6) Quali possibilità di scelta ha oggi in Lombardia un Ente pubblico che voglia ( o debba) legiferare sugli acquedotti e la questione acqua nel suo complesso?
La Regione Lombardia ha identificato gli A.T.O. che coincidono con i confini provinciali, lasciando quindi ad ogni territorio provinciale lombardo il compito di organizzare il proprio S.I.I.
Per quanto riguarda le modalità di affidamento, la Regione Lombardia ha adottato una prima Legge (L.R.26/2003) che confermava le tre possibilità previste dal quadro europeo e nazionale ma, nell’agosto 2006 (L.R. 18/06) ha approvato le vigenti modifiche che impongono agli A.T.O. lombardi il seguente modello: obbligo di costituzione di due distinte società, la prima (PATRIMONIALE), che si occupa del patrimonio e della sua gestione, l’altra (EROGATORE) che si occupa dell’erogazione.
La PATRIMONIALE opera in un regime diverso dall’affidamento: infatti deve essere totalmente pubblica e proprietaria delle reti, sulle quali opera in quanto bene proprio, pubblico ed inalienabile e pertanto senza possibilità di ingresso di privati e senza alcun limite temporale di mandato. I suoi compiti sono lo sviluppo del patrimonio (reti, impianti…) la gestione delle manutenzioni programmate.
L’EROGATORE, può essere una società pubblica o privata che ottiene l’affidamento esclusivamente tramite gara pubblica, con esclusione assoluta della possibilità di affidamento “in house”.
La L.R.26/03 modificata ta ai privati. Contro questa Legge Regionale è stata depositata un’impugnativa fortemente sostenuta dai VERDI, da parte del Governo Nazionale.prevede inoltre che in caso di inadempienza da parte degli A.T.O., o di non rispetto dei termini temporali fissati, la Regione provvederà a commissariare gli inadempienti e predisporrà il Piano d’Ambito e l’affidamento sia del ramo patrimonio-gestione che del ramo erogazione tramite gara ad evidenza pubblica aper
I punti di dissenso sui quali è stato chiesto un pronunciamento della Corte Costituzionale sono:
· la previsione di dividere obbligatoriamente la società patrimonio-gestione dalla società erogazione;
· la previsione di affidare il servizio di erogazione solamente tramite gara escludendo la forma “in house”
7) Visto che entrambe dovrebbero essere composte da tutti i novanta Comuni , quali sono le differenze di ruolo tra la Conferenza d’Ambito e la società Patrimoniale
I Comuni avranno effettivamente una duplice veste:
· di membri dell’Autorità di Governo dell’Acqua (A.A.T.O.), che è l’organismo che decide la strategie e le politiche, le priorità di investimento, le tariffe e tutto quanto attiene alla programmazione; in questo caso la rappresentanza corrisponde ad un voto per ogni Comune, indipendentemente dal numero di abitanti.
· di soci della società patrimoniale e di gestione, che è il soggetto che applica concretamente le decisioni e le scelte strategiche dell’A.A.T.O.; la rappresentanza, in questo caso, corrisponde alla percentuale di partecipazione alla società, che probabilmente sarà direttamente proporzionale agli abitanti equivalenti che pagano la tariffa.
8) Considerata la volontà più volte ribadita di mantenere il controllo pubblico sull’intero ciclo dell’acqua, quali possibili scelte dovremo affrontare?
In provincia di Lecco occorre scegliere tra due strade possibili:
· fare una battaglia totalmente politica contro la Regione Lombardia e rifiutarsi di applicare in toto la Legge Regionale
· utilizzare parzialmente la L.R. per mettere immediatamente in mano pubblica la società patrimoniale e di gestione, rinviando a dopo la sentenza della Corte Costituzionale le scelte da fare per l’erogazione.
La proposta che viene sostenuta dall’A.T.O. di Lecco è la seconda via, cioè quella di costituire una società patrimonio-gestione, unendo le società pubbliche esistenti, in maniera tale da avere la rappresentanza di almeno sessanta Comuni (2/3 del totale,il minimo previsto dalla L.R.); questo consentirebbe di far partire la Patrimoniale e la gestione, che in seguito verrebbe aperta agli altri Comuni, con l’obiettivo di avere una società partecipata direttamente da tutti i novanta Comuni lecchesi. Tale società non gestirebbe l’acqua in virtù di un affidamento (in house o tramite gara) ma in virtù dell’essere proprietaria delle reti e degli impianti. Questo garantirebbe la proprietà pubblica senza limiti temporali, in quanto le reti idriche e fognarie e i depuratori sono”patrimonio indisponibile”, non possono essere ceduti a privati e sono considerati senza valore economico.
9) In funzione della normativa attualmente vigente, quali decisioni sono state assunte dall’Amministrazione della Provincia di Lecco?
La Provincia di Lecco ha costituito l’A.T.O. provinciale, al quale hanno via via aderito tutti i novanta Comuni della provincia e ha dato avvio all’Autorità d’Ambito (A.A.T.O)
10) L’ente pubblico ha come finalità l’interesse dei cittadini, un ente privato ha come scopo il profitto, un ente a partecipazione pubblica ha, tra i suoi scopi, anche la sua sopravvivenza gestionale: nel secondo e terzo caso potrebbe accadere che l’interesse dei cittadini venga sacrificato ad altre valutazioni ed esigenze di bilancio, ad esempio riduzione dei controlli qualitativi o degli interventi manutentivi; chi può dare la sicurezza ai cittadini che la salute pubblica sia prioritaria su altre considerazioni?
La gestione del patrimonio e l’erogazione del servizio saranno vincolate al rispetto degli obiettivi fissati dal Piano d’ambito e delle regole definite dalla Carta dei Servizi, che è parte fondamentale per misurare la correttezza del servizio. La tariffa dovrà essere adeguata alle condizioni qualitative poste e l’A.A.T.O. dovrà verificare il rispetto delle regole. L’ente pubblico non ha vantaggi economici particolari rispetto ad una società a capitale pubblico, in entrambi i casi le risorse derivano dalle tasche dei cittadini, in forma indiretta per l’ente locale ed in forma diretta – tramite la tariffa – per le società. La situazione attuale ci dimostra che molti Comuni non hanno fatto investimenti, non hanno realizzato interventi necessari, non hanno svolto accurate analisi della qualità dell’acqua proprio per problemi di bilancio, quindi la gestione diretta da parte di un comune non garantisce automaticamente la qualità del servizio ed il rispetto dei diritti dei cittadini.
Inviato da: magazine enfance
il 12/08/2013 alle 09:57
Inviato da: giovanni
il 06/03/2011 alle 19:46
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il 08/11/2009 alle 16:24
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il 19/10/2009 alle 18:39
Inviato da: paolo trezzi
il 05/10/2009 alle 22:28