Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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GUIDARE

Post n°75 pubblicato il 17 Giugno 2011 da veuve_cliquot

 

Oggi alcune donne dell'Arabia Saudita hanno deciso di guidare l'auto, trasgredendo il divieto che vieta in quel paese la guida alle donne. Avevo già sentito di questo divieto da una signora che era stata in Arabia con il marito che lavorava per una ditta italiana, così come mi era capitato di vedere sugli aerei provenienti dall'Europa e che facevano scalo in uno dei paesi del golfo, delle signore che, vestite all'occidentale, prima di atterrare si recavano alla toilette per ritornare poi in cabina, con vestiti lunghi e veli.

Nel corso della mia vita ho pensato spesso di essere stata fortunata a nascere donna in Italia: ho potuto studiare, lavorare e nessuno mi ha mai detto "questo non puoi farlo perché sei una donna". Certe limitazioni me le sono piuttosto imposta da sola (non andrei certo a passeggiare di notte da sola al Valentino, ma penso che non sarebbe prudente nemmeno per un uomo). Appartengo alla generazione "di mezzo" che ha avuto genitori che negavano alle figlie femmine di uscire la sera e che ora ha figlie che non si sa a che ora rientrano. Credo che tante donne della mia generazione ricordano il rossetto messo in ascensore o la gonna tirata su dalla cintura dopo che si era chiusa la porta di casa. Ma questo apparteneva al costume sociale, non alle leggi: il costume sociale è stato lentamente smantellato soprattutto attraverso le leggi che non permettendo discriminazioni hanno permesso alle donne di dimostrare quanto possono valere.

Ma nel mondo non è così: anche se ormai la legge non lo impone più, in Cina e India si continua a uccidere i feti femmine, in Pakistan ogni anno ci sono mille "delitti d'onore" e in Somalia il 95% delle ragazze ha subito mutilazioni genitali. In questi paesi si crede ancora che la donna sia un investimento inutile per la famiglia o che sia proprietà privata dell'uomo che può disporre di lei liberamente, anche uccidendola.

Forse la protesta odierna delle donne arabe può sembrare banale ma non lo è, diventa simbolo di indipendenza, di non dover sempre dipendere da qualche altro, di poter dire: vado dove e come voglio. I costumi sociali hanno bisogno di piccoli passi alla volta per poter cambiare, non sarà poter guidare che libererà le donne arabe dalla tutela maschile, ma credo che ogni passo, anche se piccolo, può portare all'emancipazione femminile e soprattutto al superamento di un certo modo di pensare la donna. Ma sono soprattutto le leggi, che permettendo l'uguaglianza fra uomo e donna, permettono di far cambiare il modo di pensare e i costumi sociali.

 
 
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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