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Post n°14 pubblicato il 26 Luglio 2012 da utopiablogger
Questa avidità è proprio carnale. Non ha nulla a che fare col sesso. Col sesso vero. E' perversione. Erotismo. E tu ne sai qualcosa. E' la somma di tutti i nostri puntini. Di un tentato suicidio durato una vita. E non è ancora finita. Dovresti venire a scostarmi i capelli dal viso. Dirmi che si son allungati fin troppo. Dovresti prendermi per mano e mostrarmi l'erba che secca. Che sa ricrescere ad ogni primavera. Nonostante tutto. Sa aspettare la pioggia. E non le importa di soffrire. Neanche a quella montagna sopra la tua finestra. Lei è là. Sa di esserlo. Anche quando muore. Sa di tornare nel posto da dove è venuta. Ti guarda quando passi da lì. E ride di te. E di me. Forse si commuove anche. Tutti gli alberi di quel sentiero lo fanno quando hai perso la strada. E non sai più dov'è casa. E non sai più conciliare la x con la y. Nessuno può. Esteta e filisteo. Santo ed assassino. Un ammasso di ossa tenute insieme. E infinite emozioni. Pezzi rari da collezione. I mantelli riposano finchè un giorno non è l'ora di togliere la polvere. E quel giorno arriva per fortuna. Mi muoverò da quella stasi che mi tiene inchiodata all'abitudine. Per i nostri destini incrociati. La mia prima risposta non sarà più NO. Domani. Domani. Domani. Forse sarebbe meglio non svegliarsi neanche. Non svegliarmi. Ciò che conta non è ancora e solo adesso.
Post n°13 pubblicato il 29 Gennaio 2012 da utopiablogger
Lo voglio. Ossa. Ossa. Costole. No non basta.
Post n°12 pubblicato il 15 Aprile 2011 da utopiablogger
Ieri mi sono svegliato presto per ripassare gli avverbi di tempo. Il gatto faceva miao. Io avrei voluto dirgli che il tempo non esiste. E quindi tutta quella fatica era abbastanza inutile.
Post n°11 pubblicato il 05 Aprile 2011 da utopiablogger
Quella mattina per la prima volta mi resi conto che il mio umore era identico a quello che avevo il giorno prima.E identico a quello di tutti i giorni prima d’allora. Dio, ti mostrerò che non sei onnipotente. La tua placenta dovrebbe sapere ormai della mia fame atavica. Ma mi tolgo il cilindro e con un inchino ti presento una possibilità dell’io che non si è mai realizzata. E immagino sarebbe bello essere quello che si è. Odio persino il divieto di scorgersi dal finestrino. E le mie 23 personalità dissociate. Che sopraggiungono tutte quante. Faccio di me ogni giorno una menzogna. Ma vorrebbe dire forse non essere reale? E ti dirò di più: Io, di due ferite, sarei la benda.
Post n°10 pubblicato il 28 Marzo 2011 da utopiablogger
Tu. Fata di frutta e latte. Se mi vedessi.Se mi vedessi adesso che muto.
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Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 09:48
Inviato da: badessa.per.caso
il 26/03/2013 alle 21:54
Inviato da: beside_me
il 21/08/2012 alle 19:29
Inviato da: badessa.per.caso
il 27/07/2012 alle 02:21
Inviato da: immatur_el_kap
il 22/06/2012 alle 07:42