Blog
Un blog creato da verdilecco il 21/02/2007

OCCHI VERDI A LECCO

se chiedere la pace tra uomo e natura è chiedere troppo, io chiedo troppo.

 
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 

ULTIMI COMMENTI

Grazzie!
Inviato da: magazine enfance
il 12/08/2013 alle 09:57
 
caro Alberto la città di Lecco e in una posizione...
Inviato da: giovanni
il 06/03/2011 alle 19:46
 
Bene a questa proposta dei verdi lecchesi, bene alla...
Inviato da: giancvilla
il 08/11/2009 alle 16:24
 
complimenti a saponaro e monguzzi. entrambi hanno deciso...
Inviato da: marco
il 19/10/2009 alle 18:39
 
interessante post. Ci sono diversi elementi, però che ne...
Inviato da: paolo trezzi
il 05/10/2009 alle 22:28
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

pino.poglianig.kataonedoppiatore1dg_lauraandreas.eisendleRoquestalosk65verdileccodieciminuti2012autumninromtedoforo3meninasallospecchiomarco89linneaprovadhopelove10
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 

 

« Colpirne 100 per educarne 1Poco verde tanto smog »

L'ideologia del lavurà

Post n°95 pubblicato il 01 Settembre 2008 da verdilecco
 
Tag: lavoro

Durante le vacanze appena trascorse ho avuto l’occasione di ascoltare un interessante intervento di Tom Hodgkinson, giornalista e scrittore inglese. Tema: il lavoro. Condividendone in larga parte il pensiero, ne propongo il succo in questi giorni di ritorno in fabbrica, in ufficio, in bottega ecc.

L’idea che il lavoro sia la risposta a buona parte delle tribolazioni individuali e sociali è uno dei miti più deleteri della società moderna. Il mito, fomentato da moralisti, industriali, politici di destra come di sinistra, nasce con la rivoluzione industriale e la sua benzina è costituita dall’etica protestante, calvinista e metodista in particolare. I lavoratori indipendenti divennero dipendenti e le famiglie cominciarono a vivere esclusivamente dei salari e ad acquistare i generi alimentari che le precedenti generazioni avevano prodotto da sé. Forse guadagnavano più denaro, ma, probabilmente, la qualità della loro vita cambiò in peggio. Fu da allora che si iniziò a parlare insistentemente di progresso. Ma cos’è il progresso? Ce ne dà un’idea Clint Eastwood nel “Cavaliere pallido”. Un pezzo grosso di una cittadina locale gli raccontava di un gruppo di cercatori d’oro indipendenti che si rifiutavano di lasciare la loro terra per far spazio alla sua impresa. Concludeva affermando: “Ostacolano la via del progresso”. Al che Eastwood domanda: “Il vostro o il loro?”.

E’ sempre in quei tempi che orologio e macchina prendono il sopravvento sulla persona e, col loro prevalere, portano alla violenta separazione tra uomo e natura, oggi forse ancor più evidente di allora.

Intanto si affermarono scuole di pensiero, come quella incarnata dal reverendo Andrei Townsend, che sostenevano quale miglior metodo per imprimere nella testa dei lavoratori la nuova etica del lavoro la fame. “La fame –sosteneva il pastore- non solo è forma di pressione mite, silenziosa e incessante, ma essendo la più naturale delle motivazioni al lavoro produce gli esiti più pacifici”. La filosofia dei bassi salari fu adottata con entusiasmo: tanto più bassa fosse stata la paga, quanto più il proletario avrebbe sgobbato. Mi domando se è cambiato molto da allora? Mi rispondo di no, se non che le motivazioni per lavorare “appassionatamente” sono più variegate. Nell’era del consumismo, la possibilità di accumulare merci (spesso inutili) e simboli che identificano un alto status sociale sono motore altrettanto efficace della fame, che pur non ha cessato di esistere. 

In effetti l’attuale sistema economico si regge su questo equilibrio precario. Indurre a credere che l’acquisto di un prodotto migliorerà la nostra vita; per comprare il prodotto ci vuole denaro; per procurarsi denaro bisogna lavorare molto o fare debiti; lavorando molto o facendo debiti si arricchiscono i pochi e i più continuano a lavorare per pagare i debiti o comprare la versione uguale, ma più aggiornata del prodotto acquistato qualche tempo prima.

In tutto il mondo la smania di merci di consumo ha determinato una cultura letale del superlavoro. In un rapporto dell’ONU si dichiarava che il lavoro uccide due milioni di persone ogni anno. L’equivalente di due 11 settembre al giorno. Eppure nessuno dichiara guerra a questo sistema economico. Troppo pochi si levano a dire (e ancor meno ad agire) che quello che serve non è più lavoro, ma più giustizia e moralità.

Alberto Valsecchi

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/verdilecchesi/trackback.php?msg=5337593

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/09/08 alle 16:55 via WEB
Sono d'accordissimo con te. Penso che comunque sotto al Po la mentalità sia un tantino più consona
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

CANTICO DELLE CREATURE

 

IN EQUILIBRIO

Secondo molte medicine gli uomini sono creati per vivere e per funzionare in armonia con se stessi e con il loro ambiente. Ogni persona e quindi l'intera collettività influenza lo spazio intorno e al tempo stesso ne viene influenzata. Ogni individuo e tutta l'umanità nel suo insieme hanno pertanto la possibilità di elevarsi, facendo evolvere la creazione. La corrispondenza tra uomo e natura è la condizione necessaria per la salute e quindi deve essere abbandonata la credenza che l'io sia un tutto unico separato dagli altri organismi.

 

LE NUOVE FRONTIERE DEL CAMBIAMENTO

La missione mondiale dei Verdi è sempre più quella di diffondere consapevolezza e di cambiare le politiche e gli stili di vita per costruire un’alternativa culturale, etica, economica e sociale in armonia con i cicli naturali. Ciò è condizione essenziale non solo per salvare il pianeta ma anche per  garantire il benessere dei cittadini, sempre più minacciato da una crescita quantitativa incontrollata.
Quella che ci proponiamo è la politica della qualità e dell’armonia, di un benessere vero non minacciato dall’inquinamento, dagli sconvolgimenti climatici dalle guerre e dalle ingiustizie.

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963