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Post n°52 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da vellutoblues
Seduti su questa spiaggia di malinconici addii Guardiamo la grande pianura di acqua rimbalzare tra il cielo e l’abisso In un movimento continuo e imperturbabile di monotona diversità I nostri sguardi troppo abituati a guardare Si smarriscono in questo nuovo essere guardati E i nostri cuori devastati da chi ha sempre preso senza nulla dare Si chiudono nelle stanze dei rimorsi incapaci di ricevere insperato calore Sentiamo il vento sulla pelle scavare fino all’anima Tremiamo nel freddo di un fuoco invernale E nella cenere del tempo lasciamo appassire i sorrisi sognati Nell’abbandono disegnato con tratti pesanti da mani violente Diventiamo paura di noi stessi Sentendoci terra, sabbia, fumo, fango, nulla Trasformata inconsistenza di quello che eravamo In questo stordimento vaghiamo come mete in movimento Diventando partenza e approdo allo stesso tempo Ricerca di smarrimento emozionale per non ascoltare, non sentire Ma il silenzio di quiete desiderata diventa assordante cecità Un buio di angoscia che avvolge i sentimenti Nascondendo quanto di vivo è dentro noi Dietro improbabili paraventi di esili dubbi Seduti su questa spiaggia di probabili ritorni Ci siamo noi feriti a morte dalle ombre che non siamo E dentro spiragli di cielo all’orizzonte lasciamo correre il nostro respiro Debole, affannato, ma ancora vivo.
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Post n°50 pubblicato il 30 Gennaio 2008 da vellutoblues
Nel rumore di certi addii Quando improvvisi e nonostante tutto già disegnati Si perde il nostro aver guardato oltre al tempo di convinzioni incerte E quando arriva il risuonare del vuoto che dentro noi amplifica lo smarrimento In quel momento nelle ombre che si allungano sulla nostra anima Scopriamo le verità da sempre mentite
E si ripercorrono strade che nella trasparenza del sentire conducevano lontano da noi nella convinzione che il respirare fosse sinonimo di vivere mentre i vetri della percezione raccoglievano la polvere di anni passati chiusi dentro stanze di ingannevoli certezze
siamo diventati ladri di illusioni per illuderci che fossimo vivi mentre venivamo incorniciati come tele astratte da pittori capaci di soli autoritratti e la nostra mente chiedeva aiuto al cuore in quei momenti in cui avremmo voluto ali nostre per volare per ritrovarci poi ancora cullati dentro gabbie di parole e speranze ancora stese ad asciugare, intrise dalle nostre lacrime di vita
come è difficile ora trovare fuori dalle circostanze la nostra voce come veramente è averla taciuta per il timore della sua verità l’ha resa a noi così sconosciuta e ora che fievolmente inizia a pronunciare il nostro nome vorremmo che da sempre l’avesse gridato oltre le sbarre di quella gabbia oltre i vetri di quelle stanze
ma sentirla ora, percepirla nel vuoto illuminata da barlumi di desiderata speranza porta brividi di malinconie e tristezze di sorrisi lontani che confondono le incerte convinzioni al nostro riuscire a guardare il cielo che con rispetto e timore vorremmo iniziare a solcare con le nostre ali appesantite ma che sappiamo ancora capaci di farci volare.
E pronunciando il nostro nome, voleremo. |
Post n°49 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da vellutoblues
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Post n°48 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da vellutoblues
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Inviato da: fartimale
il 11/05/2007 alle 10:20
Inviato da: vellutoblues
il 23/03/2007 alle 21:31
Inviato da: StephanieP
il 23/03/2007 alle 11:55
Inviato da: StephanieP
il 15/03/2007 alle 11:07
Inviato da: profumo_di_malva
il 14/03/2007 alle 07:21