai famose parole, riferite ai kurdi: «In questo paese (la Turchia) c'è posto per tutti. O lo amate o ve ne potete andare».Domani alle urne sono chiamati circa quarantotto milioni di elettori: 19 partiti si contenderanno quasi 3.000 posti di sindaco, 37.000 seggi di consigliere comunale. La sola Istanbul conta poco meno di nove milioni di elettori. Qui il Dtp ha scelto di candidare Akin Birdal, ex presidente dell'associazione per i diritti umani e attuale parlamentare. Alle ultime elezioni amministrative il partito di governo, l'Akp aveva ottenuto il 41% dei consensi, un voto che alle politiche del 2007 era aumentato fino a raggiungere il 46.6%. La Turchia al voto domani ha di fronte una serie di problemi. Dalla crisi economica (che si fa sentire già pesantemente) alla guerra che continua nel sud est del paese.La questione kurda è nuovamente al centro dell'agenda politica e non soltanto turca. Infatti da settimane si parla di una possibile conferenza di pace da svolgersi nel Kurdistan iracheno (ma sono state anche avanzate ipotesi di paesi europei). Attorno al tavolo dovrebbero sedersi non soltanto i turchi e i kurdi, ma i rappresentanti dei quattro paesi in cui il Kurdistan è diviso, Iran, Siria, Turchia e Iraq. Naturalmente al tavolo delle trattative si chiede che ci sia anche il Pkk, ma la Turchia pone delle precondizioni. Prima fra tutte la deposizione delle armi. Nei giorni scorsi ci sono stati contatti tra turchi e kurdi iracheni. Il presidente iracheno Talabani era in Turchia per il forum mondiale dell'acqua.Visita ricambiata dal presidente della repubblica turca, Abdullah Gul. Polemiche sul fatto che forse Gul avrebbe pronunciato la parola «Kurdistan» riferendosi al governo regionale ma il presidente ha smentito. E Trt6, la televisione statale in kurdo, ha imposto a un ministro del governo regionale che partecipava a una trasmissione di non usare Kurdistan ma soltanto governo kurdo iracheno. ( Orsola casagrande)............ ......... ......... ......... ......... .......

 
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