Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

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"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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STUPRI DI GUERRA

Post n°83 pubblicato il 28 Luglio 2011 da veuve_cliquot

Giambologna: Il ratto delle Sabine

 

Qualche sera fa su RAI storia (uno dei pochi canali della RAI che vale la pena guardare), è stato messo in onda un documentario su quello che fecero le truppe francesi coloniali alla popolazione della ciociaria dopo la caduta di Cassino, fatto diventato famoso attraverso il libro di Moravia e successivamente il film “La ciociara”.

Quello che ho provato è stato orrore: Il generale Juin, al termine della battaglia di Cassino, diede ai suoi reparti militari marocchini, come premio della vittoria, carta bianca per due giorni, che implicava il diritto di vita e di morte sulle popolazioni civili, il furto dei loro beni e la violenza sulle donne: donne e bambine vennero brutalmente stuprate dai “vincitori”. La furia bestiale che si abbattè sulle campagne e sui villaggi italiani è ancora in parte sconosciuta, salvo che alle 60.000 donne, adolescenti e bambine, che ne furono le vittime. Un episodio di cui la storia dovrebbe vergognarsi ma gli stupri di guerra sono sempre esistiti, in tutte le guerre, dalle più antiche a quelle che ancora insanguinano la terra.

Fin dall’antichità le donne sono state considerate bottino di guerra, dal ratto delle Sabine all’Iliade dove Achille si adira contro Agamennone per la sottrazione della sua schiava preferita. Da sempre in guerra violentare le donne dei nemici non solo è tollerato, ma autorizzato e suggerito in quanto lo stupro, oltre a permettere ai soldati di sfogare sadismi repressi, colpisce gli avversari nella "proprietà " allo stesso modo che il saccheggio e la distruzione: quando l 'uccidere è visto come un comportamento non solo ammissibile ma addirittura eroico, sanzionato dal proprio governo o dalla propria causa, la sottile distinzione fra la soppressione di una vita umana e altre forme di intollerabile violenza va perduto  e lo stupro diventa una deplorevole ma inevitabile conseguenza.  La violenza sessuale è una parte significativa del conflitto, un modo per terrorizzare intere comunità ed implementare politiche di genocidio e "pulizia etnica" secondaria alla guerra.  Soldati regolari ed irregolari hanno sempre saputo che, nel dopoguerra, le loro azioni sarebbero state biasimate, ma all'interno di una nozione culturale largamente diffusa, ovvero che gli uomini fanno cose irrazionali durante un conflitto armato per cui per molti secoli lo stupro è stato definito non come un attacco violento alla donna, ma come l'ingiuria alla "proprietà" di un altro uomo. Per lungo tempo sottovalutata, la violenza sulle donne ha rappresentato uno dei prezzi più alti che un popolo ha dovuto pagare per la sconfitta e l'occupazione militare. E il trauma delle vittime non sempre è stato superato, anche a causa della congiura del silenzio praticata da famigliari e comunità. Le donne continuano a pagare un prezzo altissimo nei conflitti in atto nel mondo: indifese e vulnerabili, esse sono l'oggetto dell'arma di guerra più spregevole, la violenza sessuale.  Esse diventano beni mobili, oggetti di proprietà ad arbitraria disposizione delle forze di occupazione. Durante ogni guerra le donne divengono letteralmente i bersagli dei combattenti: picchiate, mutilate, sfregiate, violentate, le donne coinvolte nelle guerre degli uomini sono le vittime silenziose dei conflitti e spesso queste donne invece di ricevere sostegno dalla società, sono respinte, rifiutate, costrette al silenzio. Sono vittime due volte.

Il processo di Norimberga non ne fece cenno (probabilmente sapendo che i vincitori non si erano comportati meglio dei vinti) e  nel 1949 lo stupro viene ancora definito come lesione all'onorabilità ed alla decenza, e non come lesione alla persona umana che lo subisce. Solo il 17 luglio 1998 i plenipotenziari delle Nazioni unite approvano lo Statuto della Corte Penale Internazionale che include fra i crimini contro l’umanità “stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale di analoga gravità”.

Oggi il diritto internazionale stabilisce che la violenza sessuale durante un conflitto è crimine di guerra contro l’umanità, ma chi potrà mai “compensare” ciò che non potrà mai essere dimenticato?

 

Commenti al Post:
Enricostrat
Enricostrat il 28/07/11 alle 10:45 via WEB
Da appassionato di storia moderna, conoscevo le vicende dei "Goumiers" che hai citato. E' terribile. E come dici tu, è sempre successo. La guerra lascia scatenare il peggior istinto dell'uomo. Incoraggiato dai potenti che muovono le fila ben lungi dal pericolo per loro e le loro famiglie. Il dramma delle persone che subiscono tutto ciò, non potrà mai essere risarcito. Il primo passo avanti è almeno il riconoscere che tali gesti sono crimini contro tutta l'umanità. Speriamo si arrivi anche a difendere concretamente le donne.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/07/11 alle 12:52 via WEB
Probabilmente il considerare gli stupri di guerra come delitti verso l'umanità, non dico che li fermerà, ma almeno sancisce che essi sono delitti contro l'essere umano e non verso una proprietà. Certamente non risarcisce chi li ha subiti ma almeno quella persona viene riconosciuta come essere umano e non come cosa. :))
 
marylu472008
marylu472008 il 28/07/11 alle 11:39 via WEB
siamo ancora in una situazione che tu hai descritto, perchè legge o non legge le violenze psicofisiche ed affettive anche nell'ambito familiare, ci sono ancora purtroppo, eccome se ci sono...siamo noi donne a dover sempre lottare e ribellarci affinchè tutto ciò avvenga il meno possibile....ma l'uomo che per certi versi ritengo sia un animale e non una persona degna di tal nome, ci prova e ci proverà sempre a distruggere e non solo le donne...buongiorno a te....
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/07/11 alle 13:01 via WEB
Finché la donna verrà considerata un oggetto di proprietà personale, la violenza contro di lei, in qualsiasi ambito venga attuata, esisterà. Qui si tratta, credo, di un problema culturale e come tale dovrà essere sradicato cominciando dai nostri figli maschi, insegnando loro il rispetto verso TUTTI gli esseri umani, di qualsiasi sesso essi siano. Quando ho letto di quei tre quindicenni che hanno violentato una bimba di cinque anni, la prima cosa che ho pensato è stata: ma cosa hanno insegnato i genitori a questi ragazzi? E non mi si venga a dire che la colpa è dei mass media o del mondo in cui viviamo. La colpa iniziale è della famiglia che fin dalla più tenera età deve insegnare che qualsiasi forma di violenza è vietata. Il primo insegnamento da dare ai ragazzi è il rispetto verso gli altri, esseri umani, animali, oggetti. E anche verso se stessi, perché la violenza porta solo a un abbutimento personale, prima di tutto. :))
 
marylu472008
marylu472008 il 28/07/11 alle 13:36 via WEB
Sono d'accordo con te, ed è sempre stato il mio obiettivo principale trasmettere questi insegnamenti ai miei figli e sia la femminina che il maschio sono cresciuti bene, e sono fiera di loro perchè se si semina bene il raccolto ci sarà di sicuro....a volte resto allibita e senza parole per tutto ciò che succede ed i genitori in molti casi ne sono i responsabili, altre volte no...ma è sempre in ogni caso uno schifo totale ed inaccettabile....un sorriso....ciao
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/07/11 alle 14:28 via WEB
Esatto, se si semina bene il raccolto c'è di sicuro. E' preoccupante il degrado morale in cui il mondo sta cadendo e se non si parte dalle basi, sarà difficile poi "raddrizzare l'albero". :))
 
Arvalius
Arvalius il 29/07/11 alle 11:18 via WEB
E' difficile commentare un post così
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/07/11 alle 17:14 via WEB
E' vero, non credo sia facile e ancor meno credo lo sia per un uomo. Ma credo sia importante ricordare anche queste cose non per non dimenticare e fomentare l'odio ma perché si formi una coscienza che vieti che queste cose succedano ancora. :))
 
avvbia
avvbia il 30/07/11 alle 01:08 via WEB
Si cara veuve cara. interessante ed ennesima prova di come le donne siano state semre discirminate non solo nell'orrore commesso ma anche nella..dimenticanza,nell'omissione! Davvero nn c'è da stare allegri. se poi pensiamo alle donna nel mondo islamico oggi... ciao. gino
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 30/07/11 alle 08:25 via WEB
Credo che la dimenticanza e l'omissione raddoppino il dolore di quello che è successo. Per questo credo che di queste cose bisognerebbe continuare a parlarne, fino alla nausea, ai nostri figli fin da piccoli: ho avuto una maestra che alle elementari ci fece leggere il diario di Anna Franck e ci mostrò le foto dei campi di concentramento. Probabilmente ora verrebbe denunciata dai genitori, ma ti assicuro che in me seminò il rifiuto di ogni forma di violenza e di costrizione e di questo ancora la ringrazio. :))
 
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