Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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APPARIRE

Post n°89 pubblicato il 22 Agosto 2011 da veuve_cliquot

P. Delvaux: Lo specchio

Di molte persone si può affermare quanto vale per certi dipinti, cioè che la parte più preziosa è la cornice”. La moglie di un mio amico si dilettava di pittura. Il marito, suo ammiratore e innamorato, inseriva quei dipinti in preziose cornici antiche. Durante una vacanza i ladri visitarono l’abitazione e al ritorno, allibiti, i coniugi trovarono per terra tutte le tele, naturalmente senza le cornici. Nella frase sopra citata Emile Cioran, l’ateo teologo di cui celebriamo quest’anno il centenario, sembra trasformare in metafora il mio apologo. Sì, molti sono tutto e solo cornice, cioè apparenza, esteriorità, vanità, finzione, illusione: sotto il vestito, niente. La regola capitale del successo è, soprattutto nell’era televisiva, l’apparire, il trucco, la superficie. Per dirla con un collega di Cioran, Gide: “In questo mondo l’importante è non avere mai l’aria di ciò che si è”. Ricordiamo, allora che non è tutto oro quello che luccica, ma in verità neppure tutto quello che è oro, luccica”.

Sono parole scritte da Gianfranco Ravasi nel Domenicale del sole24ore con cui non possiamo non concordare. Ma quanti di noi conoscono anche nella vita di tutti i giorni persone così? Quanto il virtuale e soprattutto la televisione stanno creando splendidi contenitori di nulla? Quanto questi contenitori senza contenuto stanno diventando modelli nella nostra società? Apparire o essere (parafrasando Fromm)?

Nella nostra società la maggior parte dei rapporti si basano ormai sull’apparire ma l’apparire è la cosa più facilmente falsificabile, la maschera che ognuno di noi può indossare per sembrare quello che non è. La persona diventa quello che appare, esiste negli altri per quello che attraverso l’apparenza è riuscita a far credere quindi non esiste per quello che è, esiste per quello che appare.

Ma questo apparire quanto è pieno di contenuti? Cosa si nasconde dietro quello che si è voluto far credere? Gli altri percepiscono il contenitore e lo scambiano per il contenuto. E quando questo modo di essere viene proposto attraverso i mass media, quali sono i messaggi che vengono introiettati in coloro che invece, scambiando questa apparenza con la realtà, pensano che questo sia il traguardo da raggiungere e il modello da imitare?

 
 
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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